martedì 14 luglio 2015

neanche Marianne (Freedom Flotilla III) è riuscita ad arrivare a Gaza

FREEDOM FLOTILLA III: ISRAELE SEQUESTRA LA “MARIANNE” IN ACQUE INTERNAZIONALI

La marina israeliana la notte scorsa ha fermato  in acque internazionali una delle navi partite con la Freedom Flotilla 3, la ‘Marianne av Goteborg’, diretta a Gaza con lo scopo di forzare il blocco imposto alla striscia e portare aiuti alla martoriata popolazione sotto embargo. (Qui le tappe della Marianne)
La nave stessa sarebbe dovuta essere donata al sindacato dei pescatori della striscia. Un comunicato dell’esercito israeliano afferma che  la nave e’ stata scortata verso il porto di Ashdod dove arriverà entro 24 ore.
Non ci sarebbero stati feriti tra i 18 passeggeri e membri dell’equipaggio della nave ma una conferma di avrà solo quando gli internazionali saranno fatti sbarcare. A bordo ci sarebbero troupe giornalistiche ma anche un deputato arabo-israeliano della Knesset, Bassel Ghattas, e l’ex presidente tunisino Moncef Marzouki. Si attende intanto una conferma da parte degli organizzatori della Freedom Flotilla della notizia del rientro ai porti di partenza delle altre tre navi del convoglio per Gaza – la “Juliano”, la “Rachel” e la “Vittorio”.

Freedom Flotilla: commando israeliano assalta la “Marianne”

Si è conclusa come molti si attendevano il viaggio verso Gaza della “Marianne”, l’ammiraglia della nuova missione della Freedom Flotilla per Gaza. L’imbarcazione (un peschereccio) è stata presa d’assalto da un commando israeliano poco prima dell’alba e costretta a dirigersi verso il porto di Ashdod. Le comunicazioni con la “Marianne” si erano perdute verso le 4. Poco dopo si è appreso dell’arrembaggio subito dalla nave.
Non ci sarebbero stati feriti tra i 18 passeggeri e membri dell’equipaggio della nave ma una conferma di avrà solo quando gli internazionali saranno fatti sbarcare. L’unico italiano parte della missione, l’attivista Claudio Tamagnini, di Alcamo, non è a bordo della “Marianne” ma di un’altra imbarcazione della Freedon Flotilla, la “Juliano”.
Israele ha già comunicato che passeggeri ed equipaggio saranno espulsi attraverso l’aeroporto di Tel Aviv, dopo le “operazioni di identificazione”.
Si attende intanto una conferma da parte degli organizzatori della Freedom Flotilla della notizia del rientro ai porti di partenza delle altre tre navi del convoglio per Gaza – la “Juliano”, la “Rachel” e la “Vittorio” – che con la “Marianne” intendevano rompere il blocco navale israeliano e portare aiuti alla popolazione palestinese sotto embargo.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha fatto le congratulazioni alla Marina e ai commando autori dell’assalto alla “Marianne” e affermato che Israele è l’unica democrazia “che si difende nel rispetto delle leggi internazionali”.

FreedomFlotilla:“Sulla Marianneviolenza e abusi”

Le operazioni di abbordaggio della Marianne, la nave “ammiraglia” della nuova missione della Freedom Flotilla per Gaza bloccata lo scorso 29 giugno in acque internazionali di fronte alla Striscia, non sono state poi così pacifiche come dichiarato dalle autorità militari israeliane: lo dice un comunicato della Freedom Flotilla stessa diffuso ieri. Stando a quanto dichiarato dall’organizzazione, i soldati israeliani hanno usato violenza, minacce e commesso abusi nei confronti dell’equipaggio e dei passeggeri.
Le immagini dell’abbordaggio, diffuse assieme al comunicato e girate dai passeggeri a bordo – tra loro, oltre al deputato della Knesset Basel Ghattas, l’ex presidente tunisino Moncef Marzouki e numerosi giornalisti internazionali – parlano chiaro: nel primo video si vede il momento dell’abbordaggio da parte di un gommone della guardia costiera israeliana, con un militare che minaccia mentre l’altro componente del commando punta la pistola contro Charlie Andreasson, un membro dell’equipaggio della Marianne.
Nel secondo si sentono i soldati di Tel Aviv affermare al megafono che con il loro gesto gli attivisti sostengono “il regime presente a Gaza”, mentre alcuni fotogrammi dopo si vede un militare usare il taser contro un membro dell’equipaggio e si sentono le sua urla di dolore.

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