«Se dovessi scegliere con chi fare il giro del mondo, non avrei
esitazioni: con lui». Con Andrea, con suo figlio. Molti padri direbbero la
stessa cosa, probabilmente. Ma non tutti si divertirebbero quanto Stefano
Mauri, l'editore milanese. Assieme ad Andrea, in giro per mare e per monti, ma
preferibilmente per mare. Perché pochi ventenni sanno essere sempre di buon
umore e di compagnia, come lui, soprattutto a bordo di una nave. Perché tra i
problemi di Andrea non c'è la sindrome dell'età ingrata. Né un grammo di
snobismo. Perché Andrea sa fare amicizia con tutti e si trova a suo agio con il
petroliere come con il benzinaio: semplicemente non vede la differenza, e
questa è una delle sue migliori qualità.
«Attacca bottone con chiunque. Sa sempre come rompere il ghiaccio e sul
cazzeggio è imbattibile. In qualche caso è addirittura consigliabile avere un
figlio Down» riflette Stefano Mauri, 51 anni, presidente del gruppo editoriale
Mauri Spagnol (GeMS), e consapevole - lui - che in tal caso sarebbe però
preferibile essere un petroliere che un benzinaio.
«Certo, per chi ha mezzi, tutto diventa più facile - riconosce -: le scuole private, gli insegnanti di sostegno. Ma da quando è arrivato lui, da quando è cominciata a emergere la sua personalità, è iniziata un'avventura. Tutta diversa da quella prevista»…
«Certo, per chi ha mezzi, tutto diventa più facile - riconosce -: le scuole private, gli insegnanti di sostegno. Ma da quando è arrivato lui, da quando è cominciata a emergere la sua personalità, è iniziata un'avventura. Tutta diversa da quella prevista»…
…«Si sveglia prestissimo, al
primo barlume di luce, con la felicità di iniziare una nuova giornata. Bambini
come Andrea tengono unita la famiglia. Il suo sogno è di vivere tutti insieme
in una specie di kibbutz. Quando è nato, i medici italiani ci dicevano come
dovevamo curarlo, senza nemmeno averlo visitato. Andrea non è malato e non va
trattato come tale. Ai genitori dei bimbi Down basta insegnare come amarli».
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