lunedì 22 aprile 2013

in quel tempo, all’assemblea costituente


…Apre la discussione sull'articolo 4:
« Durata. - Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.
« Trenta giorni prima della scadenza del termine, il Presidente dell'Assemblea Nazionale convoca il Collegio previsto dall'articolo 1 per la nuova elezione del Presidente della Repubblica.
« Se una o tutte e due le Camere sono sciolte, oppure manca meno di un semestre alla fine della legislatura, l'elezione del Presidente della Repubblica avrà luogo entrò 15 giorni dalla costituzione delle nuove Camere, e i poteri del Presidente sono prorogati ».
Pone in discussione il primo comma.
TOSATO, Relatore, avverte che questo è un punto che è stato lungamente dibattuto e vi sono al riguardo pareri discordanti: secondo alcuni, la durata della carica dovrebbe essere di sei anni, secondo altri si dovrebbe precisare che il Presidente è eletto per sei anni e non è rieleggibile; altri ancora preferirebbero specificare che è eletto per sei anni e non è rieleggibile che una sola volta; infine, per quanto lo riguarda, egli preferirebbe dire semplicemente che è eletto per sette anni. Ritiene che non sia opportuno escludere la possibilità della rielezione, soprattutto data la situazione politica attuale di penuria di uomini politici, dopo venti anni di carenza di vita politica. D'altra parte, l'affermazione che non è rieleggibile potrebbe anche essere interpretata, per quanto indirettamente, in un senso poco favorevole per l'attuale Capo provvisorio dello Stato.
Né approverebbe una formula limitativa nel senso di specificare che il Presidente può essere rieletto una sola volta, in quanto ciò rappresenterebbe un vincolo morale, seppure tenue, per il collegio elettorale che nel procedere alla elezione del Presidente si troverebbe sempre di fronte alla positiva possibilità di rieleggere il Presidente cessante. A suo avviso è dunque preferibile lasciare impregiudicata la questione, rimettendola alla completa discrezionalità del corpo elettorale.
LAMI STARNUTI propone la formula: « è eletto per sette anni e non è rieleggibile », ad impedire che si apra la via ad una politica a carattere personale del Presidente.
BORDON propone di ridurre la durata in carica da sette a cinque anni.
LUSSU concorda con l'onorevole Bordon.
FUSCHINI obietta che il Senato è eletto per sei anni e, se il termine venisse ridotto, lo stesso Senato eleggerebbe due volte il Presidente della Repubblica.
PRESIDENTE pone ai voti la proposta di ridurre la durata in carica del Presidente della Repubblica a cinque anni.
(Non è approvata).
Pone ai voti la durata della carica in sei anni.
(Non è approvata).
Pone in votazione la formula:
« Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.
(È approvata).
Mette ai voti il seguente emendamento aggiuntivo: « e non è rieleggibile ».
(È approvato)…

6 commenti:

  1. evidentemente il voto in commissione ed il testo ivi approvato è stato poi modificato dall'aula.
    comunque, come tu ben sai, il punto non è questo....

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  2. certo che non cambia niente, la ratio della commissione era buona, in Usa Obama ha al massimo 8 anni, da noi diventano 15, ma se non si è stati capaci di meglio questo ci teniamo.

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    1. sì, ma il ruolo di Obama e dei presidenti USA non è quello di Napolitano e dei presidenti Italiani.... è più paragonabile a quello di Presidente del Consiglio, capo dell'esecutivo, semmai.
      comunque, come certo ben sai, sino alla quarta rielezione di Rooselvelt, il limite non era costituzionalizzato neanche in USA.

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  3. a me le due legislature parlamentari mi sembrano eque, ci sono tanti modi per dare un contributo al paese, no?

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    1. a me sembrano una forzatura.
      forzatura senza dubbio giustificata dalla prassi, ma sempre forzatura: anche in Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna ed USA i parlamentari restano molto a lungo.
      Blair, tanto per dire, divenne premier dopo svariate legislature.

      e, comunque, resta da intendersi se siano due legislature a prescindere (su qualunque carica) o due da parlamentari.
      la proposta di Grillo va nel primo senso.

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    2. con i due mandati parlamentari non avremmo i Berlinguer e i Pertini.
      il punto è che quando si adotta il pilota automatico e le competenze sono sempre più cedute ad organismi sovranazionali servono dei passacarte e degli esecutori, non politici come ci sono stati in passato.
      questi sono simulacri di politici, o, per dirla con Guzzanti, protesi della loro stessa minchia.

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