Diffido di chi è innamorato perso dell’Africa.
Sono quelli che possono permettersi costosi safari nelle savane, sono i
volontari spinti da tanta passione (o solo voglia di viaggiare nel
continente?), sono i cooperanti animati di tanto zelo (o solo voglia di
un’esperienza esotica, per giunta pagata?), sono i giornalisti che “ve lo dico io come
stanno le cose“. Quante critiche e
scudi levati solleverà quello che dico. Il fatto è che chi davvero vive
l’Africa dal di dentro, anche solo una minuscola parte di essa, non può essere
un romantico che usa cuoricini al posto di parole.
No, chi è innamorato perso dell’Africa,
l’Africa proprio non la conosce. Non conosce la lotta quotidiana per avere
cose scontate in quell’Occidente innamorato dell’Africa – come l’acqua o la
corrente elettrica, che lussi! Non conosce la realtà di quei bambini che “sorridono sempre, ma
come sono belli!” Ma come vivono
e cosa pensano di voi, lo sapete davvero? E se lo sapete, cosa cambia per voi?
Non conosce la realtà della corruzione costante
– cari africani che mi leggete e che vi sentite offesi, sì la corruzione è ovunque
(e voi lo sapete bene) per qualunque cosa ti occorra. Non conosce
l’imbroglio degli aiuti e finanziamenti delle varie banche mondiali o fondi
monetari internazionali che finiscono nelle tasche dei politici per, diciamo il
70%? Altrimenti che diamine, che bisogno ci sarebbe per ONG e Charity di
continuare a inviare fondi e volontari per cose basilari come cessi, ospedali,
pozzi?
E non conosce neanche il razzismo nei
confronti di noi bianchi, cari volontari, espatriati e cooperanti, che dopo
un po’ tornate a casa a raccontare quanto amate l’Africa. E non conosce la falsità
su cui sono costruiti i rapporti tra bianchi e neri (sì, diciamola
come va detta: “bianchi e neri”).
Pensate, cari amanti persi dell’Africa, che i
“neri” che incontrate nell’Africa nera non vedano in voi un essere diverso?
Pensate che non pensino come sottrarvi pietà e soldi? Pensate che vi amino e vi
rispettino come esseri umani? Li abbiamo rispettati noi come esseri umani,
quando gli mettevamo le catene e usavamo la frusta? Ma davvero pensate che
l’abbiano dimenticato?
Gli intellettuali africani usano la Storia per
argomentare (a proposito, voi amanti persi dell’Africa quanti ne conoscete di
questi intellettuali africani?) ma gli africani con poca o scarsa cultura usano
la Storia per continuare a sentirsi vittime e in debito. E voi, cari amanti
persi dell’Africa siete il loro riscatto, il loro portafoglio.
Sapete perché non ve ne accorgete? Perché
nessuno di voi – di questo sono certa, altrimenti non sareste innamorati persi
– ha mai vissuto davvero l’Africa. Un mese, tre mesi, sei mesi, un anno. È
nulla, scusate se ve lo dico. Provate a vivere l’Africa dal basso, in un
villaggio qualsiasi, come quello in cui vivo io per esempio, senza filtri e
senza la protezione di una qualsiasi ONG o agenzia internazionale. Poi mi dite.
Diffido degli amanti persi dell’Africa. Che continuano
a diffondere sogni anziché realtà. Che continuano a diffondere cliché, che
continuano a stimolare il disagio della diversità.
Cari amanti persi
dell’Africa, se pensate di essere amati su questo
continente ricordatevi sempre del colore della vostra pelle e siate consapevoli
che non esiste reciprocità. Lo so è difficile, ma almeno di questo dovreste
cominciare ad essere consapevoli.
Siete troppo deboli in esperienza, cari amanti
persi dell’Africa. Perché solo quando l’Africa comincerà ad amare sé stessa,
allora anche voi potrete amarla come amanti persi. Nel frattempo fareste meglio
a conoscerla davvero l’Africa. E l’Africa – ah, quanto questa generalizzazione
mi pesa, ma devo usarla – farebbe meglio ad amare di più se stessa e a fare di
più per se stessa.
Io continuo a “volere” il luogo dove sono, la
vita che ho scelto di vivere. Ma le cose che non amo sono tante. E del mio
amore sono consapevole e critica, non persa. Diffido di chi ama l’Africa. Chi
ama l’Africa e si perde in questo amore, credetemi, l’Africa non
la conosce.
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