Ieri,
venerdì 28 aprile, l’assemblea di A Foras ha chiamato alla mobilitazione
generale contro l’occupazione militare della Sardegna, presso il Poligono di
Quirra. Fin dalle 11.00 centinaia di manifestanti sono arrivati con pullman e
auto proprie da tutta la Sardegna e oltre al grido “Chiudiamo le basi, fermiamo
la guerra”. Ieri il movimento contro le basi è tornato dopo tanti anni a
Quirra.
Nella tarda serata della vigilia ai
manifestanti è stato comunicato il divieto totale di manifestare, nonostante la
comunicazione del corteo fosse stata inviata dagli organizzatori con ampio
preavviso. Questi non hanno dunque avuto il tempo di rendere pubblica questa
grave presa di posizione da parte della questura e di riorganizzarsi, come
successo a Teulada nel 2015.
I manifestanti si sono presentati puntuali al
luogo di partenza comunicato, nei pressi del bar di Quirra, un corteo
eterogeneo composto da moltissimi giovani, ma anche da coloro che hanno alle
spalle molti anni di lotta contro le servitù militari. C’erano anche le
bandiere, a rappresentare tutti i colori di una Sardegna che non vuole
sottostare al ricatto dell’industria bellica, che si impegna giorno dopo giorno
per liberare questa terra dai colonizzatori in uniforme e da quella nuova
pericolosa simbiosi militare-civile mascherata da ricerca scientifica e
tecnologica che promette nuovamente “sviluppo” nei territori già devastati.
La giornata ha, inoltre, visto la partecipazione di numerosi abitanti dei territori gravati dal Poligono, nonostante i tentativi non solo di intimorire le popolazioni che vivono sotto il ricatto delle servitù militari, ma anche le prese di posizione pubbliche che le incitavano ad “arrabbiarsi” contro i manifestanti (come accaduto a Perdasdefogu nei giorni precedenti). Ieri era presente anche il “Kumone Ozzastra Sarrabus”, il comitato locale contro le basi che aderisce ad A Foras.
La giornata ha, inoltre, visto la partecipazione di numerosi abitanti dei territori gravati dal Poligono, nonostante i tentativi non solo di intimorire le popolazioni che vivono sotto il ricatto delle servitù militari, ma anche le prese di posizione pubbliche che le incitavano ad “arrabbiarsi” contro i manifestanti (come accaduto a Perdasdefogu nei giorni precedenti). Ieri era presente anche il “Kumone Ozzastra Sarrabus”, il comitato locale contro le basi che aderisce ad A Foras.
I manifestanti sono stati fermati già lungo la
strada prima di arrivare al luogo di partenza con perquisizioni e provocazioni
da parte delle forze dell’ordine. Una volta giunti nei pressi del bar di
Quirra, carabinieri e polizia in assetto antisommossa hanno impedito ogni
movimento a tutti i presenti. Non solo è stato vietato ai manifestanti tutto il
percorso previsto, ma con un provvedimento liberticida sono state bloccate
tutte le strade intorno. Chiuso in un budello di poche decine di metri, il
presidio ha provato a dirigersi verso il percorso previsto ma il blocco delle
forze dell’ordine lo ha impedito, così come non è stato possibile muoversi in
altre direzioni: la questura e il dirigente di piazza oggi hanno deciso di
sospendere il diritto di manifestare.
Proprio nella giornata dedicata a Sa Die de sa
Sardigna è stato negato il diritto di rivendicare l’autodeterminazione del
popolo sardo che per noi non può prescindere dalla chiusura delle basi. Un
ingente dispiegamento di uomini e oltre una dozzina di camionette delle forze
dell’ordine ieri ci hanno impedito di manifestare liberamente.
Dopo alcune ore passate a fronteggiare la celere e a scandire slogan contro le basi e la guerra che nei nostri territori viene quotidianamente testata, i manifestanti intorno alle 5.00 hanno sciolto il presidio. Sulla via del ritorno una parte dei pullman e dei mezzi si sono fermati presso un’area di sosta sulla 125, a sud di Quirra. A questa altezza i presenti hanno effettuato un blocco stradale, anche per denunciare pubblicamente la grave violazione della libertà di manifestare messa in atto dai rappresentanti dello Stato. Con lo slogan “voi ci bloccate a Quirra noi vi blocchiamo tutto” per 30 minuti circa è stata bloccata la ss 125 e sono stati distribuiti volantini agli automobilisti per informarli dei motivi della protesta. In seguito, mentre tutti si apprestavano a risalire sui propri mezzi e sui pullman, è stata effettuata dalle forze dell’ordine una carica immotivata e indiscriminata, quasi a voler sfogare una voglia di menar le mani contro i partecipanti. Per l’ennesima volta la Questura di Cagliari e l’apparato repressivo dello stato hanno mostrato il loro vero volto. Il volto di chi difende la basi militari, di chi difende un’economia bellica insostenibile e nociva per i popoli che subiscono le loro guerre, un’economia che sta distruggendo ambiente e salute in questo territorio, oltre che impedire la valorizzazione delle sue principali risorse, come la Spiaggia di Murtas.
Dopo alcune ore passate a fronteggiare la celere e a scandire slogan contro le basi e la guerra che nei nostri territori viene quotidianamente testata, i manifestanti intorno alle 5.00 hanno sciolto il presidio. Sulla via del ritorno una parte dei pullman e dei mezzi si sono fermati presso un’area di sosta sulla 125, a sud di Quirra. A questa altezza i presenti hanno effettuato un blocco stradale, anche per denunciare pubblicamente la grave violazione della libertà di manifestare messa in atto dai rappresentanti dello Stato. Con lo slogan “voi ci bloccate a Quirra noi vi blocchiamo tutto” per 30 minuti circa è stata bloccata la ss 125 e sono stati distribuiti volantini agli automobilisti per informarli dei motivi della protesta. In seguito, mentre tutti si apprestavano a risalire sui propri mezzi e sui pullman, è stata effettuata dalle forze dell’ordine una carica immotivata e indiscriminata, quasi a voler sfogare una voglia di menar le mani contro i partecipanti. Per l’ennesima volta la Questura di Cagliari e l’apparato repressivo dello stato hanno mostrato il loro vero volto. Il volto di chi difende la basi militari, di chi difende un’economia bellica insostenibile e nociva per i popoli che subiscono le loro guerre, un’economia che sta distruggendo ambiente e salute in questo territorio, oltre che impedire la valorizzazione delle sue principali risorse, come la Spiaggia di Murtas.
La manifestazione è stata preceduta da un
lavoro capillare di informazione e sensibilizzazione nelle scuole e nei
territori. E’ stato presentato e discusso pubblicamente il dossier sul poligono
di Quirra, primo risultato del lavoro di ricerca condotto dal gruppo di lavoro
specifico all’interno di A Foras. Il dossier non si limita a mettere nero su
bianco i danni provocati dal PISQ, ma indica anche le possibili strade per uno
sviluppo alternativo all’industria di morte.
A Foras ha chiamato ieri ad una partecipazione di massa, che auspichiamo diventi sempre più numerosa, ma anche consapevole e informata. E continuerà a svolgere questo lavoro di informazione a tutto campo. Alle intimidazioni e minacce da parte dei militari e delle forze dell’ordine precedenti la manifestazione, alle 54 denunce relative al corteo di Capo Frasca del novembre scorso alle provocazioni e alle cariche senza motivo, A Foras continuerà a rispondere con calma, fermezza e determinazione.
A Foras ha chiamato ieri ad una partecipazione di massa, che auspichiamo diventi sempre più numerosa, ma anche consapevole e informata. E continuerà a svolgere questo lavoro di informazione a tutto campo. Alle intimidazioni e minacce da parte dei militari e delle forze dell’ordine precedenti la manifestazione, alle 54 denunce relative al corteo di Capo Frasca del novembre scorso alle provocazioni e alle cariche senza motivo, A Foras continuerà a rispondere con calma, fermezza e determinazione.
Altre iniziative sono già in programma:
– La mostra itinerante degli artisti
visivi per la scelta del simbolo e delle immagini creative sulla lotta di A
Foras, che percorrerà tutta la Sardegna.
– Una grande giornata di mobilitazione
a Cagliari per il 2 giugno con un corteo nelle strade della città al mattino e
un concerto in serata, con tante iniziative di condivisione e informazione.
La lotta non si arresta. Non accetteremo
compromessi né possibilità di mediazione: chiediamo la chiusura definitiva
delle basi militari e della fabbrica di bombe RWM, il risarcimento e le
bonifiche dei territori, senza i militari o le aziende a loro collegate e la
restituzione delle terre alle comunità.
La prossima Assemblea è convocata a Bauladu
per domenica 14 maggio.
A Foras – contra a s’ocupatzione
militare
Durante la giornata della Sardegna, “A Foras”,
movimento contro l’occupazione della Sardegna, mantiene le promesse e torna a
manifestare e dire basta all’occupazione militare nell’isola, che poi si
traduce in morti innocenti in tutto il mondo.
Si torna al PISQ, Poligono Interforze del Salto di Quirra, la base maggiormente attiva e forse anche la più odiata dai sardi: un avamposto di morte e distruzione sia per le popolazioni coinvolte nei maggiori conflitti globali, sia per quelle locali, che si vedono usurpati salute, territorio e diritto all’autodeterminazione.
Si torna al PISQ, Poligono Interforze del Salto di Quirra, la base maggiormente attiva e forse anche la più odiata dai sardi: un avamposto di morte e distruzione sia per le popolazioni coinvolte nei maggiori conflitti globali, sia per quelle locali, che si vedono usurpati salute, territorio e diritto all’autodeterminazione.
Così in centinaia proprio in questi istanti
(ore 11) si sono concentrati dalla località di Villaputzu. Ingente lo
schieramento di FdO dispiegate a difesa dei militari (!)
Di fatto, la manifestazione era appena cominciata, quando la polizia ha cominciato a bloccare e sbarrare strade sequestrando arbitrariamente alcuni manifestanti. Un segnale di chiusura degli spazi di dissenso che va di pari passo al regime minnitiano visto sinora in altri contesti.
Di fatto, la manifestazione era appena cominciata, quando la polizia ha cominciato a bloccare e sbarrare strade sequestrando arbitrariamente alcuni manifestanti. Un segnale di chiusura degli spazi di dissenso che va di pari passo al regime minnitiano visto sinora in altri contesti.
A mezzogiorno, la polizia sta letteralmente
impedendo lo svolgersi della manifestazione, effettuando fermi in più punti ai
margini del Poligono. Successivamente sono state e si stanno effettuando
perquisizioni ad una ad una delle macchine parcheggiate nei dintorni del punto
di concentramento della manifestazione.
ore 12:45: confermati in un migliaio i
manifestanti accorsi. la situazione è ancora in stallo, con persone accorse da
tutta l’isola ancora nel punto di concentramento
ore 13:15: la polizia in antisommossa si schiera con
scudi e caschi per impedire la partenza del corteo. I manifestanti non si fanno
intimidire dall’ atteggiamento poliziesco. Situazione tesa, dopo che la
manifestazione è stata interdetta solo a notte fonda
ore 14:00: situazione sempre in stallo coin
manifestanti bloccati dalla celere da due lati
ore 14:30: scenario surreale a pochi
chilometri dal Poligono di Quirra, con una partecipazione consistente alla
manifestazione (oltre un migliaio almeno) da un lato, e le guardie intenzionate
a non far partire il corteo, con almeno quattro plotoni schierati a difesa
della strada che conduce al territorio militarizzato usato per mietere vittime
ai quattro angoli del pianeta.
ore 16:00 I manifestanti locali,
presenti in massa, insieme ai tanti venuti dalle restanti parti dell’
isola, non hanno ceduto al provocatorio dispositivo di contenimento che aveva
circondato i presenti su più lati a partire dal concentramento. Un
atteggiamento oltremodo inaccettabile quello delle forze dell’ ordine schierate
a difesa degli interessi bellici. Dopo alcune ore, la manifestazione si sta per
sciogliere, rilanciando la mobilitazione a partire dal grave accaduto di oggi,
con un assemblea generale convocata per il 14 Maggio.
ore 16:50 A sorpresa, i manifestanti, dopo
essersi riusciti a divincolare, sciogliendosi nel punto di concentramento,
dalla morsa degli agenti presenti in gran forze, hanno bloccato la SS 125, una
tra le strade di comunicazione principali dell’ isola, prima di raggiungere i
bus che li aspettano.
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