Dopo lo scandalo del Silos, dove migliaia di persone sono state volutamente abbandonate per anni rendendo la città di Trieste tristemente famosa in tutta Europa, emerge ora in tutta la sua gravità un’altra pesantissima responsabilità istituzionale: il degrado di Casa Malala emerso dai dati e dalle immagini scioccanti diffuse dagli onorevoli Magi (Più Europa) e Orfini (PD).
Una ricostruzione dei fatti accaduti è dunque necessaria: ICS, insieme alla
Prefetta Porzio e all’allora Sindaco di Monrupino Pisani, inaugurò Casa Malala
nell’autunno 2016 dedicandola alla nota ragazza pakistana vincitrice del Premio
Nobel. Per anni Casa Malala, con l’alto livello di servizi che la
caratterizzava, è stata per tutta Italia il simbolo che è possibile fare una
buona accoglienza temporanea anche in strutture (in sé poco adatte) come una ex
caserma, se c’è la volontà in tal senso da parte dell’istituzione e dell’ente
gestore. Nel luglio 2021 quando consegnò la struttura alla Caritas di
Trieste, ICS mise ripetutamente in guardia la Prefettura di Trieste
sulla necessità di mantenere costanti i lavori di manutenzione, specie degli
impianti sanitari, e di dover garantire – in parallelo – un’attenta conduzione
quotidiana.
Da allora nulla è stato fatto e la struttura, abitata spesso in modo
prevalente da famiglie e minori, è stata lasciata degradare di mese in mese,
con sporcizia crescente e raggiungendo un livello di abbandono tale da renderla
attualmente inagibile. Tutto ciò mentre la politica locale e regionale altro
non è stata in grado di fare che attaccare l’accoglienza diffusa, unica parte
del sistema di accoglienza che funziona e che, oltre che le persone, difende
anche l’onore della città, per quel poco che ne resta.
L’attuale gestione di Caritas dovrebbe passare, secondo le determinazioni
della Prefettura di Trieste, alla cooperativa Nova Facility, già coinvolta in
passato nella gestione del centro di Lampedusa e in quella del pessimo centro
“Mattei” a Bologna. Tale ente ha vinto operando un incredibile ribasso di circa
il 18% sui costi, già inadeguati, fissati a base di gara. A titolo di esempio:
Nova Facility sostiene di poter fornire la colazione, il pranzo e la cena
preparati sul posto al costo di sei euro per ospite. ICS, che vorrebbe
ripristinare la buona gestione di Casa Malala che c’era in passato è
dunque profondamente allarmata dalla prospettiva di un ulteriore
crollo della qualità di gestione della struttura, ha fatto ricorso al TAR FVG
affinché ci sia un’attenta valutazione dei costi reali di gestione.
ICS chiede a tutte le forze politiche e sindacali e a tutte le realtà
sociali della città di esprimere sdegno per quanto accaduto e di impegnarsi,
questa volta con forza e serietà, a voltare pagina nella gestione della prima
accoglienza a Trieste.
Fonte: CS di ICS
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