sabato 7 maggio 2016

Conseguenze dirette della firma del TTIP - Susan George

La conseguenza diretta per le persone è che molto probabilmente il cibo che importiamo sarebbe trattato chimicamente, sarebbe geneticamente modificato e non sarebbe etichettato. Non sapresti veramente cosa c’è nel tuo cibo. Potresti comprare pollo che è stato lavato con cloro, manzo cresciuto con ormoni, potresti avere cibo biosintetico prodotto con un gene di una pianta e un altro di un animale, e tutto questo non sarebbe etichettato.
Gli americani senza dubbio vogliono sbarazzarsi delle indicazioni geografiche protette (IGP). Ciò significa che non si potrebbe vendere il prosciutto come prosciutto di montagna, ma solo come prosciutto. Forse un vino potrebbe mantenere l’indicazione geografica, ma potrebbero indicare il nome champagne come generico e si potrebbe produrre champagne in California, non dovrebbe necessariamente provenire dalla regione francese di Champagne.
Nell’ambito della salute le aziende farmaceutiche stanno cercando di sbarazzarsi dei medicinali generici. Hanno già avuto successo obbligando le aziende di medicinali generici a ripetere tutti gli studi clinici che avevano dovuto fare per medicinali identici, ma che avevano un marchio. Per poter fare un medicinale generico si deve fare tutto di nuovo: studi clinici, test in cieco, ecc. In questo modo i medicinali saranno più costosi.
Tornando al settore dell’agricoltura, è molto probabile che perderemmo un gran numero di agricoltori perchè se si abbassassero le tariffe doganali agricole ci sarebbe un’invasione di mais americano e cereali di base che inonderebbe la Spagna e che rovinerebbe molti agricoltori. Esattamente nello stesso modo in cui i “campesinos” messicani sono stati rovinati dall’Accordo di Libero Commercio del Nord America, il NAFTA.
Ci sarebbero altri impatti che sono impossibili da prevedere ora, ma la Commissione europea ha iniziato dicendo “oh, questo significherà un aumento del PIL, e ogni famiglia europea di 4 persone avrà 560 euro in più”, ma questo studio che hanno fatto è stato totalmente confutato. E’ stato dimostrato che era basato su modelli totalmente irrealistici. Usano un modello, non ci potrete credere…, in cui non esiste la disoccupazione. Considerano una piena occupazione costante, perchè se non ci sono posti di lavoro in un settore, ci sono in un altro, e così via.
Cosicchè questo è il modello che utilizzano. Di fatto, altri economisti hanno dimostrato che questo trattato comporterebbe una perdita di posti di lavoro, perderemo anche più posti di lavoro di adesso e non ci sarebbero benefici, o ci sarebbero in forma molto marginale da qui a vent’anni, per cui non farebbe differenza.
Allo stesso tempo, però, è un regalo per le corporazioni transnazionali, ed è di questo che tratta il TTIP. Si tratta di dare alle multinazionali la libertà di poter denuncare i governi se approvano una legge che non gli piace.
Abbiamo molti esempi, perchè in centinaia di trattati bilaterali esiste questo sistema giudiziario privato. Per esempio, il governo egiziano ha aumentato il salario minimo e un’azienda, un’importante azienda francese, Veolia, gli ha fatto causa perchè avrebbe dovuto pagare di più i suoi lavoratori. Questo caso ancora non si è ancora concluso, ma c’è un altro caso che invece lo è, per esempio l’Ecuador, che non ha autorizzato una compagnia petrolifera americana a trivellare in una certa zona. Gli hanno detto che si trattava di una zona protetta e che lì non si poteva trivellare. L’azienda ha detto: vi facciamo causa, e hanno vinto. Ora l’Ecuador ha una multa di 1,8 miliardi di dollari, che è molto per un paese piccolo e abbastanza debole.
Quindi avremmo un potere giudiziario privatizzato dove gli investitori potrebbero fare causa ai governi per qualunque legge che, a loro giudizio, pregiudicasse i loro profitti.
L’altra cosa è che le multinazionali vogliono essere presenti dove e quando si fanno le regole. Se la Volkswagen emette molto più CO2 di quanto aveva detto, ora tutti sanno dello scandalo della Volkwagen. Questo probabilmente diventerebbe legale, perchè se le multinazionali facessero leggi, le farebbero su misura per loro.
Loro dicono che vogliono armonizzare le regole, ma questo significa toccare il fondo. In generale, non sempre ma in generale, le regole europee sono più forti e protezioniste di quelle americane.
Vorrei fare l’esempio delle sostanze chimiche. L’Europa, negli ultimi decenni, ha eliminato 12.000 sostanze chimiche, che sono vietate nei nostri mercati. Nello stesso arco di tempo gli americani ne hanno eliminate 5.
Dipende dal sistema americano, dall’agenzia che regola le sostanze chimiche, dichiarare, entro un lasso di tempo di tre mesi, l’illegalità di una sostanza con l’obbligo di ritirarla dal mercato. E’ molto difficile ottenere ciò dall’agenzia di regolamentazione, in un periodo di tempo così breve.
Vedete, in Europa diciamo che dubitiamo, che abbiamo dubbi sulla sicurezza di un prodotto o di un processo e portanto diciamo no finchè non si dimostri la sua sicurezza, il sistema è opposto. Negli Stati Uniti la sostanza è sicura finchè non si dimostra che è nociva, mentre in Europa è nociva finchè non si dimostra che è sicura.
Quindi queste cose cambierebbero la nostra vita quotidiana, e per il resto non posso dire molto perchè il documento è segreto, ancora non è stato firmato. Nemmeno i nostri rappresentanti possono saperne molto, devono giurare che non riveleranno ciò che leggono nella stanza segreta. Non possono essere di grande aiuto, non è colpa loro.
Ma si tratta realmente di una minaccia alla democrazia e di un regalo alle imprese transnazionali che già sono, come sapete, estremamente potenti.

Il potere dei nuovi attori politici come Ada Colau
Non hanno potere reale, ma ne hanno molto simbolico. Ada Colau ha appena avuto un incontro a Barcellona con molte città e regioni che si sono dichiarate Zone Libere dal TTIP.
Questo ha molto potere simbolico, non significa che possano veramente sfuggire, se il governo spagnolo firma, ma che c’è una significativa opposizione politica e che questa deve essere ascoltata in Europa e negli Stati Uniti.
In Francia ci sono molte di queste zone. Lì abbiamo cominciato nel 2004 e nel 2005 perchè avevamo una campagna riguardante un accordo a tutto campo sul commercio e i servizi, il GATS, come parte dei negoziati con l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Volevano includere nel trattato molti più servizi, compresi i servizi pubblici, e noi li abbiamo sconfitti con una campagna in cui più di 1.000 organizzazioni francesi, a livello comunale e regionale, si sono dichiarate “zone libere dal GATS”.
Questo ora è stato nuovamente ripreso con il TTIP, pertanto credo che sia un movimento da incoraggiare ovunque. Nel momento in cui ci sarà un sufficiente numero di comuni nei paesi europei, si genererà una grande pressione sulla Commissione europea, come già sta accadendo con le marce e le raccolte di firme.
Contro questo trattato sono state raccolte 3,4 milioni di firme in tutta Europa, il che dimostra che i cittadini sono consapevoli, ed è la prima volta che l’Europa dell’ovest, del centro e dell’est si sono unite su uno stesso tema.
21 paesi hanno raggiunto le loro quote, come previsto dall’Unione europea, per dire no al CETA, che è l’accordo con il Canada e anche con il TTIP, il che è un buon segnale. Stiamo avanzando.

Sui nuovi movimenti europei: DIEM 25, PLAN B, NUIT DEBOUT
Non potrei rispondere meglio di chiunque di voi sulle questioni che riguardano il futuro, lo sapete.
Credo però che quanti più movimenti come questi ci sono, meglio è, e ce ne sono diversi, ce n’è uno chiamato Plan B, c’è Varoufakis con il DIEM, Movimento per la democrazia in Europa. Ci sono altri tentativi, attualmente. In Francia ci sono giovani che si stanno unendo, il Nuit Debout, che viene imitato da altri paesi. Quanti più sono, meglio è.
Perchè l’Europa sta davvero in crisi, non sentiamo di poterci fidare della Commissione, sentiamo che è antidemocratica, non solo che c’è un deficit democratico, ma che c’è una politica antidemocratica che ha l’obiettivo di non ascoltare ciò che dice la gente.
Cosicchè quanti più movimenti come questi ci sono, meglio è. Il movimento DIEM di Varoufakis dice: cercheremo di farlo in più tappe, nel corso dei prossimi 10 anni. Prima dobbiamo disfarci della segretezza, perchè siamo all’oscuro dei piani europei e i cittadini hanno bisogno di essere informati. Quindi la prima cosa da eliminare è l’opacità sul modo in cui siamo governati.
Inoltre è molto importante avere un’Europa organizzata democraticamente, perchè ora il presidente dell’Eurogruppo, il Sig. Jeroen Dijsselbloem, non è stato eletto. Il Sig. Mario Draghi, capo della Banca centrale, non è stato eletto. Il Sig. Junker è stato eletto in modo molto indiretto. Quindi abbiamo solo il Parlamento, ma le persone realmente influenti sono perlopiù burocrati che non sono stati eletti. Questi vivono nel loro mondo, lassù nella stratosfera, da qualche parte, stabilendo le regole, e quando noi lo sappiamo è troppo tardi e non abbiamo un dibattito nel merito.
E’ appena accaduto qualcosa di molto pericoloso, ma non abbiamo avuto tempo per organizzarci contro questo. Si tratta della Direttiva sul segreto commerciale, per cui se riveli qualcosa riguardante un affare commerciale, l’impresa può denunciarti come delatore. Ironia vuole che in questo momento, proprio questa settimana, due giovani vengono giudicati in Lussemburgo per avere svelato le informazioni che ci hanno permesso di sapere di Luxleaks.
Luxleaks è il nome del sistema lussemburghese in base al quale si prendevano accordi con dozzine, se non con centinaia, di aziende affinchè queste potessero far entrare i loro profitti in Lussemburgo come tasse, e così pagare pochissime imposte.
Così c’è stata una relazione parlamentare in Francia che dice che se paradisi fiscali come questo non esistessero, il governo avrebbe almeno tra i 60 e gli 80 miliardi di euro in più ogni anno da includere nel bilancio. Si tratta di quello che abbiamo bisogno per la sicurezza sociale, di quello che abbiamo bisogno per le scuole… e non stiamo introitando queste tasse. Dunque dobbiamo avere un sistema fiscale che funzioni per le grandi corporazioni. Dobbiamo avere un sistema fiscale che dica ai ricchi che devono smettere di usare i paradisi fiscali, ecc. Perchè ai cittadini dicono “voi dovete pagare”, e noi lo facciamo, perchè abbiamo la strada segnata, non usiamo le Isole Cayman per metterci i nostri soldi.
Perciò credo che quanti più sono i movimenti che si battono contro la segretezza e contro l’arbitrarietà dei governi, che permettono ai ricchi e alle imprese ricche di sfuggire al pagamento della loro parte di tasse per mantenere l’Europa, meglio è. Queste sono buone cose da ottenere.

Come può cambiare il sistema: “Criticità auto-organizzata”
La gente vuole sempre sapere quando le cose cambieranno e questa è una domanda a cui io non posso rispondere. Però quello che cerco di spiegare è: esiste in ambito scientifico un concetto chiamato “Criticità auto-organizzata”. Suona complicato ma non lo è.
Significa che, dal punto di vista scientifico, anche un sistema semplice come un mucchio di sabbia riceve costantemente stimoli dal mondo esterno. Diciamo che ho qui un mucchio di sabbia, alto così, e che un granello di sabbia cade un momento dopo l’altro… tutto il tempo.
A un certo punto, che nè io nè voi possiamo prevedere, questo granello in più di sabbia provocherà una valanga e tutto il sistema dovrà essere riconfigurato e non sarà più quello di prima.
Non vedo alcuna ragione per cui non possa accadere lo stesso con la politica e con le società. Quindi quando qualcuno dice “Sono solo una persona, che posso fare?” io dico: unisciti a un gruppo e aiuta questo gruppo ad essere un elemento, il granello di sabbia che fa’ sì che tutto il sistema crolli.
Non possiamo dire quando accadrà. Ma sappiamo che un qualcosa in più può fare la differenza. Solo un centesimo di grado in più di temperatura, in Artico o in Antartico, fa sì che si stacchi parte di un iceberg e che quell’iceberg non esista più e che tutto inizi a sciogliersi.
Tutti i sistemi fisici sono così e credo che anche i sistemi umani siano così. Per questo dico che abbiamo bisogno di te, qualunque sia la tua professione. Abbiamo bisogno di quel documentario televisivo in più, abbiamo bisogno di quell’articolo in più su un giornale, abbiamo bisogno di quell’organizzazione che riunisca il proprio gruppo, e di qualcuno che dice qualcosa e improvvisamente i politici capiscono, e all’improvviso il sistema si riconfigura.
Quindi questa è la Criticità Autoorganizzata nella sfera politica.
Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella



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