“…La figlia
di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con
giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla
madre, disse: “Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista…“;
questo passo
del vangelo di matteo mostra come possa improvvisamente precipitare la
coscienza del limite nella gestione delle cose umane; immaginate chi possa
essere erode, uno che ha occupato il potere di soppiatto e che segue un’agenda
spregiudicata, fatta di cerimonie per agenti caduti in servizio, feste padane e
minacce ringhiose; immaginate chi possa essere la bella figlia di erodiade, la
novella maggioranza degli italiani in stato di ebbrezza xenofoba e vogliosa di
tiro al bersaglio; e immaginate
finalmente la voglia di teste tagliate;
finalmente la voglia di teste tagliate;
ed ecco qua
la procura della locride, terra esemplare di legalità salvo un piccolo neo
chiamato ‘ndrangheta, e la guardia di finanza che potreste immaginare impegnata
a vedere dentro quarantanove milioni di euro imboscati dal barbuto erode nel
tempo; ma la bella salomè non ha interesse per le grandi mafie e nemmeno per le
grandi malversazioni: vuole solo una testa tagliata, una, perché per averne poi
altre bisogna comunque cominciare dalla prima;
la prima è
quella del sindaco di riace mimmo lucano, accusato di “favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina”;
mi vergogno
di questa lunga danza macabra, di questo tricolore imbrattato di lordura, di
questa gente ubriaca di egoismo in branco, e del suo attuale governo;
IO SONO COMPLICE DI MIMMO LUCANO
Gian Luigi
Deiana
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