(Tradotto da HMG)
Gli Stati Uniti
sostengono l’opposizione di destra, che è da aprile che cerca di detronizzare
con la forza il governo socialista di Maduro.
Le proteste di strada sono infatti guidate da gang
violente e militarizzate:
Le rivolte somigliano sempre più ad una guerriglia. La polizia spara
proiettili di gomma, bombole di gas lacrimogeno e talvolta proiettili veri e
propri contro la folla; le orde sempre più irrequiete rispondono con fionde
letali, mortai fatti in casa e bombe Molotov.
Questa settimana, sette membri della Guardia Nazionale sono rimasti feriti
a Caracas da una bomba esplosa sul ciglio della strada, mentre loro erano in
moto.
L’opposizione consta di gruppi sciolti di giovani che hanno nomi come i
Templari, i Guerrieri e gli Arcadi. Collettivamente, sono conosciuti come la
Chamos de la Resistencia o, traducendo approssimativamente, la Giovane
Resistenza.
La situazione è non casualmente simile a quelle delle
rivoluzioni colorate pilotate dagli americani in Libia, Siria
ed Ucraina. Forze paramilitari che si nascondono dietro i “manifestanti
pacifici” attaccano la polizia per provocare un’escalation. La settimana scorsa
l’opposizione in Venezuela ha
annunciato che oggi è il “giorno zero” per un altro tentativo
di colpo di stato violento contro Maduro:
Il poliziotto in fuga che si dice abbia rubato un elicottero per attaccare
la Corte Suprema del Venezuela, è apparso ad un raduno dell’opposizione a
Caracas, alcuni partecipanti hanno detto a CNN.
Oscar Perez, un ufficiale della polizia investigativa, ha parlato del
raduno, sollecitando l’opposizione a continuare a protestare.
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“Faremo uno sciopero generale il 20 luglio, saremo in strada a difendere la gente”.
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“Faremo uno sciopero generale il 20 luglio, saremo in strada a difendere la gente”.
La data è stata confermata ieri:
I leader dell’opposizione hanno chiesto ai propri sostenitori di fare uno
sciopero di 24 ore questa settimana, dopo che più di 7,1 milioni di persone
hanno respinto una riforma della costituzione.
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Una coalizione di circa 20 partiti di opposizione si è riunita lunedì per chiedere una disobbedienza civile nelle prossime due settimane che porteranno al voto del governo.
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Una coalizione di circa 20 partiti di opposizione si è riunita lunedì per chiedere una disobbedienza civile nelle prossime due settimane che porteranno al voto del governo.
Domenica l’opposizione ha tenuto un sondaggio privato in cui hanno
partecipato meno persone di quanto sperato. Nessun risultato è stato
annunciato, solo il numero dei partecipanti:
Si pensa che il risultato maggioritario sia stato il “sì” al rifiuto della riforma costituzionale.
Si pensa che il risultato maggioritario sia stato il “sì” al rifiuto della riforma costituzionale.
Ci sono circa 19 milioni di elettori registrati in Venezuela. Sette milioni
di persone per un sondaggio privato sarebbero un dato significativo, ma non
decisivo né rilevante. Il non aver diffuso i risultati fa supporre che le
risposte al sondaggio non fossero a favore del piano dell’opposizione.
È difficile capire il reale parere dei venezuelani, essendo i sondaggi
storicamente distorti. Le politiche economiche di Maduro, ostacolate dal calo
dei prezzi del petrolio, sabotate da parte di ricchi importatori ed esportatori
e dalle sanzioni statunitensi, non hanno avuto successo. Ma la vittoria
dell’opposizione all’Assemblea Nazionale nel 2015 è stata più dovuta ad un voto
di protesta che al programma, estremamente vago.
È ovvio che l’opposizione in Venezuela sia fortemente sostenuta dalla
fazione americana favorevole al regime change. Alcuni dei suoi
operatori hanno profondi legami con la
DEA e la CIA. I media U.S.A stanno,
come sempre, dalla parte dell’interventismo: è da molto che cospirano contro
il governo socialista di Maduro.
Trump ha
rilasciato un comunicato totalmente privo di fatti:
Ieri, il popolo venezuelano ha fatto capire chiaramente ed ancora una volta
che vogliono democrazia, libertà ed uno stato di diritto. Le loro azioni forti
e coraggiose, tuttavia, continuano ad essere ignorate da un cattivo leader che
sogna di diventare un dittatore.
Gli Stati Uniti non staranno a guardare dovesse il Venezuela sgretolarsi.
Se Maduro riuscisse ad imporre la propria Assemblea Costituente il 30 luglio,
Washington prenderà decisioni forti.
Trump farebbe una dichiarazione simile sulla volontà del “popolo americano”
se i Democratici tenessero un sondaggio privato contro di lui, con un’affluenza
di milioni di persone?
Maduro ha chiesto di votare il 30 luglio per eleggere i membri di una
prossima assemblea costituente. Non c’è nulla di “imposto”. L’opposizione
cercherà di fomentare il caos nelle strade fino a quella data e probabilmente
ha previsto anche un culmine all’azione.
Il governo ha finora reagito passivamente alle violente proteste. La
polizia protegge alcuni edifici governativi e rimuove alcune barricate che
bloccano la strada, ma nessun’ondata di arresti è stata finora ordinata. Ci si
chiede a quale punto tali misure diverranno inevitabili.
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