mercoledì 13 marzo 2013

Bertolt e il drago

io sto dalla parte del torto, quella di Brecht - franz


Draghi ha detto qualcosa di meno placido, sul voto italiano e le sorprese (brutte o belle) che la democrazia ci riserva, specie nei paesi debitori. Ha spiegato il perché di tanta quiete, ai vertici d'Europa. Ha parlato ai mercati, e a loro nome. Dopo essersi inchinato alla democrazia ha aggiunto, quasi en passant, che l'austerità continuerà tale e quale, divinamente indifferente a quel che mugghia nei bassi mondi. In altre parole: la democrazia può emettere le sentenze che vuole, ma nelle chiome dell'Unione e dei mercati se ne udirà appena l'alito. Perché non c'è da preoccuparsi? "Dovete considerare  -  così Draghi completa il ragionamento  -  che gran parte delle misure italiane di consolidamento dei conti continueranno a procedere con il pilota automatico". Nulla turba "l'unità d'intenti dei governi".

L'intranquillità è d'obbligo invece, è anzi utile in epoche di crisi-trasformazione, e l'immagine del Pilota Automatico conviene pensarla, discuterla, in Italia e Spagna, Grecia, Portogallo. L'autopilota, com'è noto, è il dispositivo che fa avanzare il veicolo senza assistenza umana. È impersonale, non si cura del singolo e degli elettorati, ed è il contrario della democrazia. Molti arguiscono che Draghi prende magnanimamente atto del gioco d'azzardo racchiuso nell'urna: "È la democrazia, bellezza!". In effetti il governatore ha detto altro, facendosi paracleto dei nostri creditori, quindi dei mercati: "È il pilota automatico, bellezza!". Gli Stati possono osare, perfino inciampare, proprio perché sono ormai guidati da dispositivi esterni (trojke, Patti inviolabili), e nulla possono contro di essi. Di fatto, l'Italia è già commissariata, dunque calma e gesso, fatti giunco, la tempesta passerà. Dice passerà: non come, né se sarebbe forse meglio sostituire al dispositivo un governo fatto di uomini, e avere statisti europei con carisma non solo alla Bce.

In realtà viviamo da decenni in queste condizioni: fin dall'ascesa politica di un boss delle Tv che era ineleggibile (una legge del '57 poteva impedirlo, e l'appello di Micromega che lo rammenta ha raccolto oltre 180.000 firme). I parametri di Maastricht che regolano i deficit pubblici, e fecero nascere l'Euro nel 2002, spiegano la tenuta dell'Unione e al tempo stesso la sua strana impassibilità, che è segno sia di forza sia di immobilità. Da vent'anni esistono vincoli economici tali, nell'eurozona, che negli Stati si può temporaneamente giocare a far politica. 

L'euro ci evita disastri non solo economici, ma senza Europa politica può sortire questi effetti. Ogni Stato diventa una specie di rione municipale, dove le più varie sperimentazioni (buone e non) diventano possibili: il pilota automatico le incanalerà. Il potere vero ha cambiato sede ed è una virtual machine che simula il politico. Quella macchina varrà la pena trasformarla in sovranità del popolo europeo, se non vogliamo che ci bombardi come un drone…
da qui



Generale, il tuo carro armato - Bertolt Brecht

Generale, il tuo carro armato è una macchina potente
spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.

Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d'una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.

Generale, l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

2 commenti:

  1. l'idea del pilota automatico non mi piace affatto, ma credo il senso fosse un altro.
    ovvero, che alcune misure già intraprese -per nostra fortuna- produrranno ancora effetti nei prossimi anni.
    queste sono riforme, alcune delle riforme che invochiamo da decenni.
    non dico siano tutte giuste, ma almeno sono un passo. e dopo questo passo, potremmo farne seguire altri.

    concordo con quanto scrivi sull'Europa, anche se non sarei così negativo sulla politica: dobbiamo, invece, renderci conto che la politica si fa anche lì.
    non possiamo snobbare Bruxelles come abbiamo fatto in passato.

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  2. lo scrive Barbara Spinelli:)

    e sul fatto che a Bruxelles e Strasburgo si vada a lavorare e non, come spesso accade, per dare un posto a chi non riesce o non può averlo in Italia, una specie di buen retiro, sono del tutto d'accordo.

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