Al contrario di Matteo Renzi e moltissimi altri, io credo che
l'Europa avrebbe fondati motivi nel caso avvertisse qualche senso di colpa nei
confronti dell'Africa.
Intendiamoci: avremmo il dovere
morale di intervenire per salvare vite umane dalle carestie e dalle guerre
anche se non portassimo alcuna responsabilità. Ma avendo invece la coscienza
piena di merda, il nostro egoismo è ancora più vergognoso e indicibile.
Merda, sì, che altro non è stato
il colonialismo, lo sfruttamento delle risorse naturali, le stragi con il gas
nervino, il sostegno a orrendi dittatori che però ci consentivano buoni
business, il neocolonialismo aziendale e infine (forse la cosa più grave di
tutte) l'esportazione di un modello - il consumo come ragione di vita - a
miliardi di persone che a quel modello sono state convertite senza che avessero
la possibilità di praticarlo.
Aiutarli "a casa
loro" con quello che alcuni chiamano un piano Marshall, aiutarli ad
attraversare in sicurezza il Mediterraneo, aiutarli a vivere: sono tutte azioni
ovviamente ugualmente dovute - nemmeno "umanitarie", perfino dovute -
che però nessun leader dei maggiori partiti intende attuare e neppure proporre
perché da tempo la politica si è trasformata in puro inseguimento del consenso,
ha rinunciato a dire ciò che è giusto ma impopolare - facendo anche pedagogia
politica - nel tentativo invece di agguantare l'umore del momento tra i più.
E non serve a nulla discutere
se la card salviniana di Renzi è stata "un errore di comunicazione" o
una svolta in senso antimmigrazione, perché oggi comunicazione e politica sono
la stessa cosa, e solo comunicare in modo "anticiclico" sui migranti
consentirebbe poi di introdurre nel dibattito idee diverse dal chiudere i porti
o dallo spegnere le luci alle navi delle Ngo.
Fate schifo, facciamo schifo.
Noi europei, quasi tutti: tranne chi salva vite in mare e chi fa ogni giorno
cooperazione in terra. Fanno schifo di sicuro i tre o quattro partiti maggiori
italiani, tutti. Uno schifo senza fine fatto di ipocrisie ed egoismo, di
inseguimento del consenso in una corsa al peggio morale, e di bugie tanto
assurde quanto autoassolutorie su quello che è successo e che sta ancora
succedendo: prima li abbiamo invasi, poi li abbiamo derubati, poi li abbiamo
armati, poi li abbiamo abbandonati e respinti, infine li consideriamo.
"un'emergenza".
E - qui viene quasi da ridere
- li consideriamo un'emergenza nostra, non loro.
da qui
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