Una feroce battaglia nel deserto si è conclusa con la disfatta di una
colonna di soldati e mercenari dell'Africa Corps (ex Wagner), grazie all'aiuto
dato ai ribelli tuareg e agli islamisti da parte dei legionari e dei corpi
speciali ucraini. L'intesa degli Occidentali con i terroristi può portare a
conseguenze devastanti
I miliziani tuareg e i jihadisti maliani che il 27 luglio nel centro del
Sahara, in Mali ma ai confini con l’Algeria, hanno inferto una sonora sconfitta
all’esercito regolare e ai loro alleati mercenari russi, sono stati aiutati dai
consiglieri francesi che hanno fornito le informazioni di intelligence
necessarie per vincere la furiosa battaglia. I francesi, a loro volta, hanno
incaricato tecnici militari ucraini, da loro addestrati in Ucraina, di
utilizzare i droni intervenuti (e sono stati decisivi) durante i combattimenti.
Ma non solo: i francesi hanno fornito ai terroristi islamici tutte le
informazioni che hanno loro permesso di prevalere sulle truppe russo-maliane,
nella terza parte della battaglia, durata ben tre giorni.
Secondo fonti confidenziali raccolte da Africa ExPress (ma
che non possiamo rivelare per ovvi motivi) gli americani sono estranei alla
vicenda. La CIA era stata solo informata dai francesi e Jeremy, una delle
antenne dei servizi di Washington, residente fino a poche settimane fa in una
base USA a Niamey, è stato tenuto al corrente di tutta l’operazione, cui alla
fine ha dato il suo benestare, per altro non necessario.
Un ufficiale delle forze speciali
Il gruppo di ucraini era comandato da un ufficiale delle forze
speciali di Kiev, unità conosciuta con il nome di Khimik. Khimik è nota per
aver partecipato a combattimenti in Siria, nelle forze antigovernative
appoggiate e armate dagli americani e dai francesi.
La cosa più preoccupante è l’alleanza di fatto e il
coordinamento tra i jihadisti e i francesi, informazione che non sarà sfuggita
a Jeremy. Sembra di rivedere lo scenario degli anni ’80 in Afghanistan quando
per combattere i sovietici gli Stati Unti rifornirono di armi ai mujaheddin di
Osama Bin Laden che poi si rivoltò contro chi l’aveva aiutato. Quelle armi
furono utilizzate dai terroristi di Al Qaeda. Le conseguenze di questa politica
rischiano di essere devastanti.
Ora i francesi – con la benevolenza degli americani – per combattere i
russi e la loro influenza sui governi del Sahel, accantonando cinicamente
principi e ideologie, hanno deciso di servirsi dei potenti miliziani jihadisti
legati ad Al Qaeda e di allearsi con loro, applicando l’adagio popolare, il
nemico del mio nemico è mio amico.
Centro smistamento migranti
Il 27 luglio e nei giorni immediatamente precedenti, a Tin Zaouten
(attenzione, la grafia, traslitterata dall’arabo, di questa località può essere
diversa), in pieno deserto, i ribelli tuareg e i jihadisti dell’Isis hanno
avuto tre scontri con un gruppo di mercenari della compagnia Wagner (da poco
ribattezzata Africa Corps) e di regolari dell’esercito. Secondo le stime
diffuse anche da ambienti occidentali sarebbero rimasti uccisi almeno 84
soldati di ventura al soldo del Cremlino e 47 militari maliani.
È stato un duro colpo per l’organizzazione mercenaria. La Wagner era
guidata da Yevgeny Prigozhin, morto in un incidente aereo e ora direttamente
controllata dalla struttura di comando della difesa russa.
Subito dopo le battaglie del 27 luglio Andriy Yusov, portavoce del
servizio di intelligence militare ucraino (GUR), gongolante per la vittoria, ha
sostenuto orgoglioso che i ribelli tuareg avevano “ricevuto informazioni
necessarie, e non solo informazioni, che hanno permesso il successo di
un’operazione militare contro i criminali di guerra russi”.
Attacco ai tuareg
Africa ExPress è ora in grado di spiegare come sono andate
le cose in quei giorni. Il 25 luglio le truppe maliane, sostenute dai Wagner,
provenienti dal villaggio di Boghassa (più di 80 uomini e 24 veicoli, tra cui
sei blindati e sei motociclette) attaccano il villaggio di Tin Zaoutene, centro
di smistamento di migranti e base di trafficanti e contrabbandieri, controllato
dai ribelli tuareg del Cadre stratégique pour la Défense du Peuple de
l’Azawad (CSP-DPA), una sigla che comprende diverse formazioni
secessioniste. Secondo il giornalista Wassim Nasr le immagini del convoglio
lasciano capire che la maggior parte degli assalitori erano bianchi, probabilmente
russi.
I tuareg, comandati da Alghabass ag Installa, resistono e
respingono gli assalitori. I combattimenti riprendono il 27 luglio. I
russi-maliani, durante una tempesta di sabbia, cadono in un’imboscata dei
tuareg a Zakak, villaggio sulla strada per Kidal, il capoluogo di quella
regione maliana. I regolari e i mercenari russi tentano di ritirarsi ma sono
inseguiti dai ribelli tuareg e il terzo scontro avviene verso Abeïbara. I
superstiti, in fuga, cadono in un’altra imboscata dei jihadisti del Groupe
de Soutien à l’Islam et aux Musulmans (GSIM) in una valle delle
montagne di Tin-Gamera, a 40-70 chilometri a sud di Tin Zauten. Gli islamisti
sono guidati da Sedane Ag Hita, uno dei suoi comandanti più anziani, e da
Abdorrahmane Zaza, noto come “Abdorrahmane Al-Targui”, emiro della regione di
Tin-Essako.
Accordo organico
Secondo alcuni osservatori il modo in cui si è svolta
l’imboscata potrebbe far pensare a una forma di partnership temporanea tra i
francesi e i gruppi jihadisti, invece sarebbe stata solo un’alleanza ad hoc
diretta contro l’esercito maliano e Wagner. Questa però non è la versione
raccolta da Africa ExPress. Le nostre informazioni parlano di
un’accordo organico tra francesi e jihadisti.
Questa è la cronaca che si può facilmente leggere sui giornali
francesi, sempre molto attenti alle cose africane. Ma la fonte confidenziale
sentita da Africa ExPress, spiega ancora: ”I francesi hanno
organizzato tutta l’operazione in stretto coordinamento con i servizi di
sicurezza algerini che hanno contribuito con informazioni precise e ben
documentate. Sebbene i rapporti tra Parigi e Algeri in questo momento non siano
dei migliori (dopo il sostegno assicurato da Macron al piano di pace marocchino
per il Sahara Occidentale, l’ex colonia francese ha richiamato il suo
ambasciatore in Francia, ndr), la collaborazione tra le due intelligence sembra
ancora solida e ben collaudata e ora i francesi sono diventati consiglieri dei
separatisti tuareg e di Al Qaeda e dell’ISIS”. Poi aggiunge un dettaglio: “Il
sentimento antifrancese nel Sahel è stato provocato, tra l’altro, dallo scarso
impegno delle truppe degli ex colonialisti nella guerra contro gli islamisti.
L’opinione pubblica e i militari si sono convinti che la declamata guerra ai
terroristi servisse solo come una giustificazione alla loro presenza in Mali e
in Niger. Infatti, i legionari non hanno fatto granché contro i terroristi”.
Guerra fuori dall’Europa
Insomma, la guerra tra Russia e Ucraina si combatte anche fuori
dall’Europa e, come tutte le guerre, è fatta di colpi bassi, intrighi, accordi
e alleanze all’apparenza innaturali. Quando si tratta si geopolitica non si può
usare la logica e il buon senso. Non ci si può fidare delle dichiarazioni
politiche espresse e/o delle posizioni ostentate. Ciò che sembra inverosimile
può diventare in un batter d’occhio realtà. Gli avvenimenti degli ultimi
decenni ci hanno abituati a colpi di scena. Gli americani avevano finanziato e
armato Osama Bin Laden, gli israeliani avevano finanziato Hamas e ora i
francesi si alleano ad Al Qaeda per sbarazzarsi dei russi che hanno preso il
loro posto nel Sahel. Gli occidentali in Africa sono stati allontanati ma non
si può credere che accatteranno la situazione con rassegnazione. Si
preannunciano giorni difficili. Soprattutto per gli africani.
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