“Sei
chavista?” gli urlano. “Sì, sono chavista”, risponde. E lo massacrano. Poi gli
danno fuoco e quando tenta di rialzarsi, lo pugnalano. Lo inseguono per
finirlo, finché i pompieri lo soccorrono, al contrario della polizia municipale
che non si era fermata. Orlando Figueroa, venditore ambulante ventunenne ha
ustioni sull’80% del corpo, ma è riuscito ad arrivare all’ospedale vivo, e la
sorella ha raccontato ai giornalisti l’accaduto. Era finito in una
manifestazione ad Altamira, nel municipio Chacao, uno dei quartieri bene della
capitale, focolaio delle violenze contro il governo, che durano da otto
settimane.
Pochi giorni
fa era toccato a un commerciante, aggredito in un centro commerciale perché
scambiato per un politico di governo. Le vittime sono già 52, in gran parte
gente comune, militari disarmati o giovani di opposizione, uccisi dalle
micidiali armi artigianali – mostrate dalla Reuters e da giornalisti
indipendenti – di cui si servono i gruppi oltranzisti in piazza. Intanto, il
ministero degli Esteri ha denunciato movimenti di truppe alla frontiera con la
Colombia. Nello stato di Bolivar, l’estrema destra ha dato alle fiamme 51
autobus impedendo la mobilità di 170.000 persone che si spostano sui trasporti
pubblici (gratuiti) per andare a scuola o al lavoro.
Della
situazione in Venezuela abbiamo parlato con il deputato venezuelano Saul Ortega
(Psuv), venuto in Italia per partecipare all’Assemblea parlamentare euro-
latino americana (Eurolat), che si è svolta a Firenze in occasione dei 60 anni
dalla firma dei trattati di Roma.
* * * *
Qual è la
situazione in Venezuela?
E’ in corso
un’offensiva dichiarata – politica, economica, psicologia, mediatica e
diplomatica – delle destre, appoggiate e finanziate dall’imperialismo Usa e dai
governi neoliberisti e corrotti come quello brasiliano di Michel Temer, che
assumono la leadership del movimento sovversivo violento e portano l’attacco
negli organismi regionali. Per fortuna, la maggioranza della popolazione ha
scelto la pace. Le violenze si verificano solo nei quartieri ricchi, dove i
guarimberos assassinano, mutilano e bruciano i trasporti pubblici, le scuole
pubbliche, gli ambulatori gestiti dai medici cubani. Le destre non perdono
occasione per presentare una realtà distorta del nostro paese. Lo abbiamo visto
anche in questo Foro Eurolat. Definiscono dittatura il nostro governo quando in
18 anni si sono svolte 20 elezioni, due delle quali perse, e di cui abbiamo
riconosciuto subito i risultati. Plaudono invece al governo di Temer, frutto di
un golpe istituzionale e non di elezioni democratiche. Ad accusarci di false
violazioni dei diritti umani sono paesi come la Colombia, dove in questo
momento è in corso una feroce repressione contro le persone che protestano a
Bonaventura. Oppure il Messico delle fosse comuni, dei giornalisti ammazzati e
degli studenti scomparsi. In Argentina, in Cile e in Brasile, gli studenti
protestano per l’educazione pubblica e gratuita, da noi succede il contrario. In
Venezuela, le elite politiche e le oligarchie non possono tollerare che i
settori popolari – gli indigeni, gli afrodiscendenti – usufruiscono dei diritti
da sempre considerati un loro privilegio.
In 18 anni
di governo, però, ci sono anche stati errori.
Abbiamo
ereditato un modello rentista e petrolifero che ha fatto il suo tempo. Il
modello capitalista in crisi strutturale ha fatto il suo tempo. Il presidente
Maduro ha convocato un’Assemblea costituente, rivolta a tutti i settori della
società, per passare da questa economia parassitaria a un sistema
economico-produttivo che porti avanti le conquiste social. Il risultato di
questa discussione, che le elite dirette da Washington hanno già rifiutato,
verrà votato con referendum da tutte le persone maggiori di 18 anni. La nostra
Costituzione, approvata nel 1999, è una delle più avanzate al mondo. Allora non
è stato possibile approfondire alcuni punti, che rimangono da risolvere per
cambiare lo stato e avviarci verso la transizione al socialismo. Alle minacce
della destra, abbiamo risposto sempre approfondendo la rivoluzione. Il popolo
ha la maturità per capire che, di fronte agli interessi di una minoranza prona
agli interessi delle multinazionali e che ha usato il Parlamento ai margini
della legge, occorre proteggere le nostre risorse e la nostra indipendenza.
Dobbiamo costruire una nuova architettura costituzionale che approfondisca la
democrazia economica, politica, sociale per superare lo Stato borghese verso il
municipalismo e le comunas.
Dopo
l’incontro fra Trump e Santos, c’è il rischio di un’aggressione armata
proveniente dalla Colombia? Le frontiere con il Brasile e con la Colombia sono
state chiuse.
In Colombia
vi sono 7 basi militari, a Curazao ce ne sono altre. L’imperialismo attizza il
conflitto con la Guyana dove la Exxon Mobil estrae petrolio nelle acque
contese. Dal Brasile di Temer e dalla Colombia di Santos arrivano provocazioni
alla frontiera. Negli organismi regionali, i governi servili hanno violentato
tutte le regole per distruggere l’integrazione latinoamericana. Ma noi
confidiamo nei popoli del continente.
L’opposizione
ha rivolto diversi appelli alle Forze Armate per invitarle a sollevarsi contro
il governo. Quali effetti hanno avuto?
L’unione
civico-militare con le nostre Forze armate è solida. Però ci sono state
piccolissime componenti che hanno risposto, e sono state arrestate. In questa
fase, le destre spingono soprattutto sull’alleanza con le mafie politiche e la
grande malavita. Siamo un popolo di pace e non cadiamo nelle provocazioni, ma
sappiamo difenderci, confidiamo nella lealtà delle nostre Forze Armate. Ma la
miglior difesa è la coscienza del popolo.
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