…Quella della austerità è una guerra
che i governi e le classi dirigenti conducono contro il proprio popolo. Una
guerra umanitaria naturalmente, come tutte quelle che si fanno oggi. Una guerra
con il supremo obiettivo di rendere nuovamente virtuosa e competitiva
l'economia e che inevitabilmente provoca danni collaterali. Che tutti i potenti
deprecano e condannano, salvo poi continuare esattamente come prima.
Se si bombarda una città mirando
alle opere militari, gli esperti sanno perfettamente calcolare quale sarà la
percentuale minima inevitabile di vittime civili.
Se, per mantenere quel pareggio di
bilancio a cui ci siamo impiccati obbedendo ai diktat della Troika europea, si
devono tagliare spese per il lavoro, per le pensioni e la sanità; se così si
taglia, una percentuale definita di persone verrà brutalmente colpita nelle
condizioni di vita, nella salute e nella dignità. E una parte di esse non potrà
reggere alla disperazione.
Si sa benissimo che accade e perché
accade, ma si continua. Il codice ed il mercato assolvono preventivamente gli
autori di questa criminalità economica.
Come diceva Charlie Chaplin in Monsieur Verdoux, se uccidi una
persona sei un assassino, un milione sei uno statista.
Quanta gente ancora dovrà essere
uccisa dalla austerità, prima che essa sia cancellata e condannata come
socialmente e moralmente esecrabile e i suoi responsabili chiamati a
risponderne?
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