…Se davvero
si vuol abbattere la disoccupazione di massa e considerarla, come fecero tutti
i progressisti e gli antifascisti negli anni trenta, il primo nemico della
democrazia, allora bisogna rovesciare il tavolo delle misure e dei
convincimenti di questi venti anni.
Primo, ci
vuole un grande intervento pubblico perché il mercato è fallito. Ci vogliono
nazionalizzazioni e investimenti pubblici in opere necessarie davvero,
abbandonando le varie TAV che producono lauti profitti, ma quasi zero lavoro.
Secondo bisogna
bloccare i licenziamenti subito, imponendo alle multinazionali e alle grandi
imprese una vera e propria tassa sociale per il lavoro. Se te ne vai paghi
molto di più di quello che ti costa restare, questo deve imporre un potere
politico con la schiena dritta.
Terzo
bisogna ridurre qui e ora l'orario di lavoro nelle due modalità conosciute.
L'abbassamento dell'età della pensione e la riduzione dell'orario settimanale.
Questo non crea nuovo lavoro, ma ridistribuisce quello che c'è in modo più
giusto, soprattutto a favore dei giovani e degli esodati, e in prospettiva
migliora la stessa produttività.
Quarto
bisogna ridistribuire ricchezza, prima di tutto con il reddito ai disoccupati e
poi con l 'aumento delle retribuzioni e delle pensioni più basse. Questo perché
bisogna smetterla di pensare che l'economia riparta vendendo Ferrari e Armani
ai benestanti e ai ricchi nel mondo. Siamo troppi in Italia per vivere solo di
questo.
Naturalmente ci sono tante altre misure che andrebbero prese, ma qui ho voluto sottolineare quelle davvero di emergenza e di rottura con le politiche economiche che ci hanno portato a questo disastro.
Naturalmente ci sono tante altre misure che andrebbero prese, ma qui ho voluto sottolineare quelle davvero di emergenza e di rottura con le politiche economiche che ci hanno portato a questo disastro.
So bene che
queste scelte, che negli anni trenta sarebbero state definite come
riformatrici, nulla hanno a che vedere con l'ideologia del riformismo liberista
delle oligarchie che ci governano, in Italia e in Europa. Però quanto dobbiamo
aspettare e pagare ancora, prima che si capisca che queste oligarchie ci stanno
trascinando nel loro fallimento?
Facciamo
della lotta alla disoccupazione di massa la priorità della politica, e se
qualcuno ci risponde parlando di Europa rispondiamo come recentemente hanno
fatto milioni di portoghesi:che
si fotta la Troika.
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