La conseguenza diretta per le persone è
che molto probabilmente il cibo che importiamo sarebbe trattato chimicamente,
sarebbe geneticamente modificato e non sarebbe etichettato. Non sapresti
veramente cosa c’è nel tuo cibo. Potresti comprare pollo che è stato lavato con
cloro, manzo cresciuto con ormoni, potresti avere cibo biosintetico prodotto
con un gene di una pianta e un altro di un animale, e tutto questo non sarebbe
etichettato.
Gli
americani senza dubbio vogliono sbarazzarsi delle indicazioni geografiche
protette (IGP). Ciò significa che non si potrebbe vendere il prosciutto come
prosciutto di montagna, ma solo come prosciutto. Forse un vino potrebbe
mantenere l’indicazione geografica, ma potrebbero indicare il nome champagne
come generico e si potrebbe produrre champagne in California, non dovrebbe
necessariamente provenire dalla regione francese di Champagne.
Nell’ambito
della salute le aziende farmaceutiche stanno cercando di sbarazzarsi dei
medicinali generici. Hanno già avuto successo obbligando le aziende di
medicinali generici a ripetere tutti gli studi clinici che avevano dovuto fare
per medicinali identici, ma che avevano un marchio. Per poter fare un
medicinale generico si deve fare tutto di nuovo: studi clinici, test in cieco,
ecc. In questo modo i medicinali saranno più costosi.
Tornando
al settore dell’agricoltura, è molto probabile che perderemmo un gran numero di
agricoltori perchè se si abbassassero le tariffe doganali agricole ci sarebbe
un’invasione di mais americano e cereali di base che inonderebbe la Spagna e
che rovinerebbe molti agricoltori. Esattamente nello stesso modo in cui i
“campesinos” messicani sono stati rovinati dall’Accordo di Libero Commercio del
Nord America, il NAFTA.
Ci
sarebbero altri impatti che sono impossibili da prevedere ora, ma la
Commissione europea ha iniziato dicendo “oh, questo significherà un aumento del
PIL, e ogni famiglia europea di 4 persone avrà 560 euro in più”, ma questo
studio che hanno fatto è stato totalmente confutato. E’ stato dimostrato che
era basato su modelli totalmente irrealistici. Usano un modello, non ci potrete
credere…, in cui non esiste la disoccupazione. Considerano una piena
occupazione costante, perchè se non ci sono posti di lavoro in un settore, ci
sono in un altro, e così via.
Cosicchè
questo è il modello che utilizzano. Di fatto, altri economisti hanno dimostrato
che questo trattato comporterebbe una perdita di posti di lavoro, perderemo
anche più posti di lavoro di adesso e non ci sarebbero benefici, o ci sarebbero
in forma molto marginale da qui a vent’anni, per cui non farebbe differenza.
Allo
stesso tempo, però, è un regalo per le corporazioni transnazionali, ed è di
questo che tratta il TTIP. Si tratta di dare alle multinazionali la libertà di
poter denuncare i governi se approvano una legge che non gli piace.
Abbiamo
molti esempi, perchè in centinaia di trattati bilaterali esiste questo sistema
giudiziario privato. Per esempio, il governo egiziano ha aumentato il salario
minimo e un’azienda, un’importante azienda francese, Veolia, gli ha fatto causa
perchè avrebbe dovuto pagare di più i suoi lavoratori. Questo caso ancora non
si è ancora concluso, ma c’è un altro caso che invece lo è, per esempio
l’Ecuador, che non ha autorizzato una compagnia petrolifera americana a
trivellare in una certa zona. Gli hanno detto che si trattava di una zona
protetta e che lì non si poteva trivellare. L’azienda ha detto: vi facciamo
causa, e hanno vinto. Ora l’Ecuador ha una multa di 1,8 miliardi di dollari,
che è molto per un paese piccolo e abbastanza debole.
Quindi
avremmo un potere giudiziario privatizzato dove gli investitori potrebbero fare
causa ai governi per qualunque legge che, a loro giudizio, pregiudicasse i loro
profitti.
L’altra
cosa è che le multinazionali vogliono essere presenti dove e quando si fanno le
regole. Se la Volkswagen emette molto più CO2 di quanto aveva detto, ora tutti
sanno dello scandalo della Volkwagen. Questo probabilmente diventerebbe legale,
perchè se le multinazionali facessero leggi, le farebbero su misura per loro.
Loro
dicono che vogliono armonizzare le regole, ma questo significa toccare il
fondo. In generale, non sempre ma in generale, le regole europee sono più forti
e protezioniste di quelle americane.
Vorrei
fare l’esempio delle sostanze chimiche. L’Europa, negli ultimi decenni, ha
eliminato 12.000 sostanze chimiche, che sono vietate nei nostri mercati. Nello
stesso arco di tempo gli americani ne hanno eliminate 5.
Dipende
dal sistema americano, dall’agenzia che regola le sostanze chimiche,
dichiarare, entro un lasso di tempo di tre mesi, l’illegalità di una sostanza
con l’obbligo di ritirarla dal mercato. E’ molto difficile ottenere ciò
dall’agenzia di regolamentazione, in un periodo di tempo così breve.
Vedete,
in Europa diciamo che dubitiamo, che abbiamo dubbi sulla sicurezza di un
prodotto o di un processo e portanto diciamo no finchè non si dimostri la sua
sicurezza, il sistema è opposto. Negli Stati Uniti la sostanza è sicura finchè
non si dimostra che è nociva, mentre in Europa è nociva finchè non si dimostra
che è sicura.
Quindi
queste cose cambierebbero la nostra vita quotidiana, e per il resto non posso
dire molto perchè il documento è segreto, ancora non è stato firmato. Nemmeno i
nostri rappresentanti possono saperne molto, devono giurare che non riveleranno
ciò che leggono nella stanza segreta. Non possono essere di grande aiuto, non è
colpa loro.
Ma si
tratta realmente di una minaccia alla democrazia e di un regalo alle imprese
transnazionali che già sono, come sapete, estremamente potenti.
Il potere dei nuovi attori politici come Ada
Colau
Non
hanno potere reale, ma ne hanno molto simbolico. Ada Colau ha appena avuto un
incontro a Barcellona con molte città e regioni che si sono dichiarate Zone
Libere dal TTIP.
Questo
ha molto potere simbolico, non significa che possano veramente sfuggire, se il
governo spagnolo firma, ma che c’è una significativa opposizione politica e che
questa deve essere ascoltata in Europa e negli Stati Uniti.
In Francia ci
sono molte di queste zone. Lì abbiamo cominciato nel 2004 e nel 2005 perchè
avevamo una campagna riguardante un accordo a tutto campo sul commercio e i
servizi, il GATS, come parte dei negoziati con l’Organizzazione Mondiale del
Commercio (WTO). Volevano includere nel trattato molti più servizi, compresi i
servizi pubblici, e noi li abbiamo sconfitti con una campagna in cui più di
1.000 organizzazioni francesi, a livello comunale e regionale, si sono
dichiarate “zone libere dal GATS”.
Questo
ora è stato nuovamente ripreso con il TTIP, pertanto credo che sia un movimento
da incoraggiare ovunque. Nel momento in cui ci sarà un sufficiente numero di
comuni nei paesi europei, si genererà una grande pressione sulla Commissione
europea, come già sta accadendo con le marce e le raccolte di firme.
Contro
questo trattato sono state raccolte 3,4 milioni di firme in tutta Europa, il
che dimostra che i cittadini sono consapevoli, ed è la prima volta che l’Europa
dell’ovest, del centro e dell’est si sono unite su uno stesso tema.
21
paesi hanno raggiunto le loro quote, come previsto dall’Unione europea, per
dire no al CETA, che è l’accordo con il Canada e anche con il TTIP, il che è un
buon segnale. Stiamo avanzando.
Sui nuovi movimenti europei: DIEM 25, PLAN B,
NUIT DEBOUT
Non
potrei rispondere meglio di chiunque di voi sulle questioni che riguardano il
futuro, lo sapete.
Credo
però che quanti più movimenti come questi ci sono, meglio è, e ce ne sono
diversi, ce n’è uno chiamato Plan B, c’è Varoufakis con il DIEM, Movimento per
la democrazia in Europa. Ci sono altri tentativi, attualmente. In Francia ci
sono giovani che si stanno unendo, il Nuit Debout, che viene imitato da altri
paesi. Quanti più sono, meglio è.
Perchè
l’Europa sta davvero in crisi, non sentiamo di poterci fidare della
Commissione, sentiamo che è antidemocratica, non solo che c’è un deficit
democratico, ma che c’è una politica antidemocratica che ha l’obiettivo di non
ascoltare ciò che dice la gente.
Cosicchè
quanti più movimenti come questi ci sono, meglio è. Il movimento DIEM di
Varoufakis dice: cercheremo di farlo in più tappe, nel corso dei prossimi 10 anni.
Prima dobbiamo disfarci della segretezza, perchè siamo all’oscuro dei piani
europei e i cittadini hanno bisogno di essere informati. Quindi la prima cosa
da eliminare è l’opacità sul modo in cui siamo governati.
Inoltre
è molto importante avere un’Europa organizzata democraticamente, perchè ora il
presidente dell’Eurogruppo, il Sig. Jeroen Dijsselbloem, non è stato eletto. Il
Sig. Mario Draghi, capo della Banca centrale, non è stato eletto. Il Sig.
Junker è stato eletto in modo molto indiretto. Quindi abbiamo solo il
Parlamento, ma le persone realmente influenti sono perlopiù burocrati che non
sono stati eletti. Questi vivono nel loro mondo, lassù nella stratosfera, da
qualche parte, stabilendo le regole, e quando noi lo sappiamo è troppo tardi e
non abbiamo un dibattito nel merito.
E’
appena accaduto qualcosa di molto pericoloso, ma non abbiamo avuto tempo per
organizzarci contro questo. Si tratta della Direttiva sul segreto commerciale,
per cui se riveli qualcosa riguardante un affare commerciale, l’impresa può
denunciarti come delatore. Ironia vuole che in questo momento, proprio questa
settimana, due giovani vengono giudicati in Lussemburgo per avere svelato le
informazioni che ci hanno permesso di sapere di Luxleaks.
Luxleaks
è il nome del sistema lussemburghese in base al quale si prendevano accordi con
dozzine, se non con centinaia, di aziende affinchè queste potessero far entrare
i loro profitti in Lussemburgo come tasse, e così pagare pochissime imposte.
Così
c’è stata una relazione parlamentare in Francia che dice che se paradisi
fiscali come questo non esistessero, il governo avrebbe almeno tra i 60 e gli
80 miliardi di euro in più ogni anno da includere nel bilancio. Si tratta di
quello che abbiamo bisogno per la sicurezza sociale, di quello che abbiamo
bisogno per le scuole… e non stiamo introitando queste tasse. Dunque dobbiamo
avere un sistema fiscale che funzioni per le grandi corporazioni. Dobbiamo
avere un sistema fiscale che dica ai ricchi che devono smettere di usare i
paradisi fiscali, ecc. Perchè ai cittadini dicono “voi dovete pagare”, e noi lo
facciamo, perchè abbiamo la strada segnata, non usiamo le Isole Cayman per
metterci i nostri soldi.
Perciò
credo che quanti più sono i movimenti che si battono contro la segretezza e
contro l’arbitrarietà dei governi, che permettono ai ricchi e alle imprese
ricche di sfuggire al pagamento della loro parte di tasse per mantenere
l’Europa, meglio è. Queste sono buone cose da ottenere.
Come può cambiare il sistema: “Criticità
auto-organizzata”
La
gente vuole sempre sapere quando le cose cambieranno e questa è una domanda a
cui io non posso rispondere. Però quello che cerco di spiegare è: esiste in
ambito scientifico un concetto chiamato “Criticità auto-organizzata”. Suona
complicato ma non lo è.
Significa
che, dal punto di vista scientifico, anche un sistema semplice come un mucchio
di sabbia riceve costantemente stimoli dal mondo esterno. Diciamo che ho qui un
mucchio di sabbia, alto così, e che un granello di sabbia cade un momento dopo
l’altro… tutto il tempo.
A un
certo punto, che nè io nè voi possiamo prevedere, questo granello in più di
sabbia provocherà una valanga e tutto il sistema dovrà essere riconfigurato e
non sarà più quello di prima.
Non
vedo alcuna ragione per cui non possa accadere lo stesso con la politica e con
le società. Quindi quando qualcuno dice “Sono solo una persona, che posso
fare?” io dico: unisciti a un gruppo e aiuta questo gruppo ad essere un
elemento, il granello di sabbia che fa’ sì che tutto il sistema crolli.
Non possiamo
dire quando accadrà. Ma sappiamo che un qualcosa in più può fare la differenza.
Solo un centesimo di grado in più di temperatura, in Artico o in Antartico, fa
sì che si stacchi parte di un iceberg e che quell’iceberg non esista più e che
tutto inizi a sciogliersi.
Tutti
i sistemi fisici sono così e credo che anche i sistemi umani siano così. Per
questo dico che abbiamo bisogno di te, qualunque sia la tua professione.
Abbiamo bisogno di quel documentario televisivo in più, abbiamo bisogno di
quell’articolo in più su un giornale, abbiamo bisogno di quell’organizzazione
che riunisca il proprio gruppo, e di qualcuno che dice qualcosa e
improvvisamente i politici capiscono, e all’improvviso il sistema si
riconfigura.
Quindi
questa è la Criticità Autoorganizzata nella sfera politica.
Traduzione
dall’inglese di Matilde Mirabella
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