Un cessate il fuoco sancirebbe la sconfitta di Netanyahu a Gaza, allevierebbe le tremende sofferenze dei palestinesi ma non risolverebbe nulla. Sarebbe solo una pausa di una pulizia etnica che dura da oltre settant’anni e lascerebbe tutte le dinamiche regionali sul piatto. Il cessate il fuoco dipende da Netanyahu e dai suoi inguardabili ministri, sono loro a sabotarlo da mesi anche se la stampa mainstream racconta tutt’altro. Siamo arrivati a questi negoziati solo perché agli americani serve una pausa sotto elezioni, è dura spacciarsi come brava gente che auspica un mondo migliore quando si è complici di un genocidio di donne e bambini. Un cessate il fuoco permetterebbe a Kamala la poltrona e a Netanyahu e ai suoi inguardabili ministri di far riposare un esercito e un intero paese ormai allo stremo oltre che di accontentare le famiglie dei loro ostaggi che da mesi vengono prese per i fondelli. Il problema è riuscire ad ammettere la sconfitta e soprattutto perdere l’opportunità storica di uno scontro frontale con Iran e Libano a cui stanno lavorando da anni. Il regime sionista di Netanyahu vuole conquistare con la forza una posizione egemone nella regione ed avere mani libere per completare l’annessione della Palestina, se firma cederebbe anche su questo fronte e ad un passo dalla meta, ad eserciti schierati. E anche se Netanyahu fosse costretto a firmare, sarebbe solo questione di tempo per ritrovarsi nella stessa situazione. La radice del problema è l’ideologia sionista e va sradicata quella per girare pagina in Medio Oriente. Non ci sono scorciatoie. Ormai lo ha capito il mondo intero la differenza tra ebrei, israeliani e sionisti. Netanyahu e i suoi inguardabili ministri sono gli esponenti dell’ideologica sionista e di un conseguente regime che a Gaza ha perso il diritto di esistere. Al mondo non c’è posto per regimi capaci di tali atrocità e l’umanità trova sempre un modo per sbarazzarsene. È solo questione di tempo. Quando crolleranno le manipolazioni di massa e salteranno le complicità occidentali, il sionismo finirà nelle fogne della storia come le ideologie del secolo scorso. A Netanyahu ed ai suoi inguardabili ministri li attende un futuro da fuggiaschi tra parrucche e barbe finte inseguiti dalle corti dell’ONU. E sui libri di storia risulterà come sia stato il sionismo stesso e non i fantomatici arabi ad avere sancito la fine del loro violento progetto coloniale. È la legge della vita. Il male in fondo è sempre autodistruttivo. Per sopravvivere, la nazione israeliana sarà costretta a reinventarsi dalle fondamenta, diventando uno stato laico ed inclusivo capace di costruire il proprio futuro insieme ai palestinesi e non a scapito loro. Oggi i sionisti rubano le terre altrui e poi rivendicano il diritto di difendere la refurtiva. E parlano di diritto di esistere mentre negano quello altrui. Deliri ormai grotteschi. Con ogni accusa che si sta rivelando una confessione. Anche le accuse più atroci. Come le torture degli ostaggi, gli stupri, l’accanimento su donne e bambini, la violenza brutale. Politica che sconfina nella psichiatria. Nonostante l’indegno divieto a giornalisti ed ispettori internazionali di entrare a Gaza, l’orrore del genocidio sta arrivando davanti al naso del mondo intero grazie alle nuove tecnologie, con soldati israeliani pentiti che ammettono tutto. Male che si autodistrugge. Scene atroci che l’umanità si era illusa di aver archiviato ed è proprio per questo che milioni di persone sono scese in piazza in ogni angolo del globo. Non per se stesse, non per il proprio paese, ma per l’umanità intera, per la difesa di altri esseri umani a prescindere da ogni confine e differenza politica o religiosa o culturale. Certe atrocità non devono succedere a nessuno e per nessuna ragione al mondo. Punto. Ed è proprio paradossalmente quello che ci hanno insegnato a seguito dell’orrendo sterminio degli ebrei del secolo scorso. Politica che straborda nella psichiatria. Qualsiasi ideologia conquisti il potere politico di qualsiasi nazione e si renda protagonista di tali porcherie, perde il diritto di esistere sulla faccia della terra. Punto. Le classi dirigenti occidentali sono troppo prese dalle loro insulse carriere per capirlo, ma molti israeliani sono sul pezzo da mo’. Se vogliono salvare il loro paese devono sbarazzarsi al più presto di Netanyahu e dei suoi inguardabili ministri, devono rendere illegale l’ideologia sionista e ricostruire dalle fondamenta una democrazia vera capace di gestire con intelligenza e cuore il complesso scenario mediorientale e costruire un futuro insieme ai palestinesi.
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