Undicimila, afferma il cronista indifferente. Tanti gli
uomini, le donne e i bambini che hanno attraversato il Canale di Sicilia.
"Successo politico" della stretta di freni, sottintende, ma nulla
dice dei morti affogati, di quelli rispediti nei luoghi di tortura, consegnati
ai nostri complici macellai e restituiti alla disperazione da cui speravano
fuggire. Le nostre "bombe intelligenti" sono sparite dalla scena,
assieme a Giorgio Napolitano, anima nera della tragedia libica e autentico
killer della repubblica. Non conosciamo i "numeri" della strage, non
possiamo - e in tanti purtroppo non vogliamo - fermarci sulla tragedia cui
assistiamo.
Quanti sono i morti? Quante le donne stuprate? Quanti i
bambini uccisi o lasciati soli in balia di criminali? Le più atroci tempeste
della vicenda umana si riducono a due parole nei manuali di storia e sono
binari morti, rami secchi, passato senza presente. E' anche per questo che
parlamentari illegittimi - eccoli i veri e autentici clandestini - hanno potuto
approvare di nuovo leggi razziali e far passare il "Codice Minniti",
mentre sotto i nostri occhi ovunque si rinnova in Europa la ferocia hitleriana.
E' ferragosto. Gli "esportatori di democrazia"
riposano e nessuno chiede conto delle nostre giovani generazioni rapinate del
futuro, dei vecchi condannati al lavoro forzato, di una infinita barbarie che i
pennivendoli chiamano civiltà.
Se mai verrà il tempo delle ricostruzioni, si vedrà che
la nuova banalità del male ha causato un genocidio. Il futuro è già scritto?
No, il futuro lo scriviamo noi e perciò maledico questa mia vecchiaia che mi
impedisce di ribellarmi in tutti i modi possibili, armi comprese, al nuovo
fascismo che dilaga.
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