venerdì 27 giugno 2025

Stati canaglia: l’illegalità degli attacchi israeliani contro l’Iran sostenuti dagli Stati Uniti - Craig Mokhiber

 

L’attacco all’Iran è solo l’ultimo Crimine nel percorso di distruzione del Regime israeliano in Medio Oriente. La sua impunità, sostenuta dall’Occidente, è diventata una minaccia globale. 


Il Regime israeliano, drogato dell’impunità sostenuta dall’Occidente, ricco di armi fornite dall’Occidente e guidato da una violenta ideologia Razzista di matrice Occidentale, sta imperversando in Medio Oriente, lasciando dietro di sé una scia di sangue e distruzione.

Il palese atto di aggressione del Regime israeliano contro l’Iran è solo l’ultimo Crimine perpetrato dal Regime nell’attuale orgia di violenza che dura da venti mesi nella Regione.

Ma Israele non è uno Stato Canaglia solitario. E non potrebbe farla franca con i suoi Crimini senza un potente sostenitore.

Gli Stati Uniti hanno fornito al Regime israeliano il via libera per il suo attacco a sorpresa, la distrazione di colloqui diplomatici (forse in malafede) per facilitare l’attacco, i soldi delle tasse statunitensi per finanziare l’operazione, le informazioni per colpire, le armi e le munizioni per uccidere, la copertura diplomatica per proteggerlo dall’azione del Consiglio di Sicurezza, le forze statunitensi per intercettare la risposta difensiva dell’Iran, la promessa di un sostegno militare diretto degli Stati Uniti se Israele lo richiedesse e la copertura propagandistica di società mediatiche statunitensi complici. Ora gli Stati Uniti sembrano pronti a intervenire direttamente nell’attacco militare.

Ancora una volta, gli Stati Uniti sono complici dei Crimini di Israele.

La conseguente impunità israeliana, principale conseguenza della collaborazione degli Stati Uniti con il Regime israeliano, minaccia non solo l’autodeterminazione palestinese e la sovranità dei Paesi della Regione, ma anche la pace e la sicurezza globali.

 La minaccia globale dell’impunità israeliana

Negli ultimi mesi, il Regime israeliano ha perpetrato Genocidio e Apartheid in Palestina, un attacco terroristico transnazionale con cercapersone esplosivi in ​​Libano, migliaia di attacchi armati contro Libano, Siria, Yemen e Iran, l’Occupazione illegale di Territori palestinesi, libanesi e siriani, diverse esecuzioni extragiudiziali in territorio straniero, l’assalto e il sequestro della nave della flottiglia umanitaria Madleen, innumerevoli attacchi al personale e alle strutture delle Nazioni Unite e l’uso dei suoi rappresentanti nei Paesi occidentali per vessare i difensori dei diritti umani e corrompere i governi.

Israele possiede scorte di armi convenzionali, ad alta tecnologia, nucleari, chimiche e biologiche, non ne consente l’ispezione internazionale e si rifiuta di ratificare il Trattato di Non Proliferazione Nucleare. Ed è governato da un Regime di estrema destra, profondamente Razzista e fondamentalmente violento, che non è vincolato da alcuna norma di Diritto Internazionale, diplomazia internazionale o moralità comune.

Aggiungete l’ingrediente dell’impunità e avrete la formula per un disastro globale. L’impunità garantita dall’Occidente di cui ha goduto il Regime israeliano è ciò che ha prodotto la sua Criminalità Seriale. E questa Criminalità minaccia l’intera Regione e, potenzialmente, il mondo.

Ancora peggio, per isolare ulteriormente il Regime israeliano, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno sistematicamente corrotto, catturato o schiacciato praticamente ogni governo della Regione, e hanno colpito duramente le zone del Libano (Hezbollah) e dello Yemen (Ansar Allah) che ancora sfidano il Regime e il suo violento Progetto Egemonico. Solo l’Iran è rimasto in piedi. In quanto tale, rappresenta un elemento intollerabile per il Regime israeliano e il suo sponsor statunitense: la deterrenza.

Una guerra per l’egemonia regionale tra Stati Uniti e Israele

Pertanto, l’Iran è preso di mira perché è l’ultimo Stato indipendente ancora in piedi nella Regione, in seguito alla corruzione e alla presa di potere della maggior parte dei governi arabi da parte degli Stati Uniti, e alla sistematica distruzione di quelli che si sono rifiutati di sottomettersi (ad esempio, Iraq, Libia, Siria).

L’essenza di questo Piano è stata rivelata più di vent’anni fa dal Generale statunitense ed ex comandante della NATO Wesley Clarke, quando descrisse i Piani statunitensi per “attaccare sette Paesi musulmani in cinque anni”. Nella lista figuravano Iraq, Libia, Siria, Libano, Somalia, Sudan e, naturalmente, l’Iran.

Anche dopo decenni di sanzioni, sabotaggi, aggressioni, tentativi di destabilizzazione e l’ingerenza delle agenzie di spionaggio occidentali, l’Iran si è rifiutato categoricamente di sottomettersi agli Stati Uniti. Nonostante le continue pressioni, si è rifiutato di abbandonare il popolo palestinese, di normalizzare il Colonialismo israeliano e l’Apartheid, o di guardare dall’altra parte mentre Israele perpetra un Genocidio.

È importante sottolineare che si è anche rifiutato di cedere il controllo delle sue risorse naturali (comprese significative riserve di petrolio e gas) all’impero statunitense. E, notoriamente, si rifiuta di rinunciare al suo diritto, in quanto Stato Sovrano, di sviluppare energia nucleare pacifica a beneficio della sua economia in via di sviluppo.

Poiché decenni di sforzi dell’Asse USA-Israele per strangolare e destabilizzare il Paese (causando al contempo grandi sofferenze alla popolazione civile) non sono riusciti a costringere l’Iran a sottomettersi, Stati Uniti e Israele sono ora passati a un’aggressione militare su larga scala, rispolverando le vecchie e inventate giustificazioni delle “armi di distruzione di massa” che li hanno così ben serviti a giustificare la loro aggressione nel vicino Iraq più di vent’anni fa.

Ma, in questo caso, hanno esteso l’argomento a livelli assurdi, basando la loro giustificazione per la guerra non sull’affermazione che l’Iran possiede armi di distruzione di massa, ma sul fatto che un giorno potrebbe acquisirle. Un’accusa resa ancora più ridicola dal fatto che gli stessi aggressori, sia gli Stati Uniti che Israele, possiedono effettivamente tali armi e che entrambi sono colpevoli di ripetuti atti di aggressione, mentre l’Iran non lo è.

Diritto di guerra: il crimine di aggressione

L’attacco immotivato del Regime israeliano sostenuto dagli Stati Uniti contro l’Iran è stato un Crimine ai sensi del Diritto Internazionale. Infatti, si è trattato di un attacco a tradimento, lanciato nel bel mezzo dei negoziati statunitensi in corso, e che ha preso di mira persino il funzionario iraniano responsabile dei negoziati. (E, tra l’altro, subito dopo che Israele ha interrotto internet a Gaza, calando una cortina digitale sul suo Genocidio in rapida accelerazione).

L’Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite riconosce il diritto all’autodifesa solo in risposta a un “attacco armato” o quando specificamente autorizzato dal Consiglio di Sicurezza. Qualsiasi altro attacco armato costituisce il Crimine di Aggressione secondo il Diritto Internazionale.

Ciò significa che il Regime israeliano sta usando la forza contro l’Iran illegalmente, in violazione dell’Articolo 2 Paragrafo 4 della Carta delle Nazioni Unite, che proibisce la minaccia o l’uso della forza, e, in quanto tale, sta commettendo il Crimine di Aggressione. In questo caso, per legge, il diritto all’autodifesa spetta all’Iran, e decisamente non a Israele (o agli Stati Uniti).

Inoltre, contrariamente a quanto sostengono i rappresentanti del Regime israeliano in Occidente, il Diritto Internazionale non ammette la cosiddetta “autodifesa preventiva” o i cosiddetti “attacchi preventivi”.

Alcuni, come l’amministrazione Bush nel periodo precedente l’aggressione all’Iraq, hanno cercato di sostenere che l’autodifesa preventiva fosse ammissibile. Ma tale argomentazione è stata ampiamente respinta, poiché l’intento della Carta era quello di vietare le rivendicazioni di autodifesa a meno che e fino a quando non si fosse verificato un attacco armato, o l’uso della forza militare non fosse stato autorizzato dal Consiglio di Sicurezza.

Persino l’idea di autodifesa preventiva, propria del Diritto Internazionale Consuetudinario del diciannovesimo secolo, sostenuta da alcuni prima dell’adozione della Carta delle Nazioni Unite, non si spinse fino alla distorsione di Bush. Prima dell’adozione della Carta, il Test Caroline* consentiva una sorta di autodifesa preventiva, ma solo se la minaccia era “istantanea, schiacciante e non lasciava alcuna scelta di mezzi, né alcun momento per la deliberazione”, chiaramente non il caso dell’attacco israeliano all’Iran. (* Il Test Caroline è una formulazione del Diritto Internazionale Consuetudinario, riaffermata dal Tribunale di Norimberga dopo la Seconda Guerra Mondiale, secondo cui la necessità di autodifesa preventiva deve essere “immediata, impellente, senza possibilità di scelta di mezzi né tempo per la deliberazione”. Il Test prende il nome dal Caso Caroline, l’insurrezione del Canadacontro la Gran Bretagna del 1837.)

Altri hanno cercato di trovare una via di mezzo, affermando che l’azione preventiva può essere ammissibile ogniqualvolta un attacco sia considerato “imminente”. Anche questa è un’argomentazione dubbia, poiché non esiste alcuna traccia di tale eccezione nel Diritto Internazionale. In ogni caso, nel caso dell’Iran, nessun attacco del genere era imminente, e il Regime israeliano non ha nemmeno affermato che lo fosse.

Certo, Israele, il Regime Canaglia per eccellenza, avvolto nell’armatura dell’impunità garantita dagli Stati Uniti, si preoccupa poco della legalità. Ma i suoi rappresentanti e i suoi mandatari cercheranno spesso di adottare una parvenza di legalità come parte degli sforzi propagandistici del Regime sui media occidentali.

In quanto tali, i mandatari di Israele hanno cercato di distorcere ulteriormente l’idea di autodifesa preventiva, rivendicando il diritto di attaccare chiunque in futuro decidesse di attaccare Israele. Cercano di affermare che l’Iran potrebbe un giorno sviluppare armi nucleari, che potrebbe usarle contro Israele se le sviluppasse, e che quindi Israele non ha altra scelta che attaccare l’Iran ora.

Chiaramente, in base al Diritto Internazionale, ciò è del tutto inammissibile. Se questa fosse la regola, qualsiasi Stato potrebbe legittimamente attaccare qualsiasi altro Stato in qualsiasi momento, semplicemente rivendicando una potenziale minaccia futura. E questo di fatto annullerebbe la Carta delle Nazioni Unite.

Ma, per Israele, questo ha perfettamente senso. Israele è, in sostanza, uno Stato Annientatore. È stato creato con la violenza, si è espanso attraverso la violenza ed è sostenuto da una violenza costante. La sua ideologia ufficiale si basa su una concezione militarizzata della sicurezza che essenzialmente afferma che chiunque non si sottometta a noi deve essere distrutto, affinché un giorno non cerchi di reagire.

Quindi, l’intera storia del Regime israeliano è stata caratterizzata da Militarizzazione, Conquista, Colonizzazione, Espansione e Aggressione. In termini pratici, ciò ha significato Genocidio contro la popolazione nativa della Palestina e continui attacchi contro i vicini del Regime.

Ma anche secondo le più ampie argomentazioni possibili di autodifesa preventiva (che, ancora una volta, è respinta da quasi tutta la disciplina del Diritto Internazionale), l’uso della forza da parte di Israele contro l’Iran sarebbe comunque illegale.

Non è un caso difficile. (1) L’Iran non possiede armi nucleari, (2) non vi sono prove che stia sviluppando armi nucleari, (3) non vi sono prove che userebbe tali armi contro il Regime israeliano anche se le ottenesse, (4) non vi era alcuna minaccia imminente e (5) il Regime israeliano non ha esaurito i mezzi pacifici, come richiesto dal Diritto Internazionale.

In sintesi, questa è l’aggressione per eccellenza, considerata il Crimine Supremo dal Diritto Internazionale e perpetrata dallo stesso Regime che sta attualmente perpetrando l’altro Crimine dei Crimini, il Genocidio. In questo contesto, qualsiasi complicità degli Stati Uniti in questi Crimini israeliani rende gli Stati Uniti altrettanto Criminali.

DIRITTO NELLA GUERRA: ATTACCHI A CIVILI E INFRASTRUTTURE CIVILI

Oltre al Crimine di Aggressione, gli attacchi del Regime israeliano contro l’Iran hanno incluso una serie di altre gravi violazioni del Diritto Internazionale Umanitario. Al momento della stesura di questo articolo, il Regime israeliano ha già ucciso centinaia di iraniani, in gran parte civili. Ha preso di mira condomini, sedi di media e almeno un ospedale. E ha assassinato diversi scienziati iraniani. Inutile dire che tali atti violano il principio di distinzione e il divieto di prendere di mira persone protette e infrastrutture civili protette.

L’Uccisione di scienziati è un esempio calzante. Solo se uno scienziato è un membro delle Forze Armate (ovvero, non un civile che lavora per le Forze Armate), allora, in alcune circostanze, può essere un bersaglio legittimo. Ma la maggior parte degli scienziati, compresi gli scienziati iraniani, sono civili, anche se lavoravano su armi. (E gli scienziati iraniani non lavorano nemmeno su armi, ma solo sull’energia nucleare.) Pertanto, prenderli di mira è del tutto illegale. E, inutile dirlo, è inammissibile, per legge, prendere di mira le persone nelle loro case solo perché sono scienziati che un giorno potrebbero lavorare sulle armi. Questo, in parole povere, è il reato di omicidio.

Allo stesso modo, l’attacco da parte di Israele a infrastrutture civili (ad esempio, condomini) per uccidere uno scienziato (civile o militare) non potrebbe superare i criteri di precauzione, distinzione o proporzionalità previsti dal Diritto Internazionale Umanitario, ed è quindi illegale. Inoltre, attaccare scienziati perché un giorno potrebbero costruire una bomba sarebbe di per sé illegale. Nell’attuale conflitto, questi scienziati non possono essere considerati in alcun modo una minaccia per le forze israeliane e non costituiscono obiettivi militari legittimi.

Accettare le oltraggiose argomentazioni del Regime israeliano equivarrebbe ad adottare una regola in base alla quale sarebbe lecito sparare a vista a tutti gli uomini, semplicemente perché un giorno potrebbero diventare soldati. Inutile dire che questo non è permesso.

Anche gli attacchi di Israele alle infrastrutture energetiche iraniane sono illegali. Tali impianti sono generalmente protetti dal Diritto Internazionale Umanitario, poiché essenziali per la sopravvivenza dei civili. Solo in circostanze molto limitate possono diventare obiettivi militari (ad esempio, quando i soldati sparano da essi e tutti i principi del Diritto Umanitario sono rispettati). Tali condizioni chiaramente non sono soddisfatte nel caso in questione. Nell’attuale conflitto, queste strutture non sono state utilizzate per minacciare in alcun modo le forze israeliane. Attaccarle è inammissibile per legge.

Attacchi agli impinati nucleari

Particolarmente eclatanti, sia dal punto di vista del Diritto che dell’Umanità, sono gli attacchi del Regime israeliano agli impianti nucleari iraniani. Nel Diritto Internazionale Umanitario, gli attacchi contro impianti pericolosi, come le centrali nucleari e altri impianti che ospitano quelle che la legge definisce “forze pericolose”, sono generalmente proibiti. Infatti, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha affermato che tali attacchi sono proibiti dal Diritto Internazionale e costituiscono una violazione della Carta delle Nazioni Unite.

Questi impianti sono protetti dal Diritto Internazionale a causa del potenziale danno grave che potrebbero causare alla popolazione civile in caso di attacco. Sebbene in teoria possano esserci circostanze in cui tali attacchi sono consentiti, in pratica sarebbe quasi impossibile per una parte in conflitto soddisfare le condizioni necessarie per attaccare legalmente tali impianti.

Le uniche circostanze in cui può essere consentito sono quando (1) questi impianti sono utilizzati direttamente per scopi militari (come il lancio di attacchi), (2) esiste un obiettivo militare legittimo, (3) l’attacco è necessario per tale obiettivo, (4) viene fornito un avvertimento efficace e (5) l’azione militare soddisfa i requisiti legali di precauzione, distinzione e proporzionalità. Tale criterio è quasi impossibile da soddisfare per quanto riguarda un impianto nucleare, a causa del rischio di perdite e diffusione di radiazioni e del potenziale danno esteso alla popolazione civile.

Inoltre, il Diritto Internazionale Umanitario proibisce anche qualsiasi mezzo di guerra che sia inteso o possa causare danni estesi, duraturi e gravi all’ambiente naturale. Il diritto di neutralità impone alle parti in conflitto di non causare danni transfrontalieri a uno Stato neutrale a causa dell’uso di un’arma in uno Stato belligerante, cosa che sarebbe inevitabile con il rilascio di emissioni nucleari.

In quanto tali, gli attacchi del Regime israeliano contro gli impianti nucleari iraniani sono illegali.

Frenare i criminali

L’aperta illegalità del Regime israeliano e dei suoi sostenitori ha devastato sia i Paesi e i popoli del Medio Oriente, sia la legittimità stessa del Diritto Internazionale. Denunciare i Crimini di questi Stati e perseguire le loro responsabilità è essenziale per la causa della giustizia.

Mentre l’Occidente è ossessionato dai rischi dei programmi nucleari pacifici, la vera minaccia alla sicurezza globale in questo momento storico non risiede in reattori e centrifughe, ma piuttosto nell’Aggressione, nel Genocidio e nell’Impunità. Contenere queste minacce è un imperativo globale.

Craig Mokhiber è un avvocato internazionale per i diritti umani ed ex alto funzionario delle Nazioni Unite. Ha lasciato l’ONU nell’ottobre del 2023, scrivendo una lettera pubblica che metteva in guardia dal Genocidio a Gaza, criticava la risposta internazionale e chiedeva un nuovo approccio alla Palestina e a Israele basato sull’uguaglianza, sui diritti umani e sul Diritto Internazionale.

Traduzione a cura di: Beniamino Rocchetto

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