in più è stato uno degli sceneggiatori di "Welcome", grandissimo film di Philippe Lioret.
Il cuore regolare è una storia di assenza e ricerca, fra la Francia e il Giappone, quello de La ragazza dello Sputnik, di Murakami Haruki.
Olivier Adam racconta da par suo una ricerca interiore, essenziale, senza rete.
provateci, non ve ne pentirete, sicuro- franz
…Un libro intenso, sicuramente, ma un po’
ripetitivo, a mio modo di vedere, in alcuni punti. Le analisi introspettive
spesso sono le stesse, presentate solo in momenti e con parole differenti, il
che rende il libro un po’ pesante per alcuni versi, tanto che può venir voglia
di saltare alcune parti, tanto sono chiare e note.
Resta il fatto che i ritratti intimi, l’analisi dettagliata della personalità, la complessità della stessa e la facilità con cui viene presentata al lettore sono frutto di un lavoro approfondito e di una predisposizione particolare da parte dello scrittore, che ama parlare di chi ha avuto una vita non semplice o comunque presenta un groviglio nell’animo che lui ama sbrogliare quel tanto che basta a farci entrare una luce, per tenue che sia.
Resta il fatto che i ritratti intimi, l’analisi dettagliata della personalità, la complessità della stessa e la facilità con cui viene presentata al lettore sono frutto di un lavoro approfondito e di una predisposizione particolare da parte dello scrittore, che ama parlare di chi ha avuto una vita non semplice o comunque presenta un groviglio nell’animo che lui ama sbrogliare quel tanto che basta a farci entrare una luce, per tenue che sia.
Interessante anche la critica lanciata a
una società che porta sempre più alla alienazione di se stessi in nome di quel
profitto che serve a disumanizzarci e a farci arrivare in prossimità del vuoto
in cui aver voglia di farsi precipitare, se non si trovano quegli appigli nella
tradizionale bellezza e freschezza delle piccole cose, che nel caso di Nathan e
Sarah un Giappone di altri tempi ha potuto offrire.
… Parmi
les plus réjouissantes, également, dans la banalité pathétique de ce qu'elles
évoquent. Si le lecteur est un brin cynique (ou sadique) avec les personnages
de roman, Le Coeur régulier devrait le combler : on
conseillera notamment le passage consacré au "séminaire de
motivation dans le Morbihan". Pour la bonne cause, car c'est un moyen
comme un autre, pour l'écrivain, de mieux nous piéger ensuite dans la paix
profonde de son exil japonais.
On a parfois reproché à Olivier Adam la trop grande
fluidité de son écriture et la simplicité de ses intrigues. Des critiques
rapides (voire absurdes), sans aucun doute, car la lecture de ce nouveau livre
confirme que, chez lui, l'intrigue est dans la langue et dans le détail : sa
fluidité est aussi évidente que complexe. De ce point de vue, Le Coeur
régulier est exemplaire. Mieux : il est excellent.
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