La strage ferroviaria di Ruvo di Puglia è
come quella di Crevalcore, come quella di Viareggio, come altri omicidi di
poveri pendolari e ferrovieri: è colpa dei mancati investimenti sulla sicurezza
e del taglio al personale. Chi parla di errore umano è un mascalzone
Voglio fare un ragionamento semplice,
mandando subito all’inferno chi ora spenderà paroloni per non farci capire
niente e continuare come sempre.
Di fronte alla strage ferroviaria di Ruvo
di Puglia, di fronte a quei ragazzi, lavoratori, donne e uomini assassinati
solo perché su un treno per poveri, io urlo che la sola colpa è di tutti coloro
che hanno tagliato gli investimenti sulla sicurezza e lo stesso personale.
Invece sento già parlare di errore umano, come se questo esistesse davvero nel
2016 nei treni. In Svizzera la maggior parte delle linee ferroviarie sono a
binario unico, quanti incidenti ci sono? Il sistema dei controlli informatici,
la manutenzione continua, i meccanismi di sicurezza e di arresto immediato
della circolazione, non appena qualche cosa non vada, il rinnovamento del
materiale rotabile e delle infrastrutture, i turni umani per il personale,
tutto costruisce un sistema di salvaguardia che impedisce disastri, come quelli
che invece sempre più spesso accadono nelle ferrovie italiane. Ma da noi si
parla di errore umano, vergogna!
A Crevalcore anni fa c’è stata una strage,
si è data la colpa ai macchinisti, opportunamente morti nel’incidente. A
Viareggio invece i macchinisti sono sopravvissuti, e hanno contribuito a
mettere in luce le criminali gestioni della sicurezza che hanno provocato 31
morti bruciati vivi. Ma il processo per i responsabili delle Ferrovie si avvia
verso la prescrizione.
Quanti soldi si stanno buttando via per il
traforo della Valle di Susa che non serve a niente e neppure sarà completato?
Se con quei soldi si fossero duplicate le linee ferroviarie ad alta
pendolarità, si fosse investito in sicurezza, in semafori di blocco, in
personale, quanti morti in meno ci sarebbero oggi? Ma i NoTav e tutti coloro
che hanno sollevato la questione degli sprechi per le ferrovie ad alta velocità
e dei tagli per quelle per i pendolari, sono stati tacciati di essere nemici
della modernità. E i ferrovieri che per anni con i sindacati di base si sono
battuti perché a guidare i treni fossero due macchinisti e non solo uno, sono
stati accusati di corporativismo e fannullaggine. E ora grazie alla legge
Fornero un solo macchinista dovrà condurre fino a 67 anni.
Tutte queste ragioni ed altre ancora alla
fine risalgono ad un’unica semplice causa: i tagli al trasporto pubblico
ferroviario a favore del profitto sulle tratte più redditizie e delle
privatizzazioni. Così il nostro paese, che nel trasporto ferroviario negli anni
70 e 80 del secolo scorso era diventato il più sicuro, ora sta diventando uno
dei più pericolosi d’Europa. E la UE vorrebbe che ancora più tagliassimo sul
trasporto pubblico.
Questi sono i ragionamenti semplici e
brutali che dovrebbero essere fatti di fronte ai nuovi poveri morti. Invece si
parla di errore umano, di accertamento delle responsabilità e soprattutto di
evitare troppo facili semplificazioni, perché la realtà è complessa. Ma almeno
tacete, mascalzoni!
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