Oggi, sfogliando un po' di siti di informazione online sono incappato in due notizie, nessuna delle due del tutto nuova.
La prima è
la notizia della cessione del governo italiano delle infrastrutture di
telecomunicazione nazionali, prima TIM, al KKR Global Institute, fondo
americano presieduto dall'ex generale David H. Petraeus, ex direttore della
CIA.
Niente di
anomalo, niente che non rientri nella fisiologia di questo paese.
Il governo
"sovranista", quello che si imporpora d'orgoglio nazionale quando
deve fare gli spottoni pre-elettorali, cede serenamente e sistematicamente ogni
residuo di autonomia al capobastone americano.
Per
l'occasione, allarmi antifascisti non pervenuti.
I nostri
sovranisti à la carte del "fascismo" hanno recepito più o meno solo
il principio di cieca obbedienza gerarchica e un po' di darwinismo
sociale.
La cieca
obbedienza al capobranco oggi si esercita in direzione di un padrone con
passaporto americano e il darwinismo sociale si traduce in mercatismo (il
mercato ha sempre ragione, il mercato è efficiente, il mercato è buono, in
particolare se a comprare è un padrone a stelle e strisce.)
E
incidentalmente, queste due ombreggiature "fasciste" - cieca obbedienza
ai caporali di Washington e mercatismo - sono principi abbracciati
entusiasticamente anche dal centrosinistra.
Ricordiamo,
di passaggio, che la dismissione delle telecomunicazioni venne inaugurata illo
tempore dal centrosinistra, con Prodi: c'è qualcosa di esteticamente mirabile
nel vedere che la parabola che si è aperta con Prodi viene oggi chiusa dalla
Meloni.
La seconda
notizia in cui sono incappato è un'articolessa su Repubblica, in cui si
perorava la causa della didattica a distanza, spiegando nel titolo come
"l'84% degli studenti si sente più sicuro e preparato grazie al mondo
digitale".
Assumendo di
rivolgermi a persone intelligenti non mi metterò neppure a refutare questa
corbelleria.
Vi troviamo
l'usuale sparata percentuale (l'84% eh, mica cai) che mima la retorica
scientifica, attraverso la quale questi incartamenti per il pesce gabellano la
propria propaganda come "autorevole".
Vi troviamo
una balla sesquipedale, evidente a chiunque abbia constatato la mostruosa
impennata dei problemi psichiatrici adolescenziali dopo la clausura (e la
didattica a distanza) del covid.
Ma ci
troviamo, soprattutto - e questo è ciò che fa venire i brividi - una quadratura
mirabile - ancorché contingente - con la prima notizia.
Ricordiamo
infatti cos'è esattamente la rete venduta agli americani. Riporto, a titolo di
resoconto, un passaggio da fonte non sospettabile di antiamericanismo, una
pagina del Corriere della Sera di qualche tempo fa:
"La
rete di telecomunicazioni di Tim è la più estesa d’Italia: è composta da oltre
21 milioni di chilometri di cavi in fibra ottica e copre l’89% delle
abitazioni. È la principale infrastruttura per la trasmissione dei dati di
cittadini, imprese e pubblica amministrazione. É considerata strategica per la
sicurezza nazionale ed è lo snodo principale per la digitalizzazione del Paese,
che passa per l’introduzione delle applicazioni digitali fondamentali per il
futuro delle imprese italiane e per l’ammodernamento dei servizi al cittadino
da parte della pubblica amministrazione previsto dal Piano di ripresa e
resilienza."
Dunque, in
sostanza.
Il Piano di
ripresa e resilienza, insieme a tutti i vari progetti europei di
digitalizzazione forzata, preme per estendersi anche alla formazione scolastica
(donde l'articolessa pubblicitaria di Repubblica).
Il quadro
della società che emerge come un desideratum è dunque quello di un mondo di
interazioni massimamente digitalizzate, i cui veicoli sono sorvegliati o
sorvegliabili, manipolati o manipolabili, a piacimento da un comando estero con
agenda militare.
Aggiungo una
notazione laterale.
Conosco fin
troppo bene le reazioni del liberale italiano medio (cioè dell'elettorato
mainstream) per non anticiparne la reazione automatica di fronte a simili
osservazioni.
La loro
reazione naturale è di vedere in tutte queste osservazioni i germi di un
complottismo che vede piani malvagi e intenzioni di nocumento ovunque.
Invece
bisogna fidarsi.
Perché il
soggetto politico qui è il Blocco-del-Bene (progressismo, liberalismo,
dirittumanismo, globalismo, americanismo).
Ciò che in
qualche misura diverte in questa forma di cecità selettiva è l'inavvertita
inconsequenzialità.
Infatti, è
parte della concezione antropologica di fondo del liberale l'assunto che tutti
gli agenti siano mossi sistematicamente da agende di interesse autoaffermativo,
da egoismo, ambizione autoreferenziale, pulsione ad appagare la propria curva
privata di utilità.
Tra i tanti
difetti di una visione così deprimente dell'umano, almeno un aspetto potrebbe
tornare utile in tempi oscuri come i presenti: sotto tali premesse dovrebbe
almeno essere diffusa un'allerta costante, una cultura del sospetto rispetto a
intenzioni e dichiarazioni "idealiste", una sfiducia nella "voce
del padrone".
E invece -
potenza del bispensiero - niente di tutto ciò accade. Rispetto al padrone reale
in carica vige solo infinita fiducia nella sua superiore nobiltà e
lungimiranza.
Perché il
Grande Fratello è buono.
E chi ne
dubita è un complottista.
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