una
storia molto francese, un telefono amico chiamato SOS Benevoli, un ricco
benefattore, una storia d’amore che ha origine durante l’occupazione nazista di
Parigi, un tassista, un amore in generale, con la signorina Cora, 65 anni, un
amore con Aline, che all’inizio non capisce è gelosa, re Salomon (Rubinstein) che vuole fare
del bene, a tutti i costi, alleviare il peso e le difficoltà della vita (“è una
vergogna, il mondo diventa ogni giorno più pesante da portare”), appaiono
qualche volta anche le Brigate Ross e l’assassinio di Moro, Romain Gary, cita
un suo libro, e ci sta benissimo (per chiunque altro sarebbe stato troppo, per
lui no, è una cosa naturale), insomma un libro bellissimo, non ti stacchi più,
e ti dispiace che arrivi la fine.
Romain Gary non delude mai, è una gioia, un'emozione e un privilegio leggere i suoi libri.
buona
lettura! - franz
Come si recensisce un capolavoro? Quali parole si usano per
parlare di un capolavoro? Non sono sicura di saperlo e quindi farò quello che
posso, butterò là un po’ di parole, quelle che so, quelle che posso, e voi
cercate di contentarvene. E vi dirò dunque che è ricco di cose, questo libro, e
di persone e di fatti e di parole, naturalmente, ci mancherebbe che un romanzo
non fosse ricco di parole! E ci troverete i telefoni, perché è intorno a quelli
che gira tutto, e il taxi, che fa girare ciò che dai telefoni prende avvio, e
vecchi e giovani e fiori e opere di bene e opere di male e vecchie canzoni e
sei milioni di ebrei e sesso strano e sesso normale e gente che sa tutto e
gente che non sa niente e antichi amori ed eterni rancori e stoffe fatte per
durare cinquant’anni e ricordi e progetti e viaggi e cartoline e francobolli e
appuntamenti onorati settant’anni dopo e una cantina sugli Champs Élysées e la
vita e la morte e poi vocabolari, tanti tanti vocabolari per sapere sempre la
parola giusta perché se non chiami le cose col loro nome esatto la vita ti
fotte, e ci mancherebbe che fossimo scampati all’olocausto per farci poi
fottere dalla routine! Grazie, mille volte grazie a Romain Gary, alias Romain
Kacew, alias Émile Ajar, alias Fosco Sinibaldi, alias Shatan Bogat per avere
scritto questo capolavoro, e grazie ad “amica” per avermelo regalato.
… se invece siete di quelli che pensano che “conoscere fa venire meno angoscia” allora questo è il
vostro libro ed è un bellissimo libro dove si trova di tutto e tutti insomma un
vero e proprio trattato di filosofia ma che straripa di humour ebraico. Dove
potreste trovare che per vivere felici dobbiamo vivere nascosti oppure che
stiamo insieme ad una persona solo perché in giro non troviamo di meglio,
pensalo al contrario cioè che l’altro sta al tuo fianco perché non ha trovato
di meglio capisci anche perché ti lasciavano per la biondina sorridente o per
la mora casalinga ma qui entriamo in un discorso troppo complicato e nello
stesso tempo angosciante e mi dispiace dirlo ma una delle prime regole
dell’autodidatta dell’angoscia è prendere le distanze dalle cose angoscianti “Prendere le distanze, allontanarti da ciò che ti tocca o ti fa
paura. È una forma di autodifesa. Quando sei angosciato ti allontani dalla cosa
riducendola allo stato asciutto in cui essa si trova nel dizionario”. Voi non
siete mai fuggiti da qualcosa? In fondo siamo tutti dei fuggitivi
Salomon Rubinstein nel libro crea un’associazione dove le persone
telefonano per sentirsi meno sole (c’è ne sono parecchie oggi nel mondo
contemporaneo) e perché così tanto “successo”? Semplice, fuori c’è un’umanità
fragile che chiede solo da troppo tempo di essere ascoltata e consolata e qui
torniamo al racconto bellissimo di Cechov (oppure potremo parlare dei blog ma
io preferisco parlare di Cechov). Il protagonista Jona Potapov è un vetturino a
cui è morto il figlio, in una notte fredda e nevosa cerca disperatamente qualcuno
a cui confidare questo dolore ma non c’è nessuno che voglia ascoltarlo, alla
fine parlerà con la sua cavalla ed il racconto termina così “Jona si lascia andare, ed ecco finalmente racconta tutto a lei” non
è bellissimo quel “ecco finalmente”? Sembra che
l’angoscia si faccia leggera e noi tiriamo un sospiro di sollievo per il povero
Jonas e lo tirerete anche voi un bel sospiro di sollievo dopo che terminerete
questo libro. Il sospiro di sollievo non lo troverete mai in Richard Yates ma
questo scrittore merita un post tutto suo.
Il sospiro di sollievo significa che non puoi rifiutarti
di vivere e come dice il signor Rubinstein “Il mondo diventa ogni giorno
sempre più pesante da portare” e trovare un libro, una
canzone o una persona che ti toglie un po’ di dolore è sempre una cosa favolosa
o no?
da qui
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