è come un gioco, una partita, Bersani ha provato a farlo uscire, Grillo è arroccato, intanto sembra miagolare nel buio, sta prendendo tempo, se aderisce ai punti di Bersani è in difficoltà (come, vuoi fare la rivoluzione e Bersani ti convince così in fretta?), la cosa più probabile, direi sicura, è che a sua volta faccia una controproposta che per i suoi elettori, ma anche per molti elettori del PD (e di Vendola), sarà altamente condivisibile, ma non per i vertici del PD. Sembra che si stia giocando senza rete, sembra un gioco pericoloso, intanto Napolitano andrà in pensione e non si sa se sarà più facile eleggere il nuovo papa o il nuovo presidente della repubblica.
intanto il PD è atteso alla votazione del nuovo presidente della repubblica, saranno così pazzi da essere autoreferenziali o cercheranno un accordo con Grillo?
come argomenta l'articolo sotto Grillo non potrà dire solo no, fino alla fine, perderà i consensi, dovrà muovere i suoi pezzi, e non so chi e come, ma si staranno già parlando, prima all'ombra gli ambasciatori, poi, alla luce del sole, toccherà ai leader.
ci faranno sapere - franz
Sono poche le
certezze all'indomani delle elezioni. Una fra queste è che i giochi si fanno al Senato. L’altra è che Beppe Grillo, a dispetto dei suoi
54 senatori (poco più del 17 per cento dei seggi) ha un potere enorme. Ma
quanto di fatto conta? E quanto contano gli altri? E da cosa dipende questa
“distribuzione” del potere?
Sono domande importanti, non solo in questa fase in cui i partiti esplorano la possibilità di formare un governo, ma anche perché il governo, qualunque sia e indipendentemente da quanto vivrà, dovrà continuare a fare i conti con una dinamica parlamentare che si prevede molto controversa e instabile, soprattutto al Senato.
Sono anche domande a cui è difficile rispondere. Le variabili in gioco sono molte: i seggi di ogni partito, le alleanze, le posizioni ideologiche, la prossimità politica, l’imprevedibilità delle mosse di Grillo, gli interessi di ogni partito a tornare alle urne.
Per tentare delle risposte utilizziamo qui un algoritmo che generalizza l’indice classico di potere politico di Shapley-Shubik. Uno dei due ideatori, Lloyd Shapley, è stato insignito quest’anno del premio Nobel per l’economia. La generalizzazione proposta da Jason Barr e Francesco Passarelli in un articolo del 2007 tiene conto delle posizioni ideologiche dei partiti stessi. (1) In estrema sintesi, ilpotere deriva dalla probabilità che ciascun partito ha di giocare un ruolo determinante nella formazione di una maggioranza o nella caduta di un governo. È evidente che il ruolo non deriva solo da quanti seggi quel partito ha a disposizione, ma anche dalla sua posizione nello spazio politico e da quanto è disposto ad allearsi con altri…
Sono domande importanti, non solo in questa fase in cui i partiti esplorano la possibilità di formare un governo, ma anche perché il governo, qualunque sia e indipendentemente da quanto vivrà, dovrà continuare a fare i conti con una dinamica parlamentare che si prevede molto controversa e instabile, soprattutto al Senato.
Sono anche domande a cui è difficile rispondere. Le variabili in gioco sono molte: i seggi di ogni partito, le alleanze, le posizioni ideologiche, la prossimità politica, l’imprevedibilità delle mosse di Grillo, gli interessi di ogni partito a tornare alle urne.
Per tentare delle risposte utilizziamo qui un algoritmo che generalizza l’indice classico di potere politico di Shapley-Shubik. Uno dei due ideatori, Lloyd Shapley, è stato insignito quest’anno del premio Nobel per l’economia. La generalizzazione proposta da Jason Barr e Francesco Passarelli in un articolo del 2007 tiene conto delle posizioni ideologiche dei partiti stessi. (1) In estrema sintesi, ilpotere deriva dalla probabilità che ciascun partito ha di giocare un ruolo determinante nella formazione di una maggioranza o nella caduta di un governo. È evidente che il ruolo non deriva solo da quanti seggi quel partito ha a disposizione, ma anche dalla sua posizione nello spazio politico e da quanto è disposto ad allearsi con altri…
http://oi46.tinypic.com/eq5h1y.jpg
RispondiEliminaguarda questa foto e dimmi se c'è da fidarsi...
certo Vendola non brilla per fermezza di pensiero:)
RispondiEliminaevidentemente, Grillo è tanto determinante al Senato per effetto della legge-truffa e perchè, giustamente, il PD non ha altro interlocutore che lui.
RispondiEliminase la destra italiana fosse altro, allora i discorsi sarebbero diversi. ma questi sono i fatti.
fatti che, tuttosommato, potrebbero essere di grande giovamento al paese. purchè non prevalga la retorica oltranzista ed irresponsabile di certa parte di M5S che continua ad equiparare PD e PDL.
retorica che alla fine, in teoria, distruggerebbe ogni "potere" di M5S. ma, personalmente, temo che potrebbe ancora esser riciclata alle prossime elezioni...
articolo molto interessante
è una partita, diversa dalle altre, ma ci sono sempre state.
RispondiEliminaqui si gioca senza rete, ecco.
dice John Belushi: "Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare".
non esistono giocatori per tutte le stagioni, forse in PD deve cambiare, non può giocare in difesa e basta
magari cambiare gli strateghi, può essere un'idea.