In Irlanda del Nord i Kneecap, gruppo rap di Belfast, sono indagati dall’antiterrorismo britannico per
il loro sostegno alla Palestina.
Tutto è iniziato quando il trio hip-hop
nordirlandese si è esibito sul palco del Coachella,
festival annuale seguitissimo negli Stati Uniti. “Israel is committing genocide
against the Palestinian people… It is being enabled by the US… Fuck Israel/Free Palestine“, sono le tre frasi
lanciate dal palco del Coachella che hanno reso i Kneecap la band più pericolosa e ricercata di Scotland Yard.
Da qui le reazioni di esponenti politici
inglesi che ne hanno chiesto l’esclusione dai cartelloni musicali di festival o
concerti, oltre che le indagini da parte della polizia britannica per “incitamento all’odio“.
Nel panorama musicale, a prendere le loro difese, tra gli altri, i Massive Attack:
il gruppo di Bristol ha dichiarato che “se i politici di alto livello non
riescono a trovare il tempo e le parole per condannare, per fare un esempio,
l’assassinio di 15 operatori umanitari a Gaza o la fame imposta illegalmente
alla popolazione civile e usata come arma, o ancora l’uccisione di migliaia di
bambini da parte di uno Stato che possiede le armi di precisione più avanzate
al mondo, quale peso dovremmo dare ai loro consigli sugli artisti da invitare a
un festival?”.
Le prese di posizione politiche dei
Kneecap non sono nuove. Figli della storia
dei Troubles, il gruppo
nordirlandese fin dagli esordi nel 2017 ha raccontato nelle sue canzoni la
cultura giovanile della classe operaia di Belfast, il repubblicanesimo e i
diritti linguistici irlandesi. Tanto da cantare in alcune canzoni in gaelico.
L’intervista di Radio Onda d’Urto a Carlo
Gianuzzi, co-curatore con Sara Agostinelli della rubrica “Diario d’Irlanda”, in
onda ogni ultimo sabato del mese. Ascolta o Scarica
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