Signor ministro dei Beni e Attività Culturali
e del Turismo Dario Franceschini, il Formez ha appena pubblicato (http://riqualificazione.formez.it/content/concorso-ripam-mibact-on-line-banche-dati-test) il questionario dell’onniscienza cui saranno sottoposti
bibliotecari, archivisti, architetti, storici dell’arte che aspirano a lavorare
presso il suo ministero. Voglio esprimerle i miei complimenti per l’eccezionale
raccolta di migliaia di domande stupide e inutili che gli intellettuali del
Formez sono riusciti a produrre. Un catalogo che difficilmente potrà essere
superato dagli stessi quiz televisivi. Un’opera di alto ingegno per la quale
lei, insigne scrittore, e questo concorso siete destinati a passare alla
storia! Infatti è molto importante sapere quanti delegati ha la Valle d’Aosta
per l’elezione del presidente della Repubblica (q. 555)! Ma soprattutto i quiz
di Nozioni Generali sul Patrimonio Culturale italiano arrivano al risibile.
Mettiamo da parte gli errori di ortografia e i grossolani svarioni con tre
risposte tutte sbagliate frutto di un uso dissennato di Wikipedia copiato tal
quale, ma certo appare decisivo per la cultura conoscere «in che anno il Cardinale Bernardino
Spada pagò 400 scudi a Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino per il
dipinto La Morte di Didone?» (q. 16). Signor ministro Franceschini
come italiano mi addolora profondamente che i nostri Beni Culturali siano
affidati a chi della Cultura ha una idea così volgare come la sottoerudizione
che il suo quiz rappresenta. Forse è ancora in tempo per inserire una domanda: «In che anno il sindaco Renzi fece
trapanare l’affresco del Vasari nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchi a
Firenze alla ricerca di un fantomatico Leonardo da Vinci? E come fu possibile
che, nonostante lo scempio, egli sia diventato presidente del Consiglio?».
Lei confonde il Patrimonio Culturale con
questo Bignami tascabile fatto di migliaia di domandine. Infatti io all’Expo
non sono andato, per scelta morale dal momento che tra gli sponsor vi era chi
il pianeta lo affama e lo uccide e certo non lo sfama (cioè Finmeccanica) e la
statua dedicata a Lucio Dalla non l’ho vista. Tuttavia nella terna delle
risposte che si offrono su questo decisivo quesito (q. 70) per l’umanità,
scarterei che Dalla se ne stia seduto su una panchina o che abbia un clarinetto
in mano e propendo fortemente sulla risposta che egli parli con un gatto. Il
felino sarà stato in grado di capire quel grande artista molto meglio di lei e
dei suoi ministeriali posti a guardia del tempio vuoto della Cultura e oggi
abitato dall’effimero dei quiz con cui selezionare bibliotecari e archivisti
dello Stato. Vergognarsi sarebbe per lei ancora troppo poco, occorrerebbe
dimettersi e trovarsi un lavoro (magari superando un quiz del Formez!). Miao.
Sergio Tanzarella, ordinario di
Storia della Chiesa (Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale)
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