La guerra in Ucraina si sta avvicinando alla sua
conclusione che, comunque si configuri, non potrà che coincidere con lo sfacelo
dell’“ex Repubblica socialista sovietica dell’Ucraina” (prima delle quale uno
stato ucraino non era mai esistito ed è bene ricordare che la Crimea che
Zelens'kyj non fa che rivendicare fu unita alla Repubblica sovietica ucraina
soltanto nel 1954 da Chruščëv e, secondo il censimento di quell’anno, era
popolata dal 72% di russi). Come la classe dirigente europea non ha fatto che
ripetere: saremo con l’Ucraina fino alla fine. Ma questa fine non potrà che
implicare anche le sorti dell’Europa. Che cosa farà e che cosa dirà l’Europa
quando la fine dell’Ucraina, che essa ha contribuito a rendere catastrofica,
sarà un fatto compiuto? Secondo la previsione degli osservatori politici più
accorti, è probabile che anche l’identità dell’attuale comunità europea, che
non ha altra realtà giuridica che quella di un accordo internazionale fra
stati, sarà revocata in questione. E questa è l’unica conseguenza positiva che
possiamo aspettarci dalla guerra in Ucraina, altrimenti, come tutte le guerre,
sciagurata.
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