L’attacco all’Iran è solo l’ultimo Crimine nel
percorso di distruzione del Regime israeliano in Medio Oriente. La sua
impunità, sostenuta dall’Occidente, è diventata una minaccia globale.
Il Regime israeliano,
drogato dell’impunità sostenuta dall’Occidente, ricco di armi fornite
dall’Occidente e guidato da una violenta ideologia Razzista di matrice
Occidentale, sta imperversando in Medio Oriente, lasciando dietro di sé una
scia di sangue e distruzione.
Il palese atto di
aggressione del Regime israeliano contro l’Iran è solo l’ultimo Crimine
perpetrato dal Regime nell’attuale orgia di violenza che dura da venti mesi
nella Regione.
Ma Israele non è uno
Stato Canaglia solitario. E non potrebbe farla franca con i suoi Crimini senza
un potente sostenitore.
Gli Stati Uniti hanno
fornito al Regime israeliano il via libera per il suo attacco a sorpresa, la
distrazione di colloqui diplomatici (forse in malafede) per facilitare
l’attacco, i soldi delle tasse statunitensi per finanziare l’operazione, le
informazioni per colpire, le armi e le munizioni per uccidere, la copertura
diplomatica per proteggerlo dall’azione del Consiglio di Sicurezza, le forze statunitensi
per intercettare la risposta difensiva dell’Iran, la promessa di un sostegno
militare diretto degli Stati Uniti se Israele lo richiedesse e la copertura
propagandistica di società mediatiche statunitensi complici. Ora gli Stati
Uniti sembrano pronti a intervenire direttamente nell’attacco militare.
Ancora una volta, gli
Stati Uniti sono complici dei Crimini di Israele.
La conseguente
impunità israeliana, principale conseguenza della collaborazione degli Stati
Uniti con il Regime israeliano, minaccia non solo l’autodeterminazione
palestinese e la sovranità dei Paesi della Regione, ma anche la pace e la
sicurezza globali.
La minaccia
globale dell’impunità israeliana
Negli ultimi mesi, il
Regime israeliano ha perpetrato Genocidio e Apartheid in Palestina, un attacco
terroristico transnazionale con cercapersone esplosivi in Libano, migliaia di
attacchi armati contro Libano, Siria, Yemen e Iran, l’Occupazione illegale di
Territori palestinesi, libanesi e siriani, diverse esecuzioni extragiudiziali
in territorio straniero, l’assalto e il sequestro della nave della flottiglia
umanitaria Madleen, innumerevoli attacchi al personale e alle strutture delle
Nazioni Unite e l’uso dei suoi rappresentanti nei Paesi occidentali per vessare
i difensori dei diritti umani e corrompere i governi.
Israele possiede
scorte di armi convenzionali, ad alta tecnologia, nucleari, chimiche e
biologiche, non ne consente l’ispezione internazionale e si rifiuta di
ratificare il Trattato di Non Proliferazione Nucleare. Ed è governato da un
Regime di estrema destra, profondamente Razzista e fondamentalmente violento,
che non è vincolato da alcuna norma di Diritto Internazionale, diplomazia
internazionale o moralità comune.
Aggiungete
l’ingrediente dell’impunità e avrete la formula per un disastro globale.
L’impunità garantita dall’Occidente di cui ha goduto il Regime israeliano è ciò
che ha prodotto la sua Criminalità Seriale. E questa Criminalità minaccia
l’intera Regione e, potenzialmente, il mondo.
Ancora peggio, per
isolare ulteriormente il Regime israeliano, gli Stati Uniti e i loro alleati
hanno sistematicamente corrotto, catturato o schiacciato praticamente ogni
governo della Regione, e hanno colpito duramente le zone del Libano (Hezbollah)
e dello Yemen (Ansar Allah) che ancora sfidano il Regime e il suo violento
Progetto Egemonico. Solo l’Iran è rimasto in piedi. In quanto tale, rappresenta
un elemento intollerabile per il Regime israeliano e il suo sponsor
statunitense: la deterrenza.
Una guerra per
l’egemonia regionale tra Stati Uniti e Israele
Pertanto, l’Iran è
preso di mira perché è l’ultimo Stato indipendente ancora in piedi nella
Regione, in seguito alla corruzione e alla presa di potere della maggior parte
dei governi arabi da parte degli Stati Uniti, e alla sistematica distruzione di
quelli che si sono rifiutati di sottomettersi (ad esempio, Iraq, Libia, Siria).
L’essenza di questo
Piano è stata rivelata più di vent’anni fa dal Generale statunitense ed ex
comandante della NATO Wesley Clarke, quando descrisse i Piani statunitensi per
“attaccare sette Paesi musulmani in cinque anni”. Nella lista figuravano Iraq,
Libia, Siria, Libano, Somalia, Sudan e, naturalmente, l’Iran.
Anche dopo decenni di
sanzioni, sabotaggi, aggressioni, tentativi di destabilizzazione e l’ingerenza
delle agenzie di spionaggio occidentali, l’Iran si è rifiutato categoricamente
di sottomettersi agli Stati Uniti. Nonostante le continue pressioni, si è
rifiutato di abbandonare il popolo palestinese, di normalizzare il Colonialismo
israeliano e l’Apartheid, o di guardare dall’altra parte mentre Israele
perpetra un Genocidio.
È importante
sottolineare che si è anche rifiutato di cedere il controllo delle sue risorse
naturali (comprese significative riserve di petrolio e gas) all’impero
statunitense. E, notoriamente, si rifiuta di rinunciare al suo diritto, in
quanto Stato Sovrano, di sviluppare energia nucleare pacifica a beneficio della
sua economia in via di sviluppo.
Poiché decenni di
sforzi dell’Asse USA-Israele per strangolare e destabilizzare il Paese
(causando al contempo grandi sofferenze alla popolazione civile) non sono
riusciti a costringere l’Iran a sottomettersi, Stati Uniti e Israele sono ora
passati a un’aggressione militare su larga scala, rispolverando le vecchie e
inventate giustificazioni delle “armi di distruzione di massa” che li hanno
così ben serviti a giustificare la loro aggressione nel vicino Iraq più di
vent’anni fa.
Ma, in questo caso,
hanno esteso l’argomento a livelli assurdi, basando la loro giustificazione per
la guerra non sull’affermazione che l’Iran possiede armi di distruzione di
massa, ma sul fatto che un giorno potrebbe acquisirle. Un’accusa resa ancora
più ridicola dal fatto che gli stessi aggressori, sia gli Stati Uniti che
Israele, possiedono effettivamente tali armi e che entrambi sono colpevoli di
ripetuti atti di aggressione, mentre l’Iran non lo è.
Diritto di guerra: il
crimine di aggressione
L’attacco immotivato
del Regime israeliano sostenuto dagli Stati Uniti contro l’Iran è stato un
Crimine ai sensi del Diritto Internazionale. Infatti, si è trattato di un
attacco a tradimento, lanciato nel bel mezzo dei negoziati statunitensi in
corso, e che ha preso di mira persino il funzionario iraniano responsabile dei
negoziati. (E, tra l’altro, subito dopo che Israele ha interrotto internet a
Gaza, calando una cortina digitale sul suo Genocidio in rapida accelerazione).
L’Articolo 51 della
Carta delle Nazioni Unite riconosce il diritto all’autodifesa solo in risposta
a un “attacco armato” o quando specificamente autorizzato dal Consiglio di
Sicurezza. Qualsiasi altro attacco armato costituisce il Crimine di Aggressione
secondo il Diritto Internazionale.
Ciò significa che il
Regime israeliano sta usando la forza contro l’Iran illegalmente, in violazione
dell’Articolo 2 Paragrafo 4 della Carta delle Nazioni Unite, che proibisce la
minaccia o l’uso della forza, e, in quanto tale, sta commettendo il Crimine di
Aggressione. In questo caso, per legge, il diritto all’autodifesa spetta
all’Iran, e decisamente non a Israele (o agli Stati Uniti).
Inoltre,
contrariamente a quanto sostengono i rappresentanti del Regime israeliano in
Occidente, il Diritto Internazionale non ammette la cosiddetta “autodifesa preventiva”
o i cosiddetti “attacchi preventivi”.
Alcuni, come
l’amministrazione Bush nel periodo precedente l’aggressione all’Iraq, hanno
cercato di sostenere che l’autodifesa preventiva fosse ammissibile. Ma tale
argomentazione è stata ampiamente respinta, poiché l’intento della Carta era
quello di vietare le rivendicazioni di autodifesa a meno che e fino a quando
non si fosse verificato un attacco armato, o l’uso della forza militare non
fosse stato autorizzato dal Consiglio di Sicurezza.
Persino l’idea di
autodifesa preventiva, propria del Diritto Internazionale Consuetudinario del
diciannovesimo secolo, sostenuta da alcuni prima dell’adozione della Carta
delle Nazioni Unite, non si spinse fino alla distorsione di Bush. Prima
dell’adozione della Carta, il Test Caroline* consentiva una sorta di autodifesa
preventiva, ma solo se la minaccia era “istantanea, schiacciante e non lasciava
alcuna scelta di mezzi, né alcun momento per la deliberazione”, chiaramente non
il caso dell’attacco israeliano all’Iran. (* Il Test Caroline è una
formulazione del Diritto Internazionale Consuetudinario, riaffermata dal
Tribunale di Norimberga dopo la Seconda Guerra Mondiale, secondo cui la
necessità di autodifesa preventiva deve essere “immediata, impellente, senza
possibilità di scelta di mezzi né tempo per la deliberazione”. Il Test prende
il nome dal Caso Caroline, l’insurrezione del Canadacontro
la Gran Bretagna del 1837.)
Altri hanno cercato di
trovare una via di mezzo, affermando che l’azione preventiva può essere
ammissibile ogniqualvolta un attacco sia considerato “imminente”. Anche questa
è un’argomentazione dubbia, poiché non esiste alcuna traccia di tale eccezione
nel Diritto Internazionale. In ogni caso, nel caso dell’Iran, nessun attacco
del genere era imminente, e il Regime israeliano non ha nemmeno affermato che
lo fosse.
Certo, Israele, il
Regime Canaglia per eccellenza, avvolto nell’armatura dell’impunità garantita
dagli Stati Uniti, si preoccupa poco della legalità. Ma i suoi rappresentanti e
i suoi mandatari cercheranno spesso di adottare una parvenza di legalità come
parte degli sforzi propagandistici del Regime sui media occidentali.
In quanto tali, i
mandatari di Israele hanno cercato di distorcere ulteriormente l’idea di
autodifesa preventiva, rivendicando il diritto di attaccare chiunque in futuro
decidesse di attaccare Israele. Cercano di affermare che l’Iran potrebbe un giorno
sviluppare armi nucleari, che potrebbe usarle contro Israele se le sviluppasse,
e che quindi Israele non ha altra scelta che attaccare l’Iran ora.
Chiaramente, in base
al Diritto Internazionale, ciò è del tutto inammissibile. Se questa fosse la
regola, qualsiasi Stato potrebbe legittimamente attaccare qualsiasi altro Stato
in qualsiasi momento, semplicemente rivendicando una potenziale minaccia
futura. E questo di fatto annullerebbe la Carta delle Nazioni Unite.
Ma, per Israele,
questo ha perfettamente senso. Israele è, in sostanza, uno Stato Annientatore.
È stato creato con la violenza, si è espanso attraverso la violenza ed è
sostenuto da una violenza costante. La sua ideologia ufficiale si basa su una
concezione militarizzata della sicurezza che essenzialmente afferma che
chiunque non si sottometta a noi deve essere distrutto, affinché un giorno non
cerchi di reagire.
Quindi, l’intera
storia del Regime israeliano è stata caratterizzata da Militarizzazione,
Conquista, Colonizzazione, Espansione e Aggressione. In termini pratici, ciò ha
significato Genocidio contro la popolazione nativa della Palestina e continui
attacchi contro i vicini del Regime.
Ma anche secondo le
più ampie argomentazioni possibili di autodifesa preventiva (che, ancora una
volta, è respinta da quasi tutta la disciplina del Diritto Internazionale),
l’uso della forza da parte di Israele contro l’Iran sarebbe comunque illegale.
Non è un caso
difficile. (1) L’Iran non possiede armi nucleari, (2) non vi sono prove che
stia sviluppando armi nucleari, (3) non vi sono prove che userebbe tali armi
contro il Regime israeliano anche se le ottenesse, (4) non vi era alcuna
minaccia imminente e (5) il Regime israeliano non ha esaurito i mezzi pacifici,
come richiesto dal Diritto Internazionale.
In sintesi, questa è
l’aggressione per eccellenza, considerata il Crimine Supremo dal Diritto
Internazionale e perpetrata dallo stesso Regime che sta attualmente perpetrando
l’altro Crimine dei Crimini, il Genocidio. In questo contesto, qualsiasi
complicità degli Stati Uniti in questi Crimini israeliani rende gli Stati Uniti
altrettanto Criminali.
DIRITTO NELLA GUERRA:
ATTACCHI A CIVILI E INFRASTRUTTURE CIVILI
Oltre al Crimine di
Aggressione, gli attacchi del Regime israeliano contro l’Iran hanno incluso una
serie di altre gravi violazioni del Diritto Internazionale Umanitario. Al
momento della stesura di questo articolo, il Regime israeliano ha già ucciso
centinaia di iraniani, in gran parte civili. Ha preso di mira condomini, sedi
di media e almeno un ospedale. E ha assassinato diversi scienziati iraniani.
Inutile dire che tali atti violano il principio di distinzione e il divieto di
prendere di mira persone protette e infrastrutture civili protette.
L’Uccisione di
scienziati è un esempio calzante. Solo se uno scienziato è un membro delle
Forze Armate (ovvero, non un civile che lavora per le Forze Armate), allora, in
alcune circostanze, può essere un bersaglio legittimo. Ma la maggior parte
degli scienziati, compresi gli scienziati iraniani, sono civili, anche se
lavoravano su armi. (E gli scienziati iraniani non lavorano nemmeno su armi, ma
solo sull’energia nucleare.) Pertanto, prenderli di mira è del tutto illegale.
E, inutile dirlo, è inammissibile, per legge, prendere di mira le persone nelle
loro case solo perché sono scienziati che un giorno potrebbero lavorare sulle
armi. Questo, in parole povere, è il reato di omicidio.
Allo stesso modo,
l’attacco da parte di Israele a infrastrutture civili (ad esempio, condomini)
per uccidere uno scienziato (civile o militare) non potrebbe superare i criteri
di precauzione, distinzione o proporzionalità previsti dal Diritto
Internazionale Umanitario, ed è quindi illegale. Inoltre, attaccare scienziati
perché un giorno potrebbero costruire una bomba sarebbe di per sé illegale.
Nell’attuale conflitto, questi scienziati non possono essere considerati in
alcun modo una minaccia per le forze israeliane e non costituiscono obiettivi
militari legittimi.
Accettare le
oltraggiose argomentazioni del Regime israeliano equivarrebbe ad adottare una
regola in base alla quale sarebbe lecito sparare a vista a tutti gli uomini,
semplicemente perché un giorno potrebbero diventare soldati. Inutile dire che
questo non è permesso.
Anche gli attacchi di
Israele alle infrastrutture energetiche iraniane sono illegali. Tali impianti
sono generalmente protetti dal Diritto Internazionale Umanitario, poiché
essenziali per la sopravvivenza dei civili. Solo in circostanze molto limitate
possono diventare obiettivi militari (ad esempio, quando i soldati sparano da
essi e tutti i principi del Diritto Umanitario sono rispettati). Tali
condizioni chiaramente non sono soddisfatte nel caso in questione. Nell’attuale
conflitto, queste strutture non sono state utilizzate per minacciare in alcun
modo le forze israeliane. Attaccarle è inammissibile per legge.
Attacchi agli impinati
nucleari
Particolarmente
eclatanti, sia dal punto di vista del Diritto che dell’Umanità, sono gli
attacchi del Regime israeliano agli impianti nucleari iraniani. Nel Diritto
Internazionale Umanitario, gli attacchi contro impianti pericolosi, come le
centrali nucleari e altri impianti che ospitano quelle che la legge definisce
“forze pericolose”, sono generalmente proibiti. Infatti, l’Agenzia
Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha affermato che tali attacchi sono
proibiti dal Diritto Internazionale e costituiscono una violazione della Carta
delle Nazioni Unite.
Questi impianti sono
protetti dal Diritto Internazionale a causa del potenziale danno grave che
potrebbero causare alla popolazione civile in caso di attacco. Sebbene in
teoria possano esserci circostanze in cui tali attacchi sono consentiti, in
pratica sarebbe quasi impossibile per una parte in conflitto soddisfare le
condizioni necessarie per attaccare legalmente tali impianti.
Le uniche circostanze
in cui può essere consentito sono quando (1) questi impianti sono utilizzati
direttamente per scopi militari (come il lancio di attacchi), (2) esiste un
obiettivo militare legittimo, (3) l’attacco è necessario per tale obiettivo,
(4) viene fornito un avvertimento efficace e (5) l’azione militare soddisfa i
requisiti legali di precauzione, distinzione e proporzionalità. Tale criterio è
quasi impossibile da soddisfare per quanto riguarda un impianto nucleare, a
causa del rischio di perdite e diffusione di radiazioni e del potenziale danno
esteso alla popolazione civile.
Inoltre, il Diritto
Internazionale Umanitario proibisce anche qualsiasi mezzo di guerra che sia
inteso o possa causare danni estesi, duraturi e gravi all’ambiente naturale. Il
diritto di neutralità impone alle parti in conflitto di non causare danni
transfrontalieri a uno Stato neutrale a causa dell’uso di un’arma in uno Stato
belligerante, cosa che sarebbe inevitabile con il rilascio di emissioni
nucleari.
In quanto tali, gli
attacchi del Regime israeliano contro gli impianti nucleari iraniani sono
illegali.
Frenare i criminali
L’aperta illegalità
del Regime israeliano e dei suoi sostenitori ha devastato sia i Paesi e i
popoli del Medio Oriente, sia la legittimità stessa del Diritto Internazionale.
Denunciare i Crimini di questi Stati e perseguire le loro responsabilità è
essenziale per la causa della giustizia.
Mentre l’Occidente è
ossessionato dai rischi dei programmi nucleari pacifici, la vera minaccia alla
sicurezza globale in questo momento storico non risiede in reattori e
centrifughe, ma piuttosto nell’Aggressione, nel Genocidio e nell’Impunità.
Contenere queste minacce è un imperativo globale.
Craig Mokhiber è un
avvocato internazionale per i diritti umani ed ex alto funzionario delle
Nazioni Unite. Ha lasciato l’ONU nell’ottobre del 2023, scrivendo una lettera
pubblica che metteva in guardia dal Genocidio a Gaza, criticava la risposta
internazionale e chiedeva un nuovo approccio alla Palestina e a Israele basato
sull’uguaglianza, sui diritti umani e sul Diritto Internazionale.
Traduzione a cura di:
Beniamino Rocchetto
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