lunedì 14 agosto 2017

Filmmaker israeliana scopre nuove orribili testimonianze sul massacro di Deir Yassin - Áthar Barghouthi



Sono passati quasi 70 anni dal massacro di Deir Yassin. Il 9 aprile 1948 le milizie sioniste, Irgun e Lehi (a.k.a Stern Gang), attaccarono il villaggio di Deir Yassin uccidendo oltre 100 persone tra cui donne e bambini. I rapporti hanno dichiarato che i residenti del piccolo villaggio furono mutilati, decapitati, sventrati e violentati.
In un articolo pubblicato di recente dal quotidiano israeliano Haaretz, sono state riportate testimonianze inedite e nuove testimonianze scioccanti sul massacro.
Neta Shoshani, una regista israeliana che sta studiando la storia del massacro, ha intitolato il suo film più recente “Born in Deir Yassin”.
Shoshani ha intervistato e raccolto testimonianze di persone che erano presenti durante il massacro e testimonianze degli archivi israeliani secretati al pubblico.
Ha mostrato le prove al quotidiano israeliano Haaretz. Il film mostra “Un giovane  legato ad un albero e dato alle fiamme. Una donna e un vecchio colpiti alla schiena. Ragazze allineate contro un muro e mitragliate.”
Tra coloro che hanno testimoniato c’è Yehuda Feder, ex membro di Lehi: “Nel villaggio ho ucciso un uomo arabo armato e due ragazze arabe di 16 o 17 anni. Le ho spinte  contro un muro e le ho finite con due raffiche di mitra.” ha detto a Shoshani, aggiungendo: “Abbiamo sequestrato un sacco di soldi e ci siamo ritrovati con  gioielli d’argento e d’oro tra le mani”.
L’ex comandante  della banda Lehi di Gerusalemme, Yehoshua Zettler, ha raccontato: “Hanno preso i morti, li hanno accatastati e poi bruciati”, e ha descritto i residenti del villaggio dicendo che “correvano come gatti”. Gli aggressori hanno distrutto il villaggio usando esplosivi, e “in poche ore, metà del villaggio non c’era più”, ha raccontato Zettler.
Mordechai Gichon, prima di morire lo scorso anno, era  tenente colonnello dell’esercito israeliano; all’epoca dei fatti era un agente dell’intelligence della banda Haganah. Fu mandato a Deir Yassin dopo il massacro. “Sembrava qualcosa di simile a quando i cosacchi devastarono i quartieri ebraici,” ha affermato, confrontando Deir Yassin con i pogrom ebraici. “La mia impressione fu più di un massacro che di qualsiasi altra cosa. Se si tratta di uccidere civili innocenti, allora si può parlare di un massacro.” disse a Shoshani.
Yair Tsaban, membro delle brigate giovanili di allora, fu mandato a seppellire i cadaveri per paura che li vedesse la Croce Rossa,  “fu necessario cancellare ogni traccia delle uccisioni perché la pubblicazione di immagini e testimonianze su ciò che era successo nel villaggio sarebbe stata molto dannosa per l’immagine della nostra guerra di indipendenza “.
Tsaban ha affermato che durante quell’operazione non ha mai trovato tra le persone uccise una  che fosse armata, “per lo più donne e vecchi”. Ha anche testimoniato di aver visto civili colpiti alla  schiena: “un vecchio e una donna, seduti nell’angolo di una stanza con il viso rivolto verso il muro, colpiti alle spalle”.
Shraga Peled, all’epoca membro del Servizio Informazione dell’Haganah, ha raccontato  personalmente a Shoshani la sua storia; “Quando sono arrivato a Deir Yassin la prima cosa che ho visto è stato un grande albero al quale era legato un giovane arabo. Questo albero fu dato alle fiamme. Lo legarono e bruciarono insieme all’albero. L’ho fotografato.”
Peled era stato inviato per documentare gli eventi e diede la pellicola ai suoi superiori. Da allora non l’ha più vista.
Rappresentata nel film di Shoshani, ma nascosta negli archivi di Stato, è  la scena di bambini orfani i cui genitori sono stati uccisi a Deir Yassin. Questa, insieme a una quantità enorme di testimonianze saccheggiate e nascoste, rimane negli archivi militari israeliani. La richiesta di Shoshani, sostenuta da Haaretz, di rendere pubblico il materiale è stata respinta dalla High Court di Israele e pure dalla Corte Suprema nel 2010.
“Lo Stato ha spiegato che la pubblicazione delle immagini potrebbe danneggiare le relazioni estere di Israele e violare il “rispetto per i morti”, ha riportato Haaretz.
Il massacro di Deir Yassin è solo un singolo episodio. Settant’anni di storia rimangono censurati dallo stato d’Israele.

Trad. Invictapalestina.org
Fonte: https://www.welcometopalestine.com/article/israeli-filmmaker-uncovers-evidence-deir-yassin-massacre/

1 commento:

  1. oggi dire israeliano e' peggio che dire nazista, perche gli uni sono venuti dopo gli altri.

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