Cara Francesca,
Ti scrivo in
risposta alla tua ultima lettera. Lo so, lo so… Era indirizzata a Mohammad e io
mi chiamo Karim. Era rivolta a un credente musulmano e io sono ateo. Ma se era
intestata al tuo amico Mohammad, era nello stesso tempo indirizzata a un “Voi”
contrapposto ad un “Noi”. E siccome, per il mio nome, per le mie origini, per i
miei gusti alimentari, musicali e tanti altri motivi, so che non mi consideri
facente parte del tuo “Noi”, è quindi ovvio che io faccia parte di quel “Voi” a
cui hai tanto da rimproverare. Ed è per questo che mi sento di rispondere.
Tutto sommato,
accusi tutti “Noi” di non condannare abbastanza le atrocità dei “nostri”
terroristi. Di non prenderci le nostre responsabilità… e di cercare sempre
qualche tesi complottistica per trovare delle scuse a quelli che sgozzano e
massacrano redazioni intere e buttano aerei contro le vostre torri… Dici che
chi lo fa è uno dei “nostri”, anche se cerchiamo di negarlo. Dici che il cancro
che ci sta rosicchiando le ossa viene dalle nostre cellule malate e non da
fuori. Ci dici che le letture più oscurantiste del Corano sono parte di noi e
fin che non lo riconosciamo non riusciremo a prenderne abbastanza distanza. Te
invece, i tuoi sbagli si collocano tutti in un passato remoto che non
oltrepassa i primi 30 anni del secolo scorso. In quanto cristiana moderna, ti
tieni stretto tutto il progresso dell’umanità, compresi “gli atei, i
volteriani, gli irriverenti”. Tutti dalla parte “vostra”. Dalla “nostra” invece
cancelli Omar Khayam, i sufi, Al Hallaj, i mu’tasila, ibnu Rochd, Ibnu Sina…
Scomparsi i riformatori musulmani del dopo guerra, i tentativi socialisti.
Polverizzati Ataturk, Nasser e Bourguiba. Oscurati i milioni di laici credenti
e non credenti che lottano tutti i giorni contro l’oscurantismo, contro l’intolleranza…
Via tutto! A “Noi” ci lasci nudi e soli testa a testa con Al Baghdadi e i suoi
tagliagole.
Hai ragione cara
amica. Hai azzeccato tutto. Abbiamo tutte le malattie che descrivi: il
vittimismo, il complottismo, l’oscurantismo, la difficoltà a prendere distanza
dalla violenza come mezzo di risoluzione dei conflitti, i conti non fatti con i
nostri estremismi… e anche qualcosa di più. La trave che oscura il nostro
occhio è enorme. Enorme quanto il nostro smarrimento. Hai ragione.
Siccome ti preoccupi
della mia salute, faccio altrettanto. Tu, invece, come stai? Sei andata dal
dottore ultimamente? Ti sei fatta vedere da un oculista? Perché come tu vedi
bene la trave nel mio occhio, anche io, con quello valido, vedo benissimo
quella che esce dal tuo di occhio. Non mi sembra proprio più piccola della mia.
Mi citi l’ingiusta
guerra in Iraq. Ma dimmi: davanti ai miei dubbi, all’epoca, sul contenuto della
boccetta di Colin Powell, non mi dicesti che era il solito complottismo arabo?
O ricordo male? Dimmi, ancora: cosa hai fatto per fermare quella guerra che
oggi dici ingiusta? Hai preso le distanze? Hai rifiutato di scaldarti o di
rifornire la tua macchina con il petrolio ottenuto con quei metodi?
Quando, 4 anni fa
(il 21 agosto 2011 per l’esattezza) il comandante Abdelhakim Belhadj, noto
membro di Al Qaida, fece il suo ingresso trionfale a Tripoli, alla testa del
suo “Gruppo dei combattenti islamici libici”, finanziati dal Qatar, armati
dalla Francia e addestrati dai servizi americani (sono informazioni che si
trovano anche nell’archivio del tuo giornale, non sono prese dal sito degli
adoratori del pianeta Nibiru), tu che facesti? Scrivesti qualche lettera ai
tuoi “Noi” per chiedere perché si stava rigiocando la stessa carta di Al Qaeda,
dichiarata nemico pubblico numero uno dopo l’undici settembre? Forse non ti
ricordi che poi Belhadj volò subito dopo la caduta del regime libico in Turchia
e con i suoi uomini inaugurò la stagione dell’arrivo dei combattenti stranieri
in Siria? Io invece da degno complottista ho una ottima memoria: Non dimentico
nulla!
Forse Daesh, come
hai scelto di chiamarlo, e Al Nusra non sono una creazione della Cia o del
Mossad? Io non arrivo a tanto. Non lo so. Ma so invece con certezza che gli
stati occidentali e i loro alleati del Golfo hanno dato una seria mano a
rimettere gli integralisti armati in sella, dopo che, all’inizio, le primavere
arabe gli avevano mandati in terzo piano. Il “perché?” non lo so io. Chiedilo
tu ai “Tuoi”.
Cosa hai detto ai
“Tuoi” quando, pochi giorni fa, con voce unanime, hanno salutato il defunto re
Abdullah come un loro amico di sempre? Hai forse sottolineato il fatto che
quello ai funerali del quale erano accorsi, tutti, era uno dei principali
mandanti del massacro di Charlie Hebdo? Hai sottolineato forse che non si può
“mangiare con il lupo e piangere con il pastore”, come si dice da “Noi”? Hai
mai chiesto perché i nemici dichiarati del terrorismo islamico (chiamalo pure
così, non ti preoccupare per la “nostra” sensibilità) sono nello stesso tempo i
migliori amici dei suoi principali sponsor? Ti sei fatta tutte queste domande
sulle contraddizioni di “Voi”altri o sei troppo presa con quelle di “Noi”altri?
E poi per finire, siccome stiamo chiarendo le cose, dimmi una cosa: se il Dio, in nome del quale i “nostri” vanno a massacrare in giro, si chiama Allah, qual è il nome di quello in nome del quale lo fanno i “vostri”? Potrebbe essere “Dollaro”, per caso?
E poi per finire, siccome stiamo chiarendo le cose, dimmi una cosa: se il Dio, in nome del quale i “nostri” vanno a massacrare in giro, si chiama Allah, qual è il nome di quello in nome del quale lo fanno i “vostri”? Potrebbe essere “Dollaro”, per caso?
Un cordiale Saluto.
Karim METREF
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