E vossia chi
siete? Domineiddio?
U deciditi vossia si semu boni o no semu boni pe’ trasere na vostra terra dell’altro mondo?*
U deciditi vossia si semu boni o no semu boni pe’ trasere na vostra terra dell’altro mondo?*
Quella
che pone Fortunata Mancuso dovrebbe essere una domanda fatta da una donna
stupefatta, addirittura basita, a chi rappresenta istituzionalmente gli Stati
che incarnano le teorie del liberismo individuale, come gli Stati Uniti o
l’Europa.
Eppure, come spesso accade in altri campi, anche in quello della libertà di spostamento il liberalismo è solo una maschera da mostrare a noi babbioni. In realtà, non esiste né mai è esistita la libertà individuale universale, ma solo quella delle classi (pardon ceti, pardon persone) dominanti. Ovvero i ricchi, i potenti, i padroni. E quelli che pensano di esserlo ma che in realtà sono solo degli ingranaggi di un sistema fatto a misura di pochi che guardano e ridono. Persino quando ci sono terremoti.
Eppure, come spesso accade in altri campi, anche in quello della libertà di spostamento il liberalismo è solo una maschera da mostrare a noi babbioni. In realtà, non esiste né mai è esistita la libertà individuale universale, ma solo quella delle classi (pardon ceti, pardon persone) dominanti. Ovvero i ricchi, i potenti, i padroni. E quelli che pensano di esserlo ma che in realtà sono solo degli ingranaggi di un sistema fatto a misura di pochi che guardano e ridono. Persino quando ci sono terremoti.
Parliamo
di migranti, di gente che si sposta. Come ce ne è sempre stata, nel mondo. E
proviamo a figurarceli come persone in fuga verso un mondo migliore, ma che si
ritrovano a stare nella prigione dello sfruttamento, e anche –
soprattutto – a fare da apripista per lo smantellamento (universale, quello sì)
di tutte le conquiste sociali fatte dell’umanità tra gli anni ’60 e gli anni
’80.
Un
po’ di storia: Le prime migrazioni umane di cui si ha traccia furono
quelle dell’undicesimo millennio a.C.dei semiti e degli indoeuropei.
I primi si imposero addirittura alle popolazioni sumeriche occupando la
Mesopotamia. Gli Indoeuropei arrivarono dalle steppe del Danubio, e si
mescolarono alle popolazioni dell’Europa centrale e meridionale. Nel Medioevo,
dal Nord Europa e dall’Asia intere popolazioni si spinsero
all’interno del continente indoeuropeo, dove la terra è più fertile.
Poi ci furono gli Arabi, che occuparono la penisola iberica per secoli, e
dall’altra parte d’Europa i turchi giunsero fino a Vienna.
In
tempi più recenti, dal 1820 al 1914 circa 40 milioni di europei
sono sbarcati negli Stati Uniti.
1.500.000 mila veneti, per esempio, si spostarono negli Stati Uniti.
1.500.000 mila veneti, per esempio, si spostarono negli Stati Uniti.
Fra
la metà dell’800 e l’inizio del 900, cinquanta milioni di europei si
trasferirono nel Nord America, nell’America latina e in
Australia. Nel 1913 in Italia ci furono 2500 emigranti per ogni
100.000 abitanti. Solo in Svizzera, tra il 1901 e il 1913,
emigrarono oltre 3 milioni di italiani.
Nel
2014 sono arrivate in Italia circa 170 mila persone. Se anche quest’anno fossero
il doppio, non si riesce ancora a fare un paragone con l’ondata migratoria
degli italiani tra l’otto e il novecento. Anche perché la stragrande
maggioranza di chi sbarca in Italia prosegue il suo viaggio verso altri paesi
europei.
Ok,
un po’ lunga come introduzione, ma serve ad inquadrare in modo realistico la
questione.
Chi
migra, chi si sposta da un Paese ad un altro, è nel luogo che Platone descrive
come la frontiera tra l’essere e il non-essere. Non è cittadino (del Paese di
origine ma nemmeno di quello di arrivo), dunque non è. Fa parte,
secondo Federico Crocci,
“di una una nuova classe potenzialmente pericolosa,
portatrice di una doppia pericolosità, testimone di una presenza scomoda,
ingombrante, inclassificabile secondo i canoni dello Stato moderno, portatrice
di una culturadiversa, spesso considerata non assimilabile”.
Oggi
chi arriva in Occidente però fa paura solo a noi babbioni. In realtà, chi sta
approfittando di questi spostamenti di milioni di persone è quello stesso
sistema che da anni sta smantellando pezzo a pezzo lo Stato sociale e le
conquiste dei lavoratori del ‘900.
A questo sistema non importa – non è mai importato forse – di convivere con un olocausto. Dei milioni di persone che partono, solo qualche centinaia di migliaia arriva. Gli altri, uomini, donne, bambini, finiscono ai pesci. O nelle stive di camion.
Quello che interessa è creare paura, e creare un mercato del lavoro nel quale non ci sono più regole se non quelle del più forte.
A questo sistema non importa – non è mai importato forse – di convivere con un olocausto. Dei milioni di persone che partono, solo qualche centinaia di migliaia arriva. Gli altri, uomini, donne, bambini, finiscono ai pesci. O nelle stive di camion.
Quello che interessa è creare paura, e creare un mercato del lavoro nel quale non ci sono più regole se non quelle del più forte.
Tutto
fa, per creare la cultura del meglio
che niente, come il mio amico Alessandro Gilioli chiama il
vero vessillo dell’egemonia culturale della destra (c’è anche una sinistra,
Ale?) economica. Anche una spiaggia di bambini morti. Anche un camion pieno di
gente morta asfissiata.
Quella
cultura/paura che fa sì che si accetti qualsiasi cosa, pur di rimanere
agganciati ad una ruota della fortuna che pensiamo sia la nostra, ma che è
di proprietà di pochi. Qualsiasi cosa: anche rinunciare alla nostra umanità.
*Fortunata
Mancuso, anziana madre, contadina siciliana, interpretato da Aurora
Quattrocchi in una formidabile sequenza del film di Emanuele
Crialese, Nuovo Mondo (Ita 2006)
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