lunedì 8 aprile 2013

contro la disoccupazione - Giorgio Cremaschi


…Se davvero si vuol abbattere la disoccupazione di massa e considerarla, come fecero tutti i progressisti e gli antifascisti negli anni trenta, il primo nemico della democrazia, allora bisogna rovesciare il tavolo delle misure e dei convincimenti di questi venti anni.
Primo, ci vuole un grande intervento pubblico perché il mercato è fallito. Ci vogliono nazionalizzazioni e investimenti pubblici in opere necessarie davvero, abbandonando le varie TAV che producono lauti profitti, ma quasi zero lavoro.
Secondo bisogna bloccare i licenziamenti subito, imponendo alle multinazionali e alle grandi imprese una vera e propria tassa sociale per il lavoro. Se te ne vai paghi molto di più di quello che ti costa restare, questo deve imporre un potere politico con la schiena dritta.
Terzo bisogna ridurre qui e ora l'orario di lavoro nelle due modalità conosciute. L'abbassamento dell'età della pensione e la riduzione dell'orario settimanale. Questo non crea nuovo lavoro, ma ridistribuisce quello che c'è in modo più giusto, soprattutto a favore dei giovani e degli esodati, e in prospettiva migliora la stessa produttività.
Quarto bisogna ridistribuire ricchezza, prima di tutto con il reddito ai disoccupati e poi con l 'aumento delle retribuzioni e delle pensioni più basse. Questo perché bisogna smetterla di pensare che l'economia riparta vendendo Ferrari e Armani ai benestanti e ai ricchi nel mondo. Siamo troppi in Italia per vivere solo di questo.
Naturalmente ci sono tante altre misure che andrebbero prese, ma qui ho voluto sottolineare quelle davvero di emergenza e di rottura con le politiche economiche che ci hanno portato a questo disastro.
So bene che queste scelte, che negli anni trenta sarebbero state definite come riformatrici, nulla hanno a che vedere con l'ideologia del riformismo liberista delle oligarchie che ci governano, in Italia e in Europa. Però quanto dobbiamo aspettare e pagare ancora, prima che si capisca che queste oligarchie ci stanno trascinando nel loro fallimento?
Facciamo della lotta alla disoccupazione di massa la priorità della politica, e se qualcuno ci risponde parlando di Europa rispondiamo come recentemente hanno fatto milioni di portoghesi:che si fotta la Troika.

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