martedì 4 luglio 2017

ricordo di Ettore Masina

La Palestina poco fa ha perso un grande amico, Ettore Masina - Patrizia Cecconi

Vi voglio raccontare di una bambina che si chiamava Radié Resh e che morì di freddo dopo che Israele le aveva demolito la casa.

Dopo Stefano Rodotà, instancabile difensore dei principi costituzionali adottati e indicati come “via maestra”, ora ci ha lasciato Ettore Masina, cofondatore di RETE RADIE’ RESH. Era molto vecchio, è vero, ma non doveva morire. Se volete leggermi vi racconterò quel che lui mi raccontò.

Lo conobbi di persona una dozzina di anni fa – grazie alla mia amica Normanna Albertini che ancora ringrazio – invitandolo a un’iniziativa sulla Palestina a NAZZANO, un paese della Sabina sensibile alla questione palestinese.

Fu allora che mi raccontò due cose che voglio condividere con chi vorrà leggermi. Qualcuno già le sa, ma solo qualcuno.

Ettore Masina era un giornalista, un vaticanista per la precisione e non sapeva molto di Palestina, ma il suo amico Paul Gauthier, prete operaio – come capitava di essere “scandalosamente” verso la fine degli anni “60 – aveva scelto di vivere in Palestina accanto ai palestinesi e lo invitava ad andare per capire cosa significasse essere sotto il tallone israeliano.

Masina un giorno andò, andò al seguito di Paolo Vi che, detto per inciso, fu il primo papa ad andare in Palestina e a NON pronunciare mai la parola Israele. Scelse di entrare da Amman invece che da Tel Aviv e chi conosce il linguaggio della diplomazia sa cosa significano certi simboli. Del resto Paolo VI fu anche colui che riusci a far liberare dalle galere israeliane monsignor Capucci, altro grande vecchio che ci ha lasciato a gennaio.

Quando Masina andò in Palestina capì la falsità della narrazione israeliana e, tra le tante cose che lo turbarono, ci fu la morte “di freddo” di una bambina cui Israele aveva demolito la casa. Masina mi raccontò che la bambina si era ammalata di polmonite per la mancanza di un tetto per ripararsi dal freddo. Chi è stato in Palestina d’inverno sa che significa quel freddo anche dentro casa, figuriamoci tra gli stracci e i cartoni!

La piccola Radié Resh ormai, quando lui la conobbe, aveva la febbre altissima e delirava. Nel delirio immaginava di pulire i vetri della nuova casa che le istituzioni internazionali le avevano promesso. Sognava una casa con le finestre!

Aveva gli occhi lucidi Ettore Masina mentre mi raccontava questa storia, e io li ho a mia volta quando la ripeto. Ma poco dopo il suo viso s’indurì. Credo che anche il mio s’indurisca mentre racconto il seguito.

Dopo questa prima esperienza in Palestina, Masina torno con una delegazione parlamentare che comprendeva i rappresentanti di tutti i partiti dell’arco costituzionale. La situazione che trovarono scosse tutti, e anche i meno simpatizzanti per i palestinesi ritennero opportuno convocare una conferenza stampa ufficiale in Parlamento per affrontare il problema,almeno dal punto di vista umanitario.

Ma si sa, quando si parla di Palestina non c’è aspetto umanitario che non abbia connotazione politica, ed è normale che sia così e questo Israele lo sa bene e lo sanno bene i suoi vassalli.

Masina mi disse che i giornalisti accreditati in parlamento all’epoca erano 135. Di questi quanti credete che se ne presentarono? 50? 30? 10? No, non se ne presentò nemmeno uno! La longa manus israeliana sapeva bene come muoversi: davanti al crimine è meglio il silenzio, poi arriverà la narrazione addomesticata e quindi l’opinione pubblica verrà conformata a quanto narrato.

I giornalisti, se vorranno far carriera, impareranno ad autocensurarsi e non ci sarà bisogno di imporre altre censure. Questo successe. Questo ancora succede.

Ettore Masina era un giornalista, poi un parlamentare. Pensò che si dovesse creare un’organizzazione libera che potesse portare la voce dell’oppresso a far conoscere la realtà, ché tanto i media avrebbero seguitato a portare la voce dell’oppressore. Così fondò, insieme al prete operaio Paul Gaulthier, la rete intestata alla bambina che morì sognando di pulire i vetri di una casa promessa e mai avuta.

Riposa in pace Ettore, l’infamia non è cessata ma Rete Radié Resh seguita il lavoro che tu hai iniziato.
da qui

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