Leggi il
rapporto Chilcot (si consiglia almeno la copertura del Guardian),
dal nome del presidente della commissione d’inchiesta britannica sulla guerra
in Iraq, e il sapore è doppiamente amaro. Amaro innanzitutto perché
l’instabilità del mondo attuale, una regione intera nel caos geopolitico,
centinaia di migliaia di morti, milioni di rifugiati, la spada di Damocle del
terrorismo islamista, dipende in larga misura da quella guerra criminale, le
conseguenze della quale sono pagate ancora oggi innanzitutto dagli iracheni, ai
quali non è mai stata “esportata la democrazia” promessa, ma solo
lutti e distruzioni.
Tony Blair,
il criminale di guerra, continua a blaterare parole senza senso, affermandosi
convinto che il mondo sia comunque più sicuro che ai tempi di Saddam Hussein
(sic) e dicendosi “in buona fede”. Buona fede? La realtà documentale del
rapporto Chilcot è che lui stesso prese parte attiva nel fabbricare rapporti
falsi, manipolare prove, truccare fotografie e orchestrare una colossale
campagna internazionale che avallasse quella guerra. Giova ricordare
che prima di rendersi colpevole di quei crimini di guerra, nel proprio
curriculum Blair aveva l’avere con metodi analoghi scalato e completamente
disarticolato il partito laburista, il suo partito, rendendolo funzionale al
modello economico vigente che quella guerra volle, e totalmente innocuo nel
difendere gli interessi dei propri elettori. Giova ricordare che non tutti
scelsero come Blair di seguire Bush “sarò con te qualunque cosa accada”;
Germania e Francia si sottrassero dignitosamente a quella guerra criminale.
La realtà,
che il rapporto Chilcot rende ineludibile anche ai più recalcitranti difensori,
è che Blair mosse quella guerra all’interno di un piano criminale ordito
al fine di permettere guadagni colossali al circolo più stretto delle
multinazionali vicine a lui e in totale subalternità a George Bush, e che
ancora adesso controllano con i loro eserciti privati il paese e fanno profitti
colossali ai danni della popolazione irachena. Anche se il conflitto, afferma
il rapporto Chilcot, non aveva motivazioni valide, per loro la missione
continua a essere compiuta.
Ma il sapore
è doppiamente amaro per quei cento milioni di persone che, quel 15 febbraio
2003, scendemmo in piazza contro la guerra in Iraq e per dire “not in my name”.
Non solo avevamo ragione, ma tutti i nostri argomenti, frutto di studio e
serietà, non di ideologismi, erano validi e la Storia ci ha dato ragione.
Avevamo letto gli interessi economici e previsto l’instabilità, i lutti, il
terrorismo. Molti editorialisti che ancora oggi imperversano, mentre Bush
e Blair addestravano e finanziavano l’attuale ISIS, ci accusavano di essere
complici di Saddam Hussein e contro la democrazia. Era esattamente il
contrario. No, non ripaga affatto l’aver avuto ragione, perché la straordinaria
violenza usata contro quel movimento, con i mille cannoni del sistema mediatico
monopolista che scelse di credere a tutte le menzogne e tutti gli
argomenti falsi creati a tavolino, ci sconfisse, ci spezzo la schiena e da
allora quella primavera che veniva da Porto Alegre non è più tornata.
Ora chi ha a
cuore la giustizia dovrà vigilare. E’ dubbio che la democrazia britannica abbia
la forza endogena di processare e condannare il criminale di guerra Tony Blair.
Ci vorranno istanze internazionali (Robert Fisk sull’Independent parla di una
Norimberga), pressioni, sanzioni come quelle applicate sistematicamente a paesi
periferici, perché Tony Blair, e come lui George Bush e i loro più stretti
collaboratori, siano consegnati a un Tribunale penale internazionale che possa
garantire loro un giusto processo per gli imprescrittibili crimini contro
l’umanità dei quali sono accusati.
da qui
nel luglio del 2003 Tony Blair diceva: "La
storia mi darà ragione" (qui), quel terrorista e criminale di guerra.
Ho messo la bandiera della pace, quell'anno. Ero disperata per quella guerra stupida e dannosa. La storia ha dato ragione ai pacifisti. Ahimè, troppo tardi.
RispondiEliminadovrebbero stare in galera, o almeno in silenzio, tutti quei criminali di guerra, Blair è spesso sui giornali, o ha incarichi politici "europei".
Eliminaha, e hanno, la faccia come il culo