Venerdì 26 maggio due uomini sono stati
accoltellati e uccisi su un treno a Portland, in Oregon, mentre cercavano di
intervenire contro un altro passeggero che gridava insulti anti-islamici verso
due giovani donne. Un terzo uomo coinvolto nella difesa delle due adolescenti è
stato gravemente ferito ed è attualmente ricoverato in ospedale. L’aggressore
si chiama Jeremy Joseph Christian, ha 35 anni, e comparirà per la prima udienza
in tribunale domani, martedì 30 maggio. Nel frattempo, più di 600 mila dollari
sono stati raccolti e messi a disposizione delle famiglie dei tre difensori
che, sui giornali sono definiti degli “eroi”. Il sindaco di Portland, il
governatore dell’Oregon ma anche altre importanti figure politiche come Hillary
Clinton hanno commentato questa storia, mentre non lo ha fatto il presidente
degli Stati Uniti Donald Trump.
Nel pomeriggio di venerdì due ragazze di 16 e 17 anni, una delle
quali indossava un hijab, hanno preso un treno a Portland. Appena salite sul
loro vagone l’uomo successivamente identificato come Jeremy Joseph Christian ha iniziato a pronunciare delle frasi razziste contro di loro dicendo ad
esempio, secondo i testimoni, che tutti i musulmani sono dei «criminali». Ha
detto loro di «scendere dal treno» e di andarsene dal paese, «perché qui non
pagate le tasse». A quel punto alcuni passeggeri sono intervenuti in difesa
delle ragazze e sono stati aggrediti con un coltello. Taliesin Myrddin
Namkai-Meche, un ragazzo di 23 anni da poco laureato in economia, e Ricky John
Best, 53 anni, padre di quattro figli ed ex soldato sono morti: il primo mentre
veniva trasportato in ospedale, il secondo sul colpo, dopo essere stato ferito
da Christian. Un terzo uomo di 21 anni, Micah David-Cole Fletcher, è stato
invece colpito al collo ed è attualmente ricoverato in ospedale, ma non è in
pericolo di vita. Apparentemente inconsapevoli di quanto gravemente feriti
fossero gli uomini che le avevano difese, le due ragazze sono scappate
terrorizzate dal treno e hanno telefonato alla madre di una di loro. Anche
Jeremy Joseph Christian ha cercato di fuggire, ma è stato arrestato poco dopo
essere sceso dal treno.
Il sergente Pete Simpson, portavoce della
polizia di Portland, ha detto che non si sa ancora se l’aggressore «abbia
problemi di salute mentale o se fosse sotto l’effetto di droghe o alcol». Su di
lui non ci sono molti dettagli: si sa che ha 35 anni, che è di Portland, e una
sua fotografia è stata diffusa dalla polizia dopo l’arresto.
Giornali e tv locali hanno scritto che la
pagina Facebook di Christian aveva dei contenuti razzisti e estremisti, altri
hanno detto che era un «noto suprematista bianco», altri ancora che aveva
recentemente partecipato a una marcia di estrema destra. La polizia si è però
finora rifiutata di condividere i dettagli della sua storia. Il sindaco di
Portland Ted Wheeler ha detto che le «azioni coraggiose e disinteressate» dei
tre uomini «dovrebbero servire da esempio e ispirazione per tutti noi». Ha
anche aggiunto che «l’attuale clima politico offre molto spazio a coloro che
diffondono fanatismo». La madre di uno degli uomini uccisi lo ha definito
«un eroe», così come la madre di una delle ragazze aggredite, che ha anche
parlato pubblicamente ringraziando le tre persone che le hanno salvato la vita.
Nello scorso fine settimana, in onore dei tre
difensori c’è stata una veglia a cui hanno partecipato circa mille persone e a
loro sono stati dedicati molti tributi online. Il tweet del giornalista di un
giornale locale, in cui chiedeva a Donald Trump di fare qualche commento
sull’attacco, è stato condiviso più di 4.000 volte. E il giornalista veterano
di guerra Dan Rather ha scritto una lettera aperta al presidente degli Stati
Uniti condivisa più di 100.000 volte su Facebook in cui gli chiede di parlare
della morte dei due uomini: «Due americani sono morti lasciando famiglia e
amici. Sono compianti da milioni di persone che sono anche profondamente
preoccupate di ciò che potrebbe avvenire nel futuro
da qui o da
qui
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