Lei si
chiama Selene Ticchi, ha 48 anni, ed è stata anche candidata sindaca a Budrio
per Aurora Italiana, con in tasca la tessera del Movimento Nazionale per la
Sovranità di Francesco Storace e Gianni Alemanno che corse fino a lì per
sostenerla. Risultato elettorale: 116 voti su 8750 votanti. L’1,37%. Fin
troppo, per una fascista.
Selene
Ticchi era insieme a quei vermi che provano a uscire dalle fogne incontrandosi
tutti gli anni a Predappio, sulla tomba di Mussolini: indossava una maglietta
nera con scritto “Auschwitzland”, paragonando il campo di concentramento al
parco di divertimenti della Disney. Al giornalista che le ha chiesto
spiegazioni ha risposto che era humour nero. Che ridere.
La scena è
stata quella che si ripete tutti gli anni: saluti romani, “Camerata Mussolini,
presente!”, “Duce duce”, “Boia chi molla”, canti contro i partigiani.
C’è una
novità però quest’anno: molti di loro dicono di sentirsi “finalmente
rappresentati” da Salvini. Chiedono che tenga duro nella sua “lotta contro i
migranti”. Irridono la legge (che vieterebbe giornate come queste) con uno
striscione che dice “arrestateci tutti”.
Salvini, sì
sempre lui, dovrebbe essere quello che vigila su tutto questo e colui che si
occupa dello scioglimento di gruppi vietati dalla Costituzione.
Questo è il
nostro tempo: un Paese in cui si applaude l’arresto di Mimmo Lucano
invocando il rispetto delle regole mentre gente come Selene
Ticchi pascolano indisturbate. Poi magari fra qualche giorno la intervisteranno
in lacrime, ci dirà di essersi pentita, che era solo una leggerezza e
ci spiegherà che ha anche amici di sinistra.
I fascisti
sono clandestini. Ma sul serio. Senza bisogno nemmeno di
controllargli i documenti. Che vi piaccia o no. Se avete bisogno di un nero di
cui avere paura eccoli qui. Solo che per loro è cominciata la pacchia.
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