Sono passati giusto novant’anni dalla “Giornata della fede” fascista. Una pomposa cerimonia in cui era chiesto alla popolazione di donare al regime il proprio oro e altri preziosi per finanziare le assurde disastrose guerre coloniali. Sono passati novant’anni e la storia si ripete. Ancora una volta come tragedia, per la farsa ci sarà tempo. Questa volta non è solo l’Italia, ma l’Europa intera a chiedere ai cittadini di investire i propri risparmi per finanziare altre assurde e disastrose guerre. Da una parte con il ReArm Europe, basato principalmente sul debito o con il dirottamento dei soldi del Recovery Plan dall’istruzione e dalla salute alle armi. Dall’altra con nuovi e meravigliosi prodotti finanziari.
Il fondo lanciato da Bpi France chiede un investimento
minimo di 500 euro
Come ha spiegato su
queste pagine Alessandro Volpi, già i grandi fondi stanno creando una serie di exchange-traded fund (Etf) con gli indici legati
proprio all’industria delle armi. Prodotti finanziari che vanno a
prendere il risparmio dei cittadini europei per dirottarlo verso le magnifiche
e progressive sorti della guerra. E adesso ci si è messa pure la Francia. Come
annunciato nelle scorse settimane dal ministro dell’Economia Éric
Lombard, a breve il governo lancerà un prodotto di investimento per i
risparmiatori francesi per finanziare la difesa. In altre parole, un
fondo per la guerra. Una nuova “Giornata della fede” fascista, ma questa
volta in salsa macroniana.
Sarà Bpi
France, la banca di investimenti pubblici francese, paragonabile alla
nostra Cassa depositi e prestiti, a lanciare il fondo. Si tratta di un prodotto
di risparmio con investimento minimo di 500 euro e con un
massimale di «qualche migliaio di euro», che andrà a finanziare esclusivamente
le aziende del settore della difesa. I dettagli esatti di questo fondo armato
sono ancora in fase di discussione. Per adesso si sa quanto si potrà investire
ma non quanto renderà e che una volta acquistato il prodotto sarà congelato per
almeno cinque anni. Il ministro dell’economia Eric Lombard e il suo omologo
alle Forze armate, Sébastien Lecornu, stanno incontrando in questi giorni
investitori e aziende per decidere nei particolari le modalità di investimento
possibili.
L’idea è raccogliere nel fondo almeno 450 milioni per
fare la guerra
L’idea è che
questo fondo possa raccogliere 450 milioni di euro. Circa un decimo
dei cinque miliardi di euro di cui le aziende della difesa sostengono di avere
bisogno per farci andare in guerra. Poi forse ci diranno bene anche
dove, e contro chi. «Incoraggio i francesi a investire di più nell’economia a
lungo termine, paga meglio dei risparmi», ha affermato il ministro Lombard al canale nazionale TF1. «Altri fondi di investimento
e altre banche offriranno poi prodotti aggiuntivi ai loro clienti. Il che
costituirà un’ulteriore fonte di denaro privato per finanziare questi cinque
miliardi».
Poi il ministro
ha spiegato che con l’elezione di Donald Trump e il suo dietrofront sulla
questione ucraina «l’ombrello americano è diventato incerto» e si è detto
convinto che «l’Unione europea debba diventare adulta in termini di
difesa». Novant’anni fa la storia del fascistissimo oro alla patria finì
malissimo. Le guerre coloniali del regime furono un disastro. E pochi anni dopo
buona parte di quell’oro, che evidentemente da risparmio dei cittadini si
era tramutato in risparmio privato della dittatura, fu ritrovato nelle tasche
dei fascisti in fuga dal Paese. Ora quello che è cambiato è che si è passati
dai preziosi ai prodotti finanziari, ma per il resto tutto sembra
ripetersi uguale. Non è detto, infatti, che questa volta ai francesi vada
meglio.
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