Ciò che noi chiamiamo Stato è, in
ultima analisi, una macchina per fare guerre e prima o poi questa sua
costitutiva vocazione finisce con l’emergere al di là di tutti gli scopi più o
meno edificanti che esso può darsi per giustificare la sua esistenza. Questo è
oggi particolarmente evidente. Netanyahu, Zelens'kyj, i governi europei
perseguono a ogni costo una politica di guerra per la quale si possono
certamente identificare scopi e giustificazioni, ma il cui movente ultimo è
inconscio e riposa sulla natura stessa dello stato come macchina di guerra.
Questo spiega perché la guerra, com’è evidente per Zelens'kyj e per l’Europa,
ma com’ è vero anche nel caso di Israele, sia perseguita anche a costo di
andare incontro alla propria possibile autodistruzione. Ed è vano sperare che
una macchina da guerra possa arrestarsi di fronte a questo rischio. Essa andrà
avanti fino alla fine, qualunque sia il prezzo che dovrà pagare.
La Libertà Non Sta Nello Scegliere Tra Bianco E Nero, Ma Nel Sottrarsi A Questa Scelta Prescritta. (Theodor W.Adorno)
giovedì 19 giugno 2025
Lo stato e la guerra – Giorgio Agamben
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