Questa non è
la mia città.
Una città in
cui alle sei di mattina i poliziotti fanno le cariche e buttano gli idranti
contro i rifugiati, comprese donne incinte e bambini. Una città in cui da due
anni la polizia interviene contro i migranti in transito sgomberando di notte i
posti d’accoglienza.
Questa non è la mia città, indifferente contro i deboli, ostile contro
gli stranieri. Che parla
di legalità solo quando deve usare la violenza contro i poveri. Che riempie le
strade di transenne, posti di blocco, camionette. Che umilia chi dorme per
strada. Che disprezza chi non ha una casa. Che chiama sicurezza il peggior
razzismo.
La mia città è aperta, solidale, attenta, si vergogna del suo passato
coloniale e fascista, ed è fiera della sua storia di resistenza. La mia città è fatta dalle
persone che si danno da fare ogni giorno per la dignità degli ultimi: gente
comune che fa politica offrendo condivisione, accoglienza, educazione.
La mia città
è di chi si batte per allargare i diritti, non per togliere a chi li ha.
La mia città è bellissima, anche se ogni giorno fate di tutto per farne
un luogo di paura e tristezza.
Lo sgombero
di 800 eritrei - bambini, donne, disabili, anziani - in piazza Indipendenza è
solo l'ultimo di una serie di episodi di razzismo e intolleranza verso le
persone che arrivano a Roma dopo aver superato guerre e dittature nei loro
paesi d'origine, un viaggio estremo nel deserto, violenze e torture da parte
dei trafficanti e l'attraversamento del Mediterraneo.
Come ha
scritto Annalisa Camilli su Internazionale: "Perché nessun rappresentante
delle istituzioni si è affacciato a piazza Indipendenza in questi giorni? Perché Roma da anni non riesce a varare un
piano per l’accoglienza? La risposta è semplice nella sua
brutalità: i migranti, i
richiedenti asilo e i rifugiati che vivono nelle nostre città non sono
considerati parte delle nostre comunità, anche se sono al nostro fianco e nelle
nostre vite da anni".
Questo è un
appello che ti chiedo di diffondere perché
Roma torni a essere una città antirazzista, antifascista e solidale.
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