Intervenendo giorni
fa alla sessione del Consiglio Onu per i diritti umani (Unhrc) con sede a
Ginevra, l’organizzazione internazionale North South XXI ha indirizzato parole
dure ai paesi membri del Consiglio, che sono quarantasette, a turno. Parole
adatte alla commemorazione del decimo anniversario della guerra all’Iraq ma
anche al tentativo in corso da parte delle potenze Nato e dei loro alleati
arabi di fomentare la guerra in Siria: “Questo
Consiglio non ha intrapreso azioni adeguate rispetto all’uso illegale della
forza contro i popoli dell’Afghanistan e dell’Iraq (…) Stiamo commemorando
l’anniversario dell’assassinio di un milione e mezzo di iracheni – secondo
quanto pubblicato da The Lancet – ma il
Consiglio non ha fatto nulla per porre fine all’impunità dei responsabili. E da
quando la violenza è esplosa in Siria, alcuni stati membri del Consiglio hanno
fornito e continuano a fornire armi che alimentano la violenza. Anche la
Commissione d’inchiesta del Consiglio sulla Siria viene usata come arma da alcuni
degli stati che hanno ucciso in Afghanistan e Iraq. Buona parte del rapporto si
fonda su notizie non verificate che non rispondono al minimo standard della
prova (…)”
Nella guerra per
procura in Siria, condita da una propaganda forse ancora più forte perché a
prova di durata, il Consiglio dei diritti umani aiuta la tragedia e sono is
soliti paesi a denunciarlo. Abbiamo già riferito delle nostre critiche
metodologiche e di contenuto (in francese con sintesi in spagnolo, v. qui:http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1334) al lunghissimo nuovo rapporto della Commissione Coi, la
commissione di inchiesta sedicente “indipendente” sui diritti umani in Siria.
Il lavoro della Commissione, capitanata fra gli altri dalla giudice svizzera
Carla Del Ponte, è basato su racconti di parte e contiene molte accuse non
verificate (anche circa i colpevoli di massacri e stragi), fondate solo su
testimonianze” raccolte per skype, al telefono, o presso persone segnalate
dall’opposizione armata (si parla però di “attivisti”); non comprova nemmeno le
molte accuse di “bombardamenti indiscriminati” a panetterie (i video che lo
proverebbero non provano nulla…), scuole e ospedali (spesso svuotati e occupati
da gruppi armati). I racconti si contraddicono. Inoltre si minimizzano i casi
di attentati e stragi da parte dell’opposizione…
…Nonostante questa sceneggiata, noi
non ci facciamo impressionare: scarabocchiare qualcosa su un cartoncino e
sbandierarlo non fa diventare un eroe e un patriota chi invece è un oppositore
del presidente Bashar al-Assad e del suo governo.
Marinella Correggia infatti, al di là di questa abile
azione pubblicitaria per se stessa ed il movimento No War di Roma, di cui è
rappresentante di spicco, resta
un'oppositrice, anche se non-violenta e pacifica, di Bashar al-Assad edel governo da lui presieduto.
Avete mai sentito dire o avete mai letto da parte di Marinella Correggia
una parola di sostegno al Presidente al-Assad o all'Esercito Arabo Siriano che col proprio sangue sta difendendo
la Patria??? NO!!!
E sapete perchè? Perchè per la
Correggia, al di là delle posizioni antagoniste alle ingerenze USA-NATO nelle
vicende terroristico/mercenarie siriane,
il presidente al-Assad è comunque un "dittatore" e l'eroico Esercito Arabo Siriano è il
suo braccio armato. Infatti non
troverete MAI un'affermazione di Marinella Correggia e del movimento che
rappresenta di stima e/o ammirazione o comunque di riconoscimento dell'elevato
sensto di responsabilità, abnegazione, onestà o eroicità e sacrificio del
presidente al-Assad o nei confronti dell'esercito siriano nazionale.
Lei non esterna mai contro
l'esecutivo di Bashar al-Assad, o contro quello precedente del padre della
patria Hafez al-Assad, e neppure contro l'Esercito Arabo Siriano: semplicemente
e diplomaticamente non ne fa mai cenno. Non si sbilancia mai, nè a favore, nè
contro, in linea col "politically correct".
Marinella Correggia, quale coerente pacifista non-violenta, figlia di quella scuola
di pensiero politicamente corretta e "democratica" della
"sinistra" occidentale, non
può essere una sostenitrice patriota (termine
di cui lei non conosce neppure il significato) e possiamo invece considerarla
come qualcuno che si stia insinuando e/o facendo
accreditare all'interno del movimento di resistenza siriano per domani poter
meglio rappresentare quell'opposizione
"democratica" che vorrebbe "licenziare" il presidente Bashar al-Assad e mettere dei fiori
nei Kalasnikov-AK47 dell'Esercito Arabo Siriano, per formare un soggetto
politico nuovo…
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