un libro sorprendente, un libro di amore e di paura.
David vorrebbe sposarsi con Hella, ma, quando lei è in Spagna, David conosce Giovanni, un cameriere di origine italiana.
i due si vogliono molto bene, ma quando Giovanni ha più bisogno di lui David fugge.
un romanzo che avvince pagina dopo pagina, di una sincerità e di un dolore unico, un libro da non perdere.
James Baldwin è davvero bravo!
buona (dolente) lettura.
David, un giovane newyorkese in fuga da se stesso, è
approdato a Parigi nel tentativo di affrancarsi dalla propria educazione, e
dalla vita da ragazzo perbene che sembra essergli stata cucita addosso.
Mentre la sua fidanzata, Hella, è in Spagna per
riflettere sul futuro della loro storia, in un bar David conosce Giovanni,
impertinente e luminoso, e ne rimane irrimediabilmente attratto.
E dal loro incontro, dal primo momento in cui entra nella
sua stanza, piccola e disordinata, saprà di essere perduto, che né la vergogna
né la paura riusciranno a riportarlo a casa.
Diviso tra Hella che incarna il desiderio di normalità,
il sogno di una tranquilla vita americana, e Giovanni che invece è forza, cuore
e istinto, David attraversa le strade di Parigi, vede i colori e le stagioni
passare, sente passioni e bisogni taciuti riemergere e chiedere il conto.
La difesa della propria identità implica sempre una lotta
dolorosa, e così è anche per David, solo che la sua debolezza e la sua
indecisione faranno soffrire tutti coloro che lo amano e che lui stesso ama.
Come ha dichiarato lo stesso Baldwin in un’intervista del
1984: “La stanza di Giovanni parla di quello che succede se hai paura di
amare”.
“La stanza di Giovanni è un romanzo di intensità unica e
di una bellezza eccezionale, ipnotico, intimo, straziante.”
Jhumpa Lahiri
“Se dovete leggere un solo autore nella vita che sia
James Baldwin.”
Roberto Saviano
…All’interno
del romanzo si può identificare il protagonista come una persona affetta
da omofobia interiorizzata.
Con omofobia
interiorizzata si intende una serie di comportamenti e pensieri negativi che le
persone omosessuali provano per sé stessi e per le altre persone con lo stesso
orientamento sessuale. Per tutta la sua vita una persona affetta da questa
sindrome è costretta a far fronte a una serie di pregiudizi, luoghi comuni e
offese che sia la società, sia la propria persona, impone loro.
Ciò causa un
forte disprezzo verso se stessi e verso gli altri, sentendosi sempre in una
costante lotta con il proprio mondo interiore e con il mondo circostante.
…David parla di se stesso come di un riflesso
di tutti gli antenati che «hanno conquistato un continente,
spingendosi attraverso pianure cariche di morte, finché non giunsero a un
oceano che si affacciava dall’Europa verso un passato più oscuro». Baldwin
descrive così come l’essere bianco di David sia un prodotto della
storia, e il contesto in cui lui vive è un tipo di società
etero-normativa e patriarcale che produce traumi per coloro che
non rientrano nelle sue norme. Per il protagonista de La stanza di
Giovanni è più importante dimostrare a se stesso la sua
virilità come modellata dal padre, anche se ciò significa perdere
e ferire le persone che ama: è una lotta contro se stesso,
e con il ripercorrere la sua storia prova a rimediarsi una sorta di guarigione
dai traumi che ha vissuto e che ha sempre cercato di dimenticare, come la morte
di sua madre, il rifiuto di suo padre, o le sue tendenze omosessuali. Quello
che ossessiona David sin dall’inizio e da cui tutta la storia prende le mosse
è l’esecuzione di Giovanni. David, nel suo rimorso, sente
di essere prigioniero del passato e spera che,
raccontandolo a se stesso nel modo giusto, possa liberarsi e andare avanti nel
futuro.
…Baldwin esplora la dissonanza tra l’apparenza e la
realtà, tra ciò che la società si aspetta e ciò che
l’individuo vuole essere. David è tormentato dal suo stesso
rifiuto dell’amore di Giovanni, un rifiuto che diventa una condanna, un’auto-sabotaggio
che lo porta a una tragica conclusione. Giovanni, invece, sembra essere un uomo
che ha accettato la propria condizione, ma che è tuttavia distrutto dalle
circostanze esterne…
… La stanza di Giovanni è
considerato il capolavoro di James Baldwin ed è un libro che merita
quest’appellativo.
Baldwin scrive una storia magistrale sull’incapacità di conoscere ed accettare
se stessi.
Anche se i protagonisti sono omosessuali lo stesso Baldwin ha più volte
ribadito che nel romanzo l’omosessualità è un tramite per raccontare cosa
succede quando si ha paura di amare.
David è omosessuale, lo
sa fin dall’adolescenza, da quando passò la notte a casa del suo amico ma ha
sempre nascosto e rifiutato la sua sessualità.
Per lui gli uomini sono incidenti, situazioni a cui non riesce a dire di noi ma
è certo di voler sposare Hella, di volere una famiglia tradizionale.
L’incontro con Giovanni
lo destabilizzerà ma pur amandolo non accetterà di restare con lui.
Perché David non riesce a liberarsi dall’idea di normalità sociale a cui anela:
una moglie, una famiglia.
David è il narratore
della vicenda, un narratore assolutamente inaffidabile perché incapace di
prendersi le sue responsabilità, incapace di accettarsi ed affrancarsi
dall’idea che gli altri hanno di lui. I suoi discorsi sono pieni di stereotipi,
di affermazioni velate, superficiali se confrontati alla profondità dei
sentimenti di Giovanni che sa chi è mentre David lo ignora completamente.
La stanza di Giovanni è
un romanzo bello e dolorosamente tragico, una storia dove non c’è redenzione ma
solo un continuo eludere la verità da parte di David che fino all’ultimo
sceglie di non confrontarsi con la realtà.
Buona lettura.
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