di Predu Frantziscu Devias
"Se passano i loro piani lo sai cosa vuol dire?
Vuol dire che tutti quei vecchietti che hanno una pensione da fame e che ora vengono operati gratuitamente di cataratta, un domani non potranno più operarsi perché sarà a pagamento e non potranno permetterselo.
Vuol dire gli anziani moriranno ciechi!"
Mi si è gelato il sangue quando Claudia Zuncheddu mi ha detto questa frase. Perché questo dà il metro della tragedia sociale che ci si para davanti.
Una tragedia che non sembra avere quella forma spaventosa e di cui non riesci a capire la reale dimensione. Fino a quando non la tocchi nella concretezza.
Perché il riordino della rete ospedaliera verrà fatto passare come grande occasione di ottimizzazione e risparmio proprio da chi ha creato disfunzioni burocratiche e sperpero di denaro pubblico.
Verrà fatta passare come taglio delle tasse e aumento del PIL proprio da chi ci ha ricoperto di tasse e ha fatto crollare il PIL.
In ogni modo verrà dipinta, tranne per ciò che è: cioè la completa rovina delle classi popolari e dei lavoratori.
Se passa il riordino voluto dalla Giunta italiana di Pigliaru per noi Sardi è finita.
Loro che sono i degni rappresentanti di una Sanità costosissima, mal gestita e piena di sprechi, anziché ottimizzare le spese e dare un servizio sanitario a tutti adesso vogliono farci credere che la soluzione sarà quella di dare la nostra salute in mano alle Assicurazioni. Come negli Stati Uniti, dove chi non ha i soldi non si può curare e muore.
In una Sardegna in cui gran parte delle famiglie è povera, in cui gran parte della forza lavoro è disoccupata e una parte altrettanto grande lavora in nero per una miseria, in cui la metà dei giovani non ha lavoro, in cui gran parte della popolazione è costituita da ultrasessantenni e in cui la maggioranza dei pensionati è povera, tutto ciò può significare solo che la maggior parte dei cittadini sardi non avrà più il diritto ad essere curato.
Questa non è una battaglia come tante, questa è la madre di tutte le battaglie!
Se oggi lasciamo passare questo progetto non servirà a niente, domani, urlare la nostra rabbia per l’ingiustizia. Non servirà a niente disperarci quando vedremo i nostri genitori, i nostri figli, i nostri cari abbandonati a sé stessi, lasciati soffrire e morire senza alcuna attenzione, in maniera disumana, colpevoli solo di non avere soldi.
Mobilitiamoci adesso, svegliamoci ora che siamo in tempo, le lacrime di coccodrillo non salveranno la vita a nessuno.
"Se passano i loro piani lo sai cosa vuol dire?
Vuol dire che tutti quei vecchietti che hanno una pensione da fame e che ora vengono operati gratuitamente di cataratta, un domani non potranno più operarsi perché sarà a pagamento e non potranno permetterselo.
Vuol dire gli anziani moriranno ciechi!"
Mi si è gelato il sangue quando Claudia Zuncheddu mi ha detto questa frase. Perché questo dà il metro della tragedia sociale che ci si para davanti.
Una tragedia che non sembra avere quella forma spaventosa e di cui non riesci a capire la reale dimensione. Fino a quando non la tocchi nella concretezza.
Perché il riordino della rete ospedaliera verrà fatto passare come grande occasione di ottimizzazione e risparmio proprio da chi ha creato disfunzioni burocratiche e sperpero di denaro pubblico.
Verrà fatta passare come taglio delle tasse e aumento del PIL proprio da chi ci ha ricoperto di tasse e ha fatto crollare il PIL.
In ogni modo verrà dipinta, tranne per ciò che è: cioè la completa rovina delle classi popolari e dei lavoratori.
Se passa il riordino voluto dalla Giunta italiana di Pigliaru per noi Sardi è finita.
Loro che sono i degni rappresentanti di una Sanità costosissima, mal gestita e piena di sprechi, anziché ottimizzare le spese e dare un servizio sanitario a tutti adesso vogliono farci credere che la soluzione sarà quella di dare la nostra salute in mano alle Assicurazioni. Come negli Stati Uniti, dove chi non ha i soldi non si può curare e muore.
In una Sardegna in cui gran parte delle famiglie è povera, in cui gran parte della forza lavoro è disoccupata e una parte altrettanto grande lavora in nero per una miseria, in cui la metà dei giovani non ha lavoro, in cui gran parte della popolazione è costituita da ultrasessantenni e in cui la maggioranza dei pensionati è povera, tutto ciò può significare solo che la maggior parte dei cittadini sardi non avrà più il diritto ad essere curato.
Questa non è una battaglia come tante, questa è la madre di tutte le battaglie!
Se oggi lasciamo passare questo progetto non servirà a niente, domani, urlare la nostra rabbia per l’ingiustizia. Non servirà a niente disperarci quando vedremo i nostri genitori, i nostri figli, i nostri cari abbandonati a sé stessi, lasciati soffrire e morire senza alcuna attenzione, in maniera disumana, colpevoli solo di non avere soldi.
Mobilitiamoci adesso, svegliamoci ora che siamo in tempo, le lacrime di coccodrillo non salveranno la vita a nessuno.
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