sabato 28 giugno 2025

L'elettricità terapeutica in Sardegna (e non solo) - Alessandro Montisci

 

In questo mese di giugno due notizie si sono diffuse quasi contemporaneamente. La prima riguarda la delibera del neo commissario dell’Asl di Oristano che indice una selezione  interna per il conferimento di un incarico professionale di altissima professionalità per uno  specialista nella terapia elettroconvulsivante -TEC (ovvero Elettroshock) per il Servizio  Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’ospedale “S. Martino”. La seconda è la dichiarazione di  una dirigente psichiatra dell’Asl 8 di Cagliari che annuncia entusiasticamente a mezzo  stampa e TV la possibilità di una nuova terapia: «La stimolazione transcranica» per  combattere la ludopatia e soprattutto il GAP (Gioco d’Azzardo Patologico). Per adesso la  relativa apparecchiatura (Stimolatore Magnetico Transcranico) è disponibile solo a Cagliari, Oristano e Sassari ma presto lo sarà anche a Nuoro, Olbia, Ogliastra, Medio Campidano e  Sulcis Iglesiente. Si tratta di una terapia non invasiva e non farmacologica che utilizza il  campo magnetico per stimolare o inibire specifiche aree cerebrali. 

Le due notizie sono accomunate dall’uso “terapeutico” dell’elettricità, spacciando per  nuovo e moderno un approccio che, francamente, credevamo definitivamente relegato tra  le cattive pratiche del passato. In realtà esse denotano la persistenza della vecchia cultura  di stampo manicomiale che considera la malattia mentale alla stregua di un accidente “naturale” che colpisce quello “sventurato” paziente che così resta di esclusiva competenza  dello specialista psichiatra. Tale cultura attraversa oggi un felice periodo di revival in un Paese dove tutti gli spazi democratici, faticosamente conquistati ed erroneamente considerati acquisiti per sempre, si stanno vertiginosamente restringendo: vedi la recente approvazione del decreto sicurezza e la proposta del senatore Zaffini (FdI) in discussione al Senato e capace di affossare la legge 180 faticosamente difesa per quasi 50 anni. 

Così senza un’apparente reazione assistiamo al ritorno di pratiche che annullano la soggettività della persona e le profonde contraddizioni che segnano la sua storia personale, familiare e soprattutto il livello politico-sociale (vogliamo parlare delle connivenze dello Stato nel favorire e lucrare sul gioco d’azzardo?). 

Prevale la tendenza di nascondere dietro un tecnicismo “scientifico” tutti gli effetti di una società sempre più ingiusta con disuguaglianze crescenti e una povertà materiale e culturale che, soprattutto in Sardegna, non si era mai vista. 

E’ ora di reagire a tutti i livelli: scientifico, culturale, accademico, sociale e politico tanto più che stiamo repentinamente scivolando in un’economia di guerra. 

da qui

Nessun commento:

Posta un commento