Una “estemporanea manifestazione
di protesta” che l’accusa traduce in “violenza privata”, chiedendo
perciò l’emissione di diciassette
decreti penali di condanna destinati ad altrettanti studenti
universitari, appartenenti al Comitato contro l’occupazione militare. E il
conto è salato: in totale, 200mila
euro di ammenda. In media, 12mila euro a testa, con l’aggravante
del concorso perché “il reato è stato commesso da più di dieci persone”, si
legge nei decreti che in questi giorni stanno arrivando nelle case degli studenti che il 6 luglio
scorso si sono presentati alla Cittadella universitaria di Monserrato e, dopo
aver esposto uno striscione – “Tutelare l’ambiente: cacciare Saras e basi
militari” – hanno “scandito slogan dal contenuto antimilitarista” interrompendo
di fatto un convegno su inquinamento e protezione
del mare. Tra gli ospiti, i rappresentanti di Saras e Marina
militare. A fare gli onori di casa, la Rettrice dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, costretta a interrompere
momentaneamente i lavori, poi ripresi in un’altra sala.
“Contestare i militari e la
Saras per noi non ha prezzo – si legge in una nota del Comitato studentesco contro l’occupazione
militare -. Per la Questura di Cagliari evidentemente sì: 200mila euro.
In quella giornata una trentina di persone avevano contestato rumorosamente la
presenza di relatori che sono la causa principale della grave situazione
ambientale della Sardegna e dei suoi mari; contestarli in uno spazio e in luogo
che viviamo quotidianamente dovrebbe essere qualcosa di assolutamente
normale nella vita dell’università, mentre evidentemente con questo
provvedimento la Questura di Cagliari ha voluto dirci chiaramente: i militari
sì, gli studenti no”.
E ancora: “Per la Rettrice invece, in mancanza di una
presa di posizione ufficiale nei confronti del provvedimento poliziesco, gli
studenti non allineati devono essere multati e/o cacciati dalle facoltà, mentre
i militari e le aziende che finanziano l’università sono le uniche con diritto
di cittadinanza. Chi ci rimane però se eliminate gli studenti dall’università?
Ci rimanete voi che ve la cantate e ve la suonate fra istituzioni che nessun
rapporto hanno con la realtà, se non quando la realtà ve la sbattiamo in
faccia”.
Gli studenti hanno già annunciato il ricorso contro i
decreti penali e rilanciano con nuove iniziative: il 5 marzo assemblea generale a Bauladu, il 28 aprile manifestazione al Poligono di Salto di Quirra per
‘Sa die de sa Sardigna’ e il 2
giugno, il corteo ‘A foras day’.
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