martedì 18 luglio 2017

Nell’indifferenza dei mass-media si discute alla Camera dell’aggressione saudita allo Yemen

Nel disinteresse generale, a parte la Sardegna dove seguono la vicenda, è iniziata la discussione sulle mozioni relative alla guerra in Yemen. Dopo quattro interventi sulla discussione generale, la votazione e le dichiarazioni di voto sono state rinviate ad altra seduta, sul sito non ho trovato la data.
Sono intervenuti Marcon e Frusone che hanno illustrato le mozioni di Sinistra Italiana e altri e del Movimento 5 Stelle.
E’ intervenuto anche Cova del Pd che ha proposto una conferenza di pace per la guerra in Yemen a Roma.
Per il governo è intervenuto il sottosegretario Amendola che in sostanza ha sostenuto, come era prevedibile, che l’intervento saudita è stato richiesto dal governo yemenita dopo essere stato deposto da una insurrezione degli Huti e che la vendita di armi italiane all’Arabia saudita avviene nel rispetto delle leggi vigenti.
Ha però detto, come riportato dal sito della Camera: “Siamo consapevoli del moltiplicarsi delle notizie di vittime tra la popolazione civile e di infrastrutture di base prese di mira dalle azioni militari di tutte le parti coinvolte nel conflitto; notizie che, peraltro, trovano riscontro nei rapporti delle organizzazioni internazionali umanitarie.”
Insomma ha ammesso che anche la parte dei sauditi è accusata di colpire civili, scuole ed ospedali.
Ora, la legge 185/90 proibisce la vendita di armi ai paesi che si muovono in contrasto con il nostro art.11 della Costituzione o che violino i diritti umani, come si fa a non vedere che l’ Arabia saudita si muove in contrasto con l’art. 11 o che nella guerra yemenita viola i diritti umani ?
Si può fare solo girando la testa.
E’ quello che il governo italiano sta facendo.
Marco Palombo – Lista No Nato



Comitato Riconversione RWM. La questione “bombe” non è un problema locale ma riguarda tutti i sardi così come tutti i cittadini italiani

Il Comitato Riconversione RWM – C.R.R., nato il 15 maggio scorso ad Iglesias, a seguito della manifestazione per la Pace ed il Disarmo del 7 dello stesso mese e impegnato nella promozione della riconversione a produzioni civili dello stabilimento RWM di Domusnovas-Iglesias, in poco più di un mese ha raggiunto una visibilità non scontata ed alcuni piccoli risultati, grazie anche al sostegno di reti nazionali e di singoli parlamentari e persone impegnate nelle istituzioni:
– la Camera dei deputati ha calendarizzato per il 17 p.v. la discussione di una mozione sulla questione dell’esportazione di armamenti italiani in Arabia Saudita, la quale li utilizza nella guerra in Yemen contribuendo ad una catastrofe umanitaria senza precedenti, dopo la seconda guerra mondiale. La mozione era stata presentata nel corso della conferenza stampa del 21 giugno scorso, presso la Camera dei Deputati con la partecipazione di alcuni componenti del Comitato;
– il Comune di Iglesias, su richiesta del Comitato, discuterà della proposta di riconversione il prossimo 13 luglio, alle ore 19, nel corso di un Consiglio Comunale aperto appositamente convocato;
– la richiesta di ampliamento della fabbrica per la realizzazione di un campo prove esplosivi è attualmente sospesa in attesa di valutazioni del Servizio Valutazioni Ambientali della Regione Sarda, sollecitate dal Comitato e da associazioni ambientalistiche;
– nel pomeriggio del 13, il Comitato, costituito da 21 associazioni e 37 persone fisiche, animerà un momento informativo nella piazza del Municipio di Iglesias per far conoscere ai cittadini i vari aspetti legati alle produzioni della RWM ed alle relative ricadute ambientali.
Crediamo – comunicano dal Comitato – che la “questione delle bombe RWM” non sia un problema locale ma riguardi tutti i sardi così come tutti i cittadini italiani, per questo motivo abbiamo organizzato una Conferenza Stampa sotto il Palazzo regionale, proprio di fronte ai porti di Cagliari da cui partono regolarmente i carichi per l’Arabia Saudita“.
Chiediamo alla Regione – concludono – un forte intervento che faccia chiarezza sui dubbi di natura etica, ambientale, sociale e legale che tale produzione pone sotto gli occhi di tutti ma che individui soluzioni soprattutto per i lavoratori dell’RWM per i quali, in caso di fermata della produzione, si porrebbe l’incubo della disoccupazione in un territorio al momento colpito da una crisi occupazionale di cui non si vede soluzione. Invitiamo tutti i mezzi di informazione a dare ampia visibilità ad una iniziativa che parte da semplici cittadini e da organizzazioni della società civile e vuole essere una presa di coscienza ed un’assunzione di responsabilità rispetto all’uso del territorio sardo da parte di una società a capitale straniero che fa enormi guadagni esportando armi in un paese impegnato in una guerra non autorizzata da nessun organismo internazionale e verso la quale sono numerose le preoccupazioni espresse dall’ONU e dall’Unione Europea”.

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