Considerato erroneamente quasi “di sinistra” soltanto perché è più
intelligente di Salvini (come il 99,7 per cento della popolazione), Luca Zaia
ha deciso di accelerare sulla cosiddetta Autonomia Differenziata. Si tratta di
una legge votata da Meloni per tirare un osso a Salvini, sperando che poi
Salvini lo restitusca in forma di bistecca: il Premierato. Insomma è il solito
metodo “qui-la-pecunia-qui-il-cammello” in cui, un po’ maldestramente, si è
consegnato il cammello a credito, e la pecunia chissà, vedremo.
Luca Zaia, imperatore del Veneto, è determinato ora a portarsi avanti col
lavoro: l’Autonomia Differenziata prevede 23 materie (23) su cui oggi decide la
Repubblica Italiana, parlandone da viva, e su cui un domani decideranno vari
principati, signorie, monarchie costituzionali, autocrazie clientelari,
oligarchie più o meno elette, governatori di regioni e tribù sparse per il
territorio della Penisola. La legge si chiama Autonomia Differenziata, ma solo
perché “Un, due, tre, casino!” suonava brutto sulla Gazzetta Ufficiale.
Vediamo il bicchiere mezzo pieno: finalmente capiremo meglio quei film
americani in cui puoi rubare un cavallo in Utah, ma non bere una birra in
pubblico nell’Iowa, dove se attraversi fuori dalle strisce pedonali ti
arrestano in Missouri, ma puoi circolare con un mitragliatore nella borsetta in
Carolina del Sud, oltre al Texas dove puoi fare il cazzo che vuoi. Poi, se
compi un reato qui e attraversi un confine là, ti si scatena dietro una squadra
dell’Fbi, e c’è sempre qualcuno che grida “Ehi! E’ un reato federale!”. Così si
rilancerà anche il cinema italiano, e vedremo Thelma e Louise che scappano in
macchina nel tentativo di scollinare in Abruzzo.
Ancora non sono stati definiti i LEP., che significa Livelli Essenziali di
Prestazione, cioè un minimo sindacale sotto il quale non si può andare.
Esempio: ti sloghi una caviglia in Veneto e viene a prenderti un elicottero con
le pale in cristalli Svarowski e due infermiere finaliste di miss Universo, ma
se la caviglia te la sloghi in Molise potrebbero abbatterti sul posto con una
pietosa fucilata.
A leggere le ventitré materie in cui ogni regione potrà fare quello che
vuole indipendentemente da dettagli trascurabili come la Costituzione o le
leggi dello Stato, ci aspetta un gran lavoro. Interessante il capitolo
“Rapporti Internazionali”, per cui ogni regione potrà di fatto avere
interscambi diplomatici e geopolitici in giro per il mondo e nella Unione
Europea, tipo l’ambasciata della Calabria a Oslo, o il consolato piemontese in
Kazakistan. Naturalmente non sono sfuggite all’acuto legislatore alcune materie
come finanza pubblica, sistema tributario, previdenza, casse di risparmio eccetera
eccetera, così che uno dovrà andare in giro con documenti che attestano la sua
appartenenza a una determinata regione, e in base a quelli avrà diversi
trattamenti, sia fiscali che pensionistici. Una cosa che prelude a interessanti
scambi di prigionieri in caso di guerre interregionali: settantadue pensionati
lucani in cambio di un pensionato lombardo. La cosa più divertente della
riforma è l’istituzione di una Cabina di Regia del governo nazionale in cui una
manciata di burocrati di nomina politica potranno dire cosa è esagerato, in
quella deliziosa anarchia, e cosa no. Per esempio, quando abbatteranno a
fucilate (LEP) quello che si è slogato una caviglia in Molise o si è tagliato
un dito nelle Marche, decideranno il calibro, l’ora dell’esecuzione, e se sia
lecito avvertire i parenti.
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