uno studioso di case abitate (forse) da fantasmi, il professor Montague, si serve di tre persone per fare un esperimento speciale in una casa "maledetta", Theodora, Eleanor e Luke, in più c'è Mrs. Dudley, che per conto della proprietaria della Hill House è una specie di governante della casa.
andando avanti nella lettura si scopriranno tante cose, per esempio che la casa è stata costruita da un architetto che all'interno della casa ha messo una serie di "trappole" che non consentono di muoversi senza perdersi, e questo rende insicuri tutti coloro che stanno nella casa.*
la protagonista del libro è Eleanor, che giusta giusta non è, e diventa sempre più un tutt'uno con la casa, si crea una simbiosi.
un libro avvincente, a me è piaciuto molto.
ps: dal libro è stata tratta una serie nel 2018, a me basta il libro, la vita è breve, non di può vedere tutto.
* se siete mai stati al Museo Ebraico di Berlino, progettato da Daniel Libeskind, capirete come è inquietante camminare in un edificio non in piano e con i muri "non squadrati".
Inizia
così:
Nessun organismo vivente può
mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le
allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non
era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva
così da ottant’anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i
muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano
solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme
contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì
dentro, si muoveva sola.
…Come Eleanor, anche Hill
House soffre un proprio squilibrio. È uno squilibrio architettonico, voluto
dal suo stesso progettista e proprietario: Hugh Crain.
Crain fa in modo che gli angoli di Hill House non siano mai del tutto
dritti; le pareti curvano impercettibilmente, così le scale e i
pavimenti. La casa ha una planimetria a chiocciola e per muoversi da una stanza
all'altra è necessario conoscerne la mappa, ma le inclinazioni della
struttura provocano negli abitanti un disorientamento tale che spesso, pur
conoscendo l'esatta ubicazione delle stanze, è impossibile raggiungerle.
Quello squilibrio è qualcosa che Crain porta dall'interno all'esterno, dalla sua mente alla
casa: una mente disturbata, come dimostra il diario che Luke recupera dalla
biblioteca, e nel quale l'uomo lascia alla figlia una serie di precetti di
buona condotta vergati con il sangue.
In tutto questo le apparizioni, i tratti “soprannaturali” della casa, che pure ci sono, assumono un'importanza del tutto peculiare. Ciò che accade a Hill House, resa folle dalla solitudine e dall'isolamento, potrebbero essere emanazioni del rancore e del dolore di Eleanor stessa che la casa prima suscita e poi amplifica. Le risate che sbocciano nel cuore della notte, i colpi ripetuti contro le porte, l'impressione che la casa stia per cedere sotto un peso che nessuno conosce, che nessuno comprende, e che è il peso della solitudine. Di una tristezza tanto profonda e tanto piena che schiaccia e annichilisce chiunque abbia la sfortuna di rimanervi intrappolato.
…Se invece tutto fosse frutto della Paura? La paura, che
porta a credere di sentire persistenti colpi alla porta, a vedere vibrazioni
alle pareti sghembe, quasi Hill House si accordasse ai pensieri e alle
aspettative degli ospiti. È normale, o no? Il vento freddo che
serpeggia nei corridoi è autentico, oppure è l’inconscio che si fa sentire? E
allora succede qualcosa di spaventoso, o no?
Perché allora la casa si manifesta anche quando si
nasconde, “drizzando la
testa imponente contro il cielo senza concessioni all’umanità”, che
da quando ci metti piede non c’è via di fuga… o no?
Immune da ogni esorcismo, la casa di Shirley Jackson si
rifiuta di essere ospitale, catturando
nel suo incubo chi l’alberga. Ma se il vero orrore albergasse invece dentro la
nostra mente, e il circostante fosse solo un veicolo per incanalare i nostri
lati d’ombra, le nostre sofferenze, le nostre insicurezze?
Sia come sia, benvenuti a Hill House.
…Il rapporto che la casa instaura con i suoi abitanti è un
rapporto esclusivo, e se si vive un periodo particolare come quello di Eleanor,
non c’è modo di scappare alla malìa che Hill House può esercitare. Nell'opera
della scrittrice non bisogna certo cercare orride atmosfere o colpi di scena
tipici dei racconti dell'horror, ma c'è l'atmosfera gotica, la sottile angoscia
che il mistero può generare, la paura è più legata agli aspetti impliciti di
una personalità disturbata, che proietta paure o manie dentro l'edificio, che
non a oscure presenze. Il lettore sarà dunque portato a scoprire o a capire se
è tutto frutto della fantasia di questa donna o se davvero la casa l’ha
cambiata, l’ha catturata, o infine ha solo rivelato a se stessa chi è e cosa
vuole, in un mondo di pregiudizi borghesi americani, che più di ogni altra cosa
la inchiodano a quello che dovrebbe essere e che forse non è, in una società
che ha come sfondo precisi canoni religiosi e uno scenario, quello degli anni
Cinquanta, in cui la diversità è sempre considerata diabolica. I suoi tormenti
arriveranno a condurla fino ad un punto finale che sembra inevitabile e
disastroso insieme, e che porterà il lettore ancora una volta a domandarsi se
non fosse già scritto tutto dall’inizio.
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