Alla lettura
del comunicato finale del vertice Nato, tenutosi a Washington il 10 luglio 2024
(celebrativo, si fa per dire, del suo 75.esimo compleanno), si verrebbe sopraffatti
da una profonda tenerezza se tale rito funesto non confermasse l’angoscia delle
persone dotate di senno davanti al rischio di un olocausto che porrebbe fine al
genere umano.
Coloro che
siedono su tali prestigiosi scranni non amano guardare in volto la realtà
sebbene essa sia luminosa come il sole a mezzogiorno, preferendo la pratica
sistematica della Menzogna, nel caso di specie somministrata con la redazione
di documenti così grotteschi e mistificatori che la metà basta a stordirci per
l’eternità.
Per dar
senso compiuto all’esistenza, gli antichi saggi invitavano a guardare in volto
la realtà poiché nei limiti nell’umana esperienza essa deve assumersi quale
sinonimo di verità. A quest’ultima occorre piegarsi anche quando fa male e non
si vorrebbe vederla, quando smentisce illusioni o false certezze o quando le
conseguenze della sua presa d’atto richiederebbero di cambiar mestiere. Di
tutta evidenza, però, la saggezza non è moneta corrente presso le nostre
modeste classi dirigenti.
Pochi ahimè
sembrano sorprendersi che il Potere (dal quale, come affermava Platone,
provengono gli uomini peggiori!) ignori impunemente i popoli la cui volontà e
sentimenti affermano di rispecchiare. Del resto, è legittimo il sospetto che il
degrado intellettivo di cui soffre l’attuale inquilino della Casa Bianca si sia
esteso ai suoi colleghi dell’Alleanza Atlantica, magari in forme mediche
diversamente rilevabili e con qualche eccezione, che non fa tuttavia la
differenza.
Tornando
all’indigeribile documento, composto da 5.362 parole e 36.615 battute, esso
proietta uno sguardo minaccioso su quella parte del pianeta che non intende
piegarsi alle violenze e prevaricazioni dell’impero bellicista, ormai per di
più, privo di egemonia.
Non
sorprende poi che i membri di tale gabbia asfissiante digeriscano senza fiatare
la fiaba infantile che i loro interessi risultano in tal modo meglio tutelati,
mentre a raccoglierne i benefici sono sempre e solo gli alleati-padroni
atlantici.
Nessuno può
dubitare che il testo sia stato preparato dagli amanuensi imperiali e redatto,
è appena il caso di rilevarlo, nell’idioma imperiale, l’inglese, il solo
ritenuto degno di tale compito. Del resto, gli americani (perdonino il termine
improprio i nobili abitanti dell’intero continente che con quelli sono spesso
confusi), uno dei popoli più politicamente analfabeti del pianeta, di idiomi
non ne parlano altri. L’oligarchia che li guida, d’altra parte, colloca le
altre culture su un piano d’inferiorità, considerandole una sorta di folklore
locale destinato prima o poi a essere assorbito dalla magnificenza della
civiltà anglofona. Quale umiliante sofferenza assistere alla sudditanza
psicologica/culturale, prima ancora che politica militare, nei confronti di un
impero malato da parte dei vassalli europei, tra i quali la colonia Italia
brilla per la sua totale, spontanea sudditanza!
I piloti
della Gabbia Atlantica, per tornare al punto, ignorano di rappresentare al più
il 12% della popolazione mondiale (con le propaggini orientali, Giappone,
Australia, Corea del Sud e Nuova Zelanda, forse il 14/15%). Gli stessi però
sembrano sorprendersi se altri sette miliardi di individui non hanno tempo da
dedicare alle loro patologiche ritualità. Questi ultimi hanno imparato a
difendere la sovranità da soprusi e violenze, perché oggi la storia ha dato
loro gli strumenti per farlo: Brics, Sco, Unione Economica Euroasiatica, e poi
Lega Araba, Mercosur, Rcep e altre aggregazioni continentali con diversi
contenuti e in forme modulate, costituiscono l’apprezzato riflesso di un mondo
in accelerata e promettente transizione.
Ma torniamo
al documento, il cui incipit non tradisce le attese: “la Nato … è stata
forgiata per preservare la pace …. essa è un’alleanza difensiva (è scritto
proprio così, da non credere! Ndr.) … ed è legata da valori condivisi: libertà
individuale, diritti umani, democrazia e stato di diritto” (si può controllare,
è scritto proprio così! Ndr.). Forse un cenno ai bombardamenti della Serbia,
alle guerre di volenterosi in Iraq e Afghanistan, Libia, Siria etc, ai colpi di
Stato di cui si perde il conto, con o senza le insegne ufficiali Nato, avrebbe
potuto rinfrescare la memoria di qualche distratto lettore. Purtroppo, di tale
intento rinfrescatorio non v’è traccia alcuna.
Il documento
continua: “la Nato aderisce al diritto internazionale e agli scopi e ai
principi della Carta delle Nazioni Unite e s’impegna a sostenere l’ordine
internazionale basato sulle regole”. Il moto di meraviglia davanti a tale
lessico si fa gigantesco, essendo noto che la Nato sta al diritto
internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite (Colin Powell, buonanima, ci
saluta sofferente dall’inferno nel quale sconta la pena di aver contribuito a
uccidere milioni di esseri umani) come il demonio all’acqua santa, mentre tali
strumenti non sono che maschere al servizio delle note politiche
espansionistiche dei padroni del mondo. Si è poi sopraffatti da un rigetto
ancora maggiore – quando non si viene aggrediti dall’orticaria – alla lettura
di “ordine internazionale basato sulle regole. Persino le pietre sanno infatti
che quelle regole sono scritte e interpretate sempre e solo “dall’unica nazione
indispensabile al mondo” (nel vocabolario patologico di M. Albright, 1999).
Il
comunicato dà quindi il benvenuto alla scriteriata Svezia, dopo averlo fatto lo
scorso anno per la sua sorella di scriterio, la Finlandia, le quali entrambe
avendo ora perso la loro trascorsa neutralità devono investire miliardi nella
cosiddetta difesa comune, sottraendoli allo stato sociale, che anche nella
gloriosa Scandinavia diventa sempre più un lontano ricordo. Il benvenuto agli
svedesi è accompagnato da parole infiocchettatrici: “… perché ogni nazione ha
il diritto di scegliere le proprie disposizioni di sicurezza”. Parole scritte
sulla pietra, infatti, come si è visto a Cuba nel 1962 e come può immaginarsi
che avverrebbe se il Messico decidesse un’alleanza militare con Russia o Cina.
Ciò che affascina di tali profonde riflessioni è la sacralità della libera
scelta!
Il documento
continua: “L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia ha
infranto la pace e la stabilità nell’area euro-atlantica e ha minato la
sicurezza globale. La Russia rimane la minaccia più significativa e diretta
alla sicurezza degli alleati”. Gli scribi redattori di tali imbrogli concettuali
non si curano certo di dettagli, quali i 14.000 morti russi nel Donbass dal
2014 al 24 febbraio 2022, evitando altresì di chiedersi magari le ragioni che –
a dispetto delle assicurazioni estese ai leader sovietici/russi dal 1991 in
avanti – hanno spinto la Nato fino ai confini della Russia (nel 1991, allo
scioglimento del Patto di Varsavia, essa contava 16 membri, oggi 32),
provocandone la voluta e prevedibile reazione. Forse l’intento degli Usa di
destabilizzare la Russia, dissanguarla e frammentarla per depredarne le immense
risorse, ha qualcosa a che vedere con tale scenario. Ma i distratti redattori
del documento lasciano a noi il compito di porlo in rilievo.
Quanto alla
minaccia russa nei confronti dell’intera Europa, prestigiosi analisti americani
(tra cui, J. Mearsheimer, S. Ritter, D. MacGregor, Andrew Napolitano, J. Sachs,
Harley Schlanger, Helga Zepp-Larouche, etc…) rilevano l’evidenza che Mosca non
ha mai avuto la forza o l’interesse a occupare territori ucraini dove sono
assenti popolazioni russofone, mentre non risultano atti, azioni o
manifestazioni d’intenti a sostegno di un presunto intento russo di proiettarsi
su paesi/territori un tempo collocati nell’orbita sovietica.
La Nato è
invero quell’organizzazione che afferma di voler risolvere quei problemi che
non sarebbero tali se essa non esistesse. Non essendosi disciolta nel lontano
1991, in parallelo con il Patto di Varsavia, essa viene tenuta in vita e
rigenerata costantemente da conflitti e minacce prefabbricate dai suoi padroni,
gli Stati Uniti, che l’hanno sempre controllata per servire l’oligarchia
finanziaria e bellicista che detiene il potere ultimo, con il corollario e a
spese dei vassalli europei, mentre gli Usa sono tuttora il paese più sicuro che
la storia abbia registrato, circondato com’è da oceani giganteschi e paesi
sudditi.
Ancora: “La
competizione strategica, l’instabilità pervasiva … i conflitti … e
l’instabilità in Africa e in Medio Oriente incidono direttamente sulla
sicurezza nostra e dei nostri partner. … che contribuiscono allo sfollamento
forzato, la tratta di esseri umani e le migrazioni irregolari”. Vero, tutto ciò
è infatti il risultato delle guerre scatenate proprio dagli Stati Uniti, con la
passività/complicità dei paesi europei, un dettaglio esplicativo, questo, singolarmente
passato sotto silenzio.
Ma andiamo
avanti: “Le azioni destabilizzanti dell’Iran stanno influenzando la sicurezza
euro-atlantica”. Un’altra asserzione priva di evidenze. Dove e quando risulta
che l’Iran – pur avendo deficit di altra natura, specie in politica interna –
abbia mai minacciato la sicurezza euro-atlantica? En passant, sarebbe stato
semmai istruttivo un breve cenno al bombardamento israeliano dell’ambasciata
iraniana a Damasco il 1° aprile scorso (con l’occulto assenso dell’intelligence
Usa) che ha rischiato di mettere a ferro e fuoco il Medioriente. Ma anche su
questo i solerti natoredattori si sono distratti.
E ancora:
“Le ambizioni dichiarate e le politiche coercitive della Repubblica popolare
cinese (RPC) continuano a sfidare i nostri interessi, la nostra sicurezza e i
nostri valori. L’approfondimento del partenariato strategico tra Russia e RPC e
i loro tentativi di rafforzarsi reciprocamente per minare e rimodellare
l’ordine internazionale basato sulle regole sono motivo di profonda
preoccupazione. Ci troviamo davanti a minacce ibride, informatiche, spaziali e
di altro tipo e attività dannose da parte di attori statali e non statali”. Una
montagna di accuse senza prove e prive di senso, riflesso dell’impalcatura
americana bellicista e fuori controllo, che non riesce a rappresentarsi la
convivenza con altre nazioni su basi paritarie. In preda a tossicodipendenza
assolutistica essi sono infuriati nel constatare che il Sud Globale (i
menzionati sette miliardi di persone) non segua l’esempio dei vassalli europei:
obbedire senza fiatare.
Il
comunicato accusa poi la Cina di fornire armi alla Russia e invita a cessare di
farlo, essendo la Cina “un fattore decisivo della guerra della Russia contro
l’Ucraina (per i paesi Nato, invero, non certo per il Resto del Mondo, essendo
tra l’altro la Cina il solo paese ad aver presentato una piattaforma di
possibile compromesso, da mettere a punto tra le parti, Ndr.) attraverso il suo
partenariato … il sostegno … alla base industriale della difesa russa. Ciò
aumenta la minaccia che la Russia rappresenta … per la sicurezza euro-atlantica
… La Cina continua a porre sfide sistemiche alla sicurezza euro-atlantica”(dove
e quando non è però dato sapere, ma forse il redattore della Cia in questo
passaggio intendeva dire che la Cina vuol crescere per suo conto e che la sua
sola esistenza è ontologicamente incompatibile con un impero onnivoro come
quello Usa, ndr.). Ma il passaggio prosegue: “la Nato ha assistito a continue
attività informatiche e ibride dannose, compresa la disinformazione,
provenienti dalla RPC … la quale continua a espandere e diversificare il suo
arsenale nucleare con più testate e un numero maggiore di sofisticati sistemi
di lancio. … vogliamo proteggerci dalle tattiche coercitive della RPC e dagli
sforzi per dividere l’Alleanza”. Beh, che faccia di tolla da parte di un paese
che dispone di 6000 testate nucleare, delle quali circa 1600 pronte all’uso.
Forse, l’occasione sarebbe stata utile per chiedere una conferenza
internazionale sulla riduzione degli arsenali nucleari, ipotesi dalla quale i
generali impazziti atlantici si guardano bene, perché da essi traggono benefici
di soldi e carriere, tanti.
Tralasciando
un nugolo interminabile di torsioni della realtà, il comunicato critica quindi
la Corea del Nord e l’Iran che fornirebbero armamenti alla Russia, mentre la
fornitura all’Ucraina di sistemi d’arma ben più letali da parte dei paesi Nato
passa sotto misterioso silenzio, poiché solo la prima categoria di
comportamenti sarebbe contraria al diritto internazionale e alla Carta delle
N.U. Con l’occasione si ribadisce poi che la Nato non è però in guerra con
Mosca. Insomma, un fiume di contorsioni che un quarto basta a stordire le
cellule cerebrali di un individuo sotto norma. E ancora: “… la Nato intende
rafforzare la sua deterrenza e difesa. … diamo un caloroso benvenuto al
presidente Zelenskyy e ai leader di Australia, Giappone, Nuova Zelanda,
Repubblica di Corea e Unione Europea … L’Indo-Pacifico è importante per la
NATO, dato che gli sviluppi in quella regione influenzano direttamente la
sicurezza euro-atlantica, mentre … l’Unione Europea è un partner essenziale
della Nato. La cooperazione Nato-UE ha raggiunto livelli senza precedenti nel
contesto dell’Ucraina. Per il partenariato strategico tra NATO e UE, è
essenziale il massimo coinvolgimento degli alleati non UE nella difesa
dell’UE”.
Ora,
qualificare la Cina come ulteriore (fantasiosa) minaccia alla sicurezza dei
paesi Nato – in linea con il criterio tutto-americanista della “endless war”,
la guerra senza fine di orwelliana memoria – sposta la traiettoria strategica
dell’Alleanza in un quadrante sul quale solo l’ipertrofia imperiale americana
ha interessi, non certo i paesi europei che non hanno problemi di sicurezza con
la Cina o la Corea del Nord, geograficamente collocate a distanza siderale.
Popoli e parlamenti europei dovrebbero venir edotti, discutere e prendere
posizione sull’estensione di una dimensione geostrategica esterna alla natura
Nato (il cui acronimo significa North Atlantic Treaty Organization, dunque
Atlantico non Pacifico) e che serve la strategia
militare-industriale-finanziaria, (palese e occulta, Cia e sorelle benemerite)
degli Stati Uniti d’America.
Inoltre,
secondo i cosiddetti Trattati Istitutivi, che pochi hanno letto del resto, l’UE
dovrebbe occuparsi di economia, commercio, cooperazione culturale e scientifica
et similia (in realtà si occupa principalmente di proteggere il Grande
Capitale, ma questa è altra storia), non di partecipare a un’alleanza militare,
Nato o non-Nato. Non risulta nemmeno che i cittadini europei siano stati
informati dell’intento euroinomane di procedere a una sua mutazione genetica.
Ulteriore
evidenza, questa, che la democrazia è termine quanto mai abusato da impudenti
istituzioni che ne umiliano l’essenza.
In un altro
passaggio, il documento si complimenta con i due terzi degli alleati per aver
raggiunto il 2% del rispettivo Pil negli investimenti militari (risorse che
finiscono nelle tasche dei produttori di armi), esprimendo biasimo verso il
terzo rimanente, mentre tutti boccheggiano davanti ai bisogni di mantenere
scuole e ospedali. (solo nel 2024 il budget militare Europa e Canada è
cresciuto del 18% con miliardi di benefici in borsa per le aziende di
armamenti: controllare per credere).
E ancora:
“La deterrenza nucleare è la pietra angolare della sicurezza dell’Alleanza. Lo
scopo fondamentale della capacità nucleare della NATO è quello di preservare la
pace, prevenire la coercizione e scoraggiare l’aggressione. Finché esisteranno
le armi nucleari, la Nato rimarrà un’alleanza nucleare e riafferma il suo
impegno nei confronti di tutte le decisioni, i principi e gli impegni
riguardanti la deterrenza nucleare. … Riaffermiamo l’incrollabile solidarietà
con il popolo ucraino nell’eroica difesa della sua nazione … e dei valori
condivisi. Un’Ucraina forte, indipendente e democratica è vitale per la
sicurezza e la stabilità dell’area euro-atlantica … La lotta dell’Ucraina per
la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale all’interno dei suoi
confini riconosciuti a livello internazionale contribuisce direttamente alla
sicurezza euro-atlantica”. Affermazioni sulle quali qualche dubbio sorge
persino nella mente di un bambino.
E ancora:
“la Nato ha deciso di istituire un’entità denominata “Assistenza e
addestramento alla sicurezza della NATO per l’Ucraina (NSATU)” per coordinare
la fornitura di equipaggiamento militare e l’addestramento per l’Ucraina da
parte di alleati e partner. Il suo obiettivo è porre l’assistenza all’Ucraina
su una base duratura, rafforzata … e coerente. La NSATU opererà negli Stati
alleati e sosterrà l’autodifesa dell’Ucraina in linea con la Carta delle
Nazioni Unite. La NSATU, secondo il diritto internazionale, non renderà la NATO
parte del conflitto, ma sosterrà la trasformazione delle forze di difesa e di
sicurezza dell’Ucraina, consentendone l’ulteriore integrazione con la Nato …
gli alleati intendono fornire un finanziamento minimo … di 40 miliardi di euro
entro il prossimo anno e fornire livelli sostenibili di assistenza alla
sicurezza affinché l’Ucraina prevalga … e aumentare l’interoperabilità
dell’Ucraina con la Nato…. Il futuro dell’Ucraina è nella Nato. Accogliamo con
favore i progressi concreti compiuti dall’Ucraina dal vertice di Vilnius sulle
riforme democratiche, economiche e di sicurezza richieste (quali, di grazia?) …
nel suo percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica,
compresa l’adesione alla Nato.”.
Ora, anche
il lettore superficiale ma onesto è in grado di comprendere che tale decisione
è enormemente arrischiata, priva di logica, non conforme al diritto
internazionale o alla Carta delle Nazioni Unite e ancor meno al buonsenso. Si
tratta invero di una strategia di estrema gravità. Vale la pena riprendere qui
la replica tagliente e inquietante del Ministro degli Esteri russo, Sergej
Lavrov, alla lettura di tale passaggio: “se l’Ucraina entra nella Nato, o
scompare l’Ucraina o scompare la Nato”, e di certo insieme alla Nato saremmo
noi europei a scomparire o giù di lì. Mentre gli americani potranno valutare
l’eventuale convenienza a intervenire, noi europei non ne avremmo il tempo. Ma
ai nostri governi, in primis quelli bugiardamente sovranisti, in tale
prospettiva sembra sfuggire del tutto la tragica banalità di tale logica.
E ancora:
“La Russia cerca di riconfigurare radicalmente l’architettura di sicurezza
euro-atlantica. La minaccia che la Russia rappresenta per la Nato persisterà a
lungo termine. La Russia sta espandendo le sue capacità militari e continua le
sue violazioni dello spazio aereo e le sue attività provocatorie. Siamo
solidali con gli alleati colpiti da queste azioni. La NATO non cerca lo scontro
e non rappresenta una minaccia per la Russia (ah no!, beh su questo punto
lorsignori dovrebbero cercare di convincere i russi, ndr.). Rimaniamo disposti
a mantenere canali di comunicazione con Mosca per mitigare il rischio e
prevenire l’escalation (ah sì, in che modo di grazia, se persino la legge
ucraina impedisce l’apertura di un dialogo?).
Un altro
passaggio: “La Russia ha aumentato la sua dipendenza dai sistemi di armi
nucleari e continua a diversificare le sue forze nucleari, con …. nuovi sistemi
e … capacità … a corto e medio raggio, quale crescente minaccia per l’Alleanza.
La Russia ha violato, attuato selettivamente e si è allontanata dagli obblighi
e dagli impegni di lunga data in materia di controllo degli armamenti, minando
l’architettura globale di controllo degli armamenti, disarmo e non
proliferazione”. Tale inverecondo passaggio merita una riflessione specifica:
pur lasciando da parte l’accordo nucleare (il Jcpoa) che il gruppo 5+1 aveva
firmato con l’Iran, stracciato poi da D. Trump nel 2018 e mai riportato in vita
da J. Biden, che pure nel 2015 quando Obama lo aveva firmato, da Vicepresidente
degli StatiUniti, lo aveva fortemente sostenuto), nel 2022 gli Usa abbandonano
il Trattato ABM (Anti-Ballistic Missile) che dal 1972 limitava i sistema di
difesa anti-missile balistici, nel 2019 abbandonano il INF (trattato sulla
forza nucleare a gittata intermedia), con varie pretesti, dopo aver schierato
in Europa i sistemi di lancio verticale MK-41 quale difesa contro una
fantasiosa minaccia iraniana contro l’Europa (i mentitori professionisti hanno
talvolta una ridicola fiducia nei loro mezzi). Infine, il 22 novembre 2020 gli
Usa escono anche dal trattato “open skies” (e solo allora, dopo alcuni mesi, ne
esce la Russia), che consentiva un reciproco monitoraggio delle installazioni
militari sul rispettivo territorio. Anche qui dunque un cumulo di menzogne.
Un’altra
chicca: “Il vicinato meridionale della Nato (si tratta di paesi deboli tenuti
al guinzaglio dall’elargizione corruttrice di dollari della stamperia Usa, che
si prospetta fortunatamente in via d’esaurimento, forse non domani, ma in un
ragionevole periodo di tempo, olocausto nucleare permettendo, ndr.) offre
opportunità di cooperazione su questioni di reciproco interesse. Attraverso le
nostre partnership miriamo a promuovere una maggiore sicurezza e stabilità in
Medio Oriente e in Africa, contribuendo alla pace e alla prosperità nella
regione. … verrà nominato un Rappresentante speciale della Nato per il
Medioriente (aumentando beninteso a dismisura i rischi di guerra, ma si tratta
di un dettaglio, ndr). Rafforzeremo il dialogo, la sensibilizzazione, la
visibilità e gli strumenti di cooperazione, … l’Hub per il Sud e il Centro
Nato-ICI in Kuwait. Sarà aperto un ufficio Nato ad Amman d’intesa con quel
governo. Sulla base del successo della Missione Nato in Iraq”. (quello che gli
psicopatici redattori definiscono un successo ha lasciato dietro di sé dal 2003
un paese devastato, 650.000 morti, 1 milione di feriti/mutilati e 1,5 milioni
di rifugiati in un conflitto che non è ancora terminato, ndr.) e sulla base della
richiesta delle autorità irachene, abbiamo ampliato la portata del nostro
sostegno alle istituzioni irachene (in realtà, le truppe statunitensi
dovrebbero andarsene come richiesto più volte dal parlamento iracheno, ma gli
Stati Uniti se ne infischiano e continuano a depredare quel paese della sola
risorsa di cui dispone, il petrolio! Ndr).
“La Nato
continuerà a integrare le considerazioni sul cambiamento climatico in tutti i
compiti principali e rafforzerà la sicurezza energetica. Il cambiamento
climatico è una sfida decisiva per la sicurezza … L’energia è un fattore
critico per le operazioni militari, la Nato s’impegna dunque a garantire
forniture energetiche sicure, resilienti e sostenibili, compreso il carburante,
alle forze militari dell’Alleanza… Mentre ci adattiamo alla transizione
energetica, garantiremo la capacità militare, l’efficacia e
l’interoperabilità”. Chiaro, non è vero? Specie se si omette di rilevare
l’enorme impatto degli armamenti. Secondo “Less wars, less warming” pubblicato
nel novembre 2023 da Common “Wealth and Climate and Community project”solo Usa
e UK hanno emesso in un anno 430 mln di tonnellate di anidride carbonica. Il
Pentagono è la maggior fonte pubblica di inquinamento al mondo. Del resto,
levoltre 800 basi militari in 85 paesi, alle quali devono sommarsi le 145 della
colonia britannica, non diffondono certo profumo di viole. Se dunque tutti i
paesi Nato, come ordina il padrone, dedicheranno almeno il 2% del loro Pil alle
armi, togliendolo ai servi pubblici, la vita nel pianeta non potrà che
migliorare!
Il
comunicato precisa quindi che “In un momento in cui il diritto internazionale e
le norme fondamentali sono messi in discussione, rimaniamo pienamente impegnati
nel diritto internazionale umanitario”. Incredibile, dirà ancora il lettore
onesto che questi signori non abbiamo un briciolo di coraggio per guardarsi
allo specchio e riflettere su nomi e cognomi di paesi e individui che hanno
polverizzato quel poco che poteva chiamarsi diritto internazionale (guerre in
Libia, in Serbia, in Iraq, il genocidio del popolo palestinese, tuttora in
corso, da parte di Israele e del suo protettore, e poi destabilizzazioni di
ogni genere e modo da parte delle agenzie di intelligence Usa e delle loro
avanguardie umanitarie, ONG et similia. La sola spiegazione plausibile è che i
lussuosi hotel che hanno ospitato codeste eccellenze abbiano messo al bando gli
specchi.
Ancora: “La
Nato afferma … la determinazione a sconfiggere l’aggressione russa e
scoraggiarla in futuro. A tal fine, intendiamo fornire un finanziamento di base
minimo di 40 miliardi di euro entro il prossimo anno, e fornire assistenza
affinché l’Ucraina prevalga, … Il sostegno politico, economico, finanziario e
militare all’Ucraina sarà fornito attraverso la Nato, ma anche in via bilaterale,
multilaterale o in altro modo”.
I
partecipanti a siffatti vertici sono di tutta evidenza esemplari umani di altra
specie, come respirassero zolfo e non ossigeno, membri di un’umanità tenuta
biologicamente in vita con bombole all’arsenico. A tali politici, ciò che fa
loro difetto è soprattutto il pensiero politico, nel suo significato primo,
quale preoccupazione per il bene della polis, vale a dire di tutti i membri di
una collettività. Essi sono concentrati esclusivamente sulla tutela del loro
miserrimo e inconsistente potere di maggiordomi. Non riescono a ragionare in
termini logici. Davanti alle crisi, gli sciocchi pensano ai responsabili (e su
questa guerra, ad minimum, i dubbi sono infiniti), i saggi invece studiano le
possibili soluzioni. Di questi ultimi nel consesso Nato non si vede l’ombra,
mentre il mondo precipita lentamente nel baratro, i giovani continuano a morire
e l’Ucraina a essere distrutta.
Del resto,
come tutti sanno ma non dicono gridando, se la Russia dovesse vedere allungarsi
l’ombra della sconfitta, è verosimile che ricorrerebbe all’arma atomica. Solo
un colpo d’ala, dunque, che non verrà certo dagli gnomi che ci governano, può
soccorrere il mondo. Non resta pertanto che attendere l’avvento del cigno nero.
Dal
documento emerge insomma un gigantesco vuoto di discernimento da parte di un
manipolo di incompetenti eticamente corrotti, piegati agli interessi dei
produttori di armi e di psicopatici del potere, che in cambio di briciole
economiche, misere carriere e qualche onore effimero, hanno venduto l’anima al
demonio.
I governi
vogliono le guerre, occorre gridarlo forte, non i popoli, perché questi ultimi
sanno bene che nelle guerre a morire è sempre la povera gente.
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