martedì 10 marzo 2020

Appello per cambiare il calendario lavorativo


Abbiamo le scuole chiuse, gli stadi sbarrati, ma gli uffici e le fabbriche aperte. Alcuni lavoratori sono stati messi in condizione di lavorare da casa, ma sono una minoranza. Si sta in sostanza creando una discriminazione tra lavoratori che stanno al front-office e quelli nelle retrovie”. Per questo, i firmatari dell’appello, chiedono all’esecutivo di Giuseppe Conte di cessare le mezze misure e varare un decreto che imponga lo stop di ogni attività anche ai privati. Una specie di ibernazione del Paese. Per non subire conseguenze troppo negative nel prossimo futuro, il tessuto lavorativo dovrà però rimboccarsi le maniche e lavorare in agosto, mese tradizionalmente deputato alla pausa estiva.
“Il panico – si legge – sta montando e bisognerebbe contrastarlo immediatamente senza dividere il mondo del lavoro, e facendo scelte radicali per fermare il contagio. Insomma, se si vuole veramente porre un freno al diffondersi del virus bisogna prendere una decisione conseguenziale: andiamo tutti in ferie obbligatoriamente per 15 giorni, come fossimo nel mese di agosto”.
Questi giorni di lavoro “persi” potranno essere recuperati parzialmente in seguito, riducendo vacanze estive e natalizie.  In altri termini, cambiando il calendario annuale dei giorni festivi e delle ferie". "Il governo dia un sostegno economico a chi non può fare a meno di lavorare e dia una seria ricompensa a quei lavoratori che dovranno continuare ad operare nei servizi essenziali, a partire dal comparto sanitario. Per le imprese è ugualmente urgente bloccare mutui, fidi e presti bancari, con una moratoria di almeno un mese, salvo proroghe.  Il governo italiano porti questa istanza a livello della Ue e tutta la popolazione europea gli sarà riconoscente. Manteniamo i servizi essenziali, ma tutto il resto si prenda una pausa. Ferie subito.

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