Strano Paese, l’Italia. Per settimane intere si è discusso e polemizzato
sul funerale show a Roma del boss Vittorio
Casamonica tra carrozze, cavalli, elicotteri,
petali di rosa, Rolls Royce, gigantografie del defunto vestito da Papa e le
note del "Padrino" e di "2001 Odissea nello spazio". Sono
intervenuti il prefetto Franco
Gabrielli, il
ministro dell’Interno Alfano, il sindaco Marino. Le immagini del funerale kitsch hanno fatto il
giro del mondo coprendo di ridicolo e d’imbarazzo la Capitale e l’Italia
intera.
E ora? A distanza di venti giorni dal funerale che è stata l'esaltazione di un boss, la Rai, quindi ilservizio pubblico pagato con il canone di tutti i contribuenti, offre a Porta a Porta un’improbabile ribalta alla figlia del defunto, Vera Casamonica, per farle dire che suo padre «non era un boss» e che «lo chiamavamo papa perché era troppo buono, come papa Francesco» Nientemeno.
Che una figlia difenda il proprio padre è più che legittimo e anche umanamente comprensibile. Anche se si tratta di un uomo con numerosi precedenti penali tra cui ricettazione, truffa ed estorsione e per anni a capo di un clan, come ha accertato la magistratura, che ha occupato con metodi mafiosi un pezzo di Roma. Che lo faccia in televisione, in un programma della prima rete Rai, non solo è francamente inaccettabile ma anche offensivo nei confronti dei cittadini. Ora riprenderà, anzi è già ripreso a gran ritmo, il carosello di dichiarazioni indignate, dai politici con il Pd romano che ha detto che si è tratta di « un’offesa alla città» e ha invocato subito l’intervento della commissione di vigilanza Rai, al Codacons. Il tutto, forse, fino al prossimo talk show. Quando i reietti di ieri diventeranno star televisive.
E ora? A distanza di venti giorni dal funerale che è stata l'esaltazione di un boss, la Rai, quindi ilservizio pubblico pagato con il canone di tutti i contribuenti, offre a Porta a Porta un’improbabile ribalta alla figlia del defunto, Vera Casamonica, per farle dire che suo padre «non era un boss» e che «lo chiamavamo papa perché era troppo buono, come papa Francesco» Nientemeno.
Che una figlia difenda il proprio padre è più che legittimo e anche umanamente comprensibile. Anche se si tratta di un uomo con numerosi precedenti penali tra cui ricettazione, truffa ed estorsione e per anni a capo di un clan, come ha accertato la magistratura, che ha occupato con metodi mafiosi un pezzo di Roma. Che lo faccia in televisione, in un programma della prima rete Rai, non solo è francamente inaccettabile ma anche offensivo nei confronti dei cittadini. Ora riprenderà, anzi è già ripreso a gran ritmo, il carosello di dichiarazioni indignate, dai politici con il Pd romano che ha detto che si è tratta di « un’offesa alla città» e ha invocato subito l’intervento della commissione di vigilanza Rai, al Codacons. Il tutto, forse, fino al prossimo talk show. Quando i reietti di ieri diventeranno star televisive.
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