lunedì 13 luglio 2015

Il cadavere impossibile – Juan Josè Feinmann

un monologo scritto da un assassino, con la testa di un assassino o forse solo da uno scrittore con molte frecce per il suo arco.
lasciati prendere per mano dalle parole dell'assassino, che ti fanno entrare sempre più nel dramma, dove realtà e finzione si fondono, forse.
e alla fine si vedrà se riesci a uscirne come  se niente fosse - franz





Genio genio genio… e allora, gentilissime e gentilissimi, fatevi sotto o fatevi avanti o zompate a pié pari o strisciate con passo di giaguaro… procedete nella lettura della storia (consiglio: ora inspirate profondamente) più granguignolesca esorcistica scannamozzascotennata bambinescamente feroce ridicola come una étoile ubriaca che danza squilibrata come chi soffre di vertigini più hardboiled di Peace Ellroy più profondo roscio dell’argenteo più Psychotico della vecchia rinsecchita più squinternata (torno al femminile, non perdete il filo che è tutta un’unica frase da leggere senza mai prendere respiro, inclusa questa parentesi) del bambino col triciclo più… All work and no play makes Jack a dull boy (basta, potete respirare, non fa niente se la frase rimane in sospeso)…

…Il romanzo di Feinmann è,  in sostanza, un lungo soliloquio che lo scrittore X fa con il pubblico (rappresentato dall'editore Y). 
Ho una storia da sottoporle, dice lo scrittore, e la racconta, quella storia, provvedendo, dove serve, ad aggiungere note a margine, postille, dubbi su aggettivi, cesure. Si interrompe, di tanto in tanto, per rivolgere all'editore domande su come pensa sia meglio far svolgere una determinata scena. E poi continua la sua narrazione che ha tutti -davvero tutti- gli stereotipi, e gli aggettivi e le situazioni sfruttati dai romanzieri e dagli sceneggiatori di horror. Tra cui, ovviamente, sangue a fiumi.
Ma sotto, nascosto dietro tutto l'orrore che è possibile condensare in cento pagine, gorgheggia un fiumiciattolo di ironia che ogni tanto zampilla fuori e più spesso resta nascosto, ma sempre presente.
Guardate, dice Feinmann,  le cose che vi terrorizzano sono tutte racchiuse in questa manciata di situazioni, di aggettivi, di parole, di verbi. Non li trovate buffi? Non li trovate ridicoli, messi tutti assieme?...

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