…Non è consentendo le peggiori
speculazioni immobiliari e dilapidando il patrimonio ambientale collettivo che
si riesce a superare una crisi ormai strutturale.
Spazio per le imprese e i
lavoratori nel settore c’è ed è ampio nelle ristrutturazioni
del patrimonio edilizio esistente,
pubblico e privato, nelle ristrutturazioni
per il miglioramento della qualità energetica, nel risanamento e riqualificazione dei
centri storici. Pensiamo soltanto alla realizzazione di tutti quegli
interventi legati alla riqualificazione ed efficienza energetica
(coibentazione, tetti fotovoltaici, sistemi di riciclaggio idrico, manutenzioni,
ecc.) che possono impiegare personale adeguatamente riqualificato.
Ma non solo.
In un vero e proprio new deal sardo dovrebbe
assolutamente trovare adeguato spazio un piano di sistematico risanamento idrogeologico, con interventi di
consolidamento e rinaturalizzazione di costoni, pendii, letti fluviali,
demolizioni di opere incongrue e ripristini ambientali, forestazioni
naturalistiche. Un piano di salvaguardia del suolo e di protezione del
territorio che coinvolgerebbe migliaia di progettisti, tecnici
specializzati e maestranze con obiettivi realmente di pubblico interesse.
Analogamente un piano per
laristrutturazione e il risanamento delle reti idriche isolane, che attualmenteperdono circa l’85% dell’acqua trasportata (dati Ordine dei
Geologi, ottobre 2011).
Centinaia di milioni di euro di
provenienza comunitaria del piano operativo FESR 2007-2013 troverebbero
la migliore forma di investimento. Evitando i rischi di
disinvolti giochi finanziari da centinaia di milioni con i fondi comunitari sulla
pelle dei sardi.
Come si vede, le opportunità ci sono, il
sostegno finanziario anche. Finora è mancata la volontà e
l’intraprendenza di un’Istituzione regionale che dovrebbe rappresentarci tutti
e spesso, invece, ci fa vergognare d’essere sardi.
E – come ha autorevolmente proposto l’economista Giorgio
Nebbia – non sono altro che ambiti d’intervento comuni a
tutta l’Italia.
Un vero e proprio new deal nazionale, concreto e
senza fronzoli, forse keynesiano,
che farebbe solo del bene all’ambiente, all’economia, all’occupazione.
Nessun commento:
Posta un commento